Liguria verso le Regionali – Terremoto post-primarie nel Pd: “Non gioco più me ne vado”, Cofferati lascia il partito

di Fabrizio Pinna – Con un coup de théâtre, per la verità non del tutto Giovanni Lunardon e Sergio Cofferatiinatteso, nuovo capitolo oggi per il feuilleton politico post-primarie. “Non chiedo l’annullamento del voto” aveva dichiarato lunedì – tra il legittimo scetticismo di molti – Sergio Cofferati in attesa che la commissione dei Garanti facesse chiarezza sul voto nella trentina di seggi in cui erano state contestate irregolarità. E ieri il responso è arrivato, con l’annullamento del voto in 13 seggi ma che comunque ha lasciato immutato l’esito di domenica [NdR: vedi Corsara 12-1-2015 Regionali Liguria, Paita vince la mano delle Primarie ma Cofferati rovescia il tavolo: “troppe irregolarità”], confermando dunque la vittoria di Raffaella Paita alla candidatura per la presidenza della Regione Liguria [NdR: vedi Corsara 16-1-2015 Primarie Regionali Liguria, azzerati 13 seggi seggi ma confermata vittoria Paita: “Ora inizia la vera campagna elettorale”].


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Il via libera era arrivato ieri anche da Roma, dove il segretario Matteo Renzi – contro l’opinione di Fassina e altri – aveva definito le polemiche sulle primarie liguri un “capitolo ormai chiuso”. Ma il lavoro di ricucitura dello strappo dopo il responso dei Garanti non ha funzionato, né a livello locale né a livello nazionale. Un altro errore, secondo Sergio Cofferati: «in un partito che non dice nulla di fronte a fatti di questo genere io non posso più restare», ha dichiarato nel pomeriggio in conferenza stampa sbattendo la porta.

Solo questione di mancato dibattito chiarificatore interno o ammissione che in realtà l’unica cosa che Cofferati si aspettava già da domenica era appunto l’annullamento del voto che pure aveva detto di non volere? La risposta è in fondo nelle sue stesse parole rilasciate oggi: «le primarie di Napoli, quelle che vennero invalidate, lo furono per contestazioni riscontrate e denunciate in 3 seggi, qui siamo come minimo a 13» e viste le indagini aperte da Procura e Antimafia «potrebbero essere anche di più, vedremo quante saranno alla fine». Insomma, a questo punto non gioco più e me ne vado, ha detto Cofferati: «Per rispetto ai cittadini che mi hanno votato, alle mie convinzioni, a una parte importante della mia vita, in un partito che non dice nulla di fronte a fatti di questo genere io non posso più restare».

LE REAZIONI NEL PD – «Spiace che Sergio Cofferati abbia scelto di abbandonare il nostro partito», il commento di Raffaella Paita alla notizia: «Abbiamo portato al voto 55mila persone. Un grande successo per il PD ligure il cui valore va difeso e tutelato. Questa ampia partecipazione ha consegnato a tutti, in primo luogo a me, una grande responsabilità. Si può sempre migliorare, è vero, ma rimane il fatto che noi, il PD, siamo gli unici ad aver chiamato i cittadini al voto per scegliere il proprio leader. Alla nostra destra c’è grande frammentazione, il MoVimento5Stelle non sa ancora chi candidare e con quale metodo. Dividerci ora sarebbe sbagliato: la vittoria è alla nostra portata, ma serve l’impegno di tutti».

Oltre all’esasperazione delle tensioni interne alle correnti del Partito Democratico – da tempo sempre più sull’orlo di microscissioni da parte delle fazioni anti-renziane più intransigenti -, tra le contestazioni che hanno portato Cofferati alla decisione di lasciare il partito, è stato anche il flirt con Ncd e i “liberi battitori” fuoriusciti dall’area di Forza Italia. «Da parte mia – dichiara Paita – proseguo il mio impegno per l’unità e la coesione del PD. Con il mio partito lavoreremo alla costruzione della coalizione. Saranno il PD nazionale e regionale e non la sottoscritta, infatti, a decidere le alleanze. Lavorare per l’unità e la coesione per battere gli avversari veri, alle elezioni di maggio: è ciò che chiedono i liguri che hanno votato l’11 gennaio, tra cui tanti militanti e esponenti del PD».

Nodi però tutt’altro che semplici da sciogliere, come ha ammesso anche il coordinatore regionale del PD Liguria, tra i sostenitori del “cinese” alle Primarie ma che sta ora provando ad allontanare fantasmi di scissione. «La scelta di Sergio Cofferati di uscire dal partito mi addolora profondamente; la rispetto anche se non la condivido e ho cercato di scongiurarla fino alla fine», ha commentato a caldo Giovanni Lunardon: «Una scelta che segnala un profondo disagio che però non è solo il suo, ma di una parte importante del nostro mondo, a cui non si può rispondere con indifferenza; un disagio che rischia di trasformarsi in disaffezione e distacco dalla politica e da noi».

NUOVI SCENARI A SINISTRA DEL PD? – Cofferati non sembrerebbe intenzionato a dimettersi da europarlamentare ed è difficile prevedere, al di là degli odierni annunci di pragmatica, quali saranno veramente le sue prossime mosse. Intanto a sinistra si sono già registrate le prime avances di Sel, sostenitore esterno alla sua candidatura durante le primarie: «L’annuncio di Sergio Cofferati di uscire dal Pd rappresenta un fatto politico di grande rilevanza che avrà conseguenze nel panorama nazionale e locale – dichiara Angelo Chiaramonte, coordinatore regionale di Sel –. La vittoria di Raffaella Paita alle primarie ottenuta con l’appoggio del centrodestra ha sancito il mutamento genetico del Pd che si presenta alle elezioni regionali di maggio al di fuori del perimetro del centrosinistra».

«A questo punto dovremo lavorare per costruire un’alternativa credibile per le Elezioni Regionali di maggio – aggiunge Stefano Quaranta, deputato alla Camera – con un progetto politico ampio e inclusivo e una candidatura alla Presidenza che possa parlare a tutto l’elettorato di centrosinistra, da Sel a Rifondazione dai Civatiani a quella componente del Pd che non si riconosce più nel suo partito. Coinvolgendo cittadini e associazioni per un soggetto plurale e alternativo».

In via di mutazione gli scenari politici anche secondo Marco Ravera, segretario regionale Rifondazione Comunista: «L’addio al Partito Democratico di Sergio Cofferati, figura di primaria rilevanza nazionale, rappresenta il punto di rottura di un PD renziano ormai irriformabilmente votato a destra e all’interlocuzione privilegiata con quei settori che un tempo gli stessi DS combattevano. Una rottura, quella dell’europarlamentare, che sembra riecheggiare, pur con delle differenze, quanto successo in Germania con Oskar Lafontaine o in Francia con Jean-Luc Mélenchon e che può aprire scenari inattesi fino a poche settimane fa ovvero creare anche in Italia un fronte ampio della sinistra facendo della Liguria un laboratorio politico nazionale. Un fronte unito e plurale su cui Rifondazione lavora da tempo. Una Syriza italiana».

Un’idea, questa, rilanciata anche dal segretario nazionale di Rifondazione Paolo Ferrero: «Sergio ‪‎Cofferati‬ ha annunciato la sua uscita dal PD. Nel salutare positivamente questa scelta e nel manifestare la mia solidarietà a Sergio Cofferati, mi pare giusto sottolineare come non si tratti solo di una fatto individuale ma di un fatto politico, che segue lo sciopero generale e segnala la crisi del PD e la frattura tra questo e il movimento dei lavoratori. Con ogni evidenza il PD di Renzi è irriformabile e non ha nulla a che vedere con la sinistra. Anche per questo è necessario costruire oggi in Italia una sinistra antiliberista che possa diventare il motore della costruzione dell’alternativa alle politiche di austerità. Oggi, a Bologna, siamo riuniti nell’assemblea de L’Altra Europa con Tsipras – che ha salutato con un applauso la notizia dell’uscita dal PD di Cofferati – proprio per avanzare la proposta di costruire insieme una sinistra unita e alternativa al PD e al neoliberismo».

1 Commento

  1. Anche i bambini dell’asilo fanno così quando perdono o non riescono a prendere il pallone !

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