Undici cose che potreste non sapere che hanno a che fare con i corsari…

di BetibùUno. Il termine “corsaro”, utilizzato come sostantivo o come aggettivo, deriva dal latino medievale cursarius, derivante a sua volta dal verbo latino currêre, che significa “correre”. I corsari si distinguevano per una “lettera di corsa”, un contratto ufficiale fornito da un sovrano a un capitano di bastimento privato, che lo autorizzava ad assaltare e depredare le navi avversarie. La “lettera di corsa”, naturalmente, garantiva ai corsari una parte del bottino conquistato, e non fu utilizzata sempre e solo in tempo di guerra, secondo eccezioni del tutto filibustiere. Il bottino così ottenuto poteva essere messo all’asta e venduto nella più completa legalità. In francese, corsaro si dice “corsaire”, in spagnolo “corsario”, in portoghese “corseiro”, in inglese “corsair”.


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Due. Se si dovesse individuare, tra tutti i corsari noti, quello più celebre, la palma di re dei corsari andrebbe senza dubbio a Sir Francis Drake, corsaro, navigatore e politico inglese, vissuto dal 1540 al 1596. Drake, figlio di agricoltori protestanti, si imbarcò all’età di tredici anni come mozzo su una nave mercantile, di cui divenne capitano all’età di vent’anni. Nel 1577 fu il primo inglese a circumnavigare il globo terrestre, su incarico della Regina Elisabetta, procurandole un ingente bottino costituito da spezie e tesori trafugati agli spagnoli. Per le sue imprese fu insignito del titolo di cavaliere e divenne sindaco, parlamentare e viceammiraglio. Collaborò alla sconfitta dell’Invincibile Armada, la temuta flotta spagnola. El Draque, “Il Drago”, così come venne soprannominato traducendo il suo cognome, divenne un vero e proprio vanto per la nazione inglese: pare che la stessa regina Elisabetta lo chiamasse “lupo di mare”. Morì di febbri nel corso di una spedizione nelle Indie Occidentali.

Tre. Corsaro fu Giuseppe Garibaldi, durante la Guerra dei Farrapos, ottenendo la “lettera di corsa” da parte della Repubblica Riograndense. Tra una battaglia e l’altra si innamorò di Anita Ribeiro, che diventò sua compagna d’armi e d’amore fino alla fine dei suoi giorni.

Quattro. Corsaro fu il pittore e incisore parigino Ambroise-Louis Garneray, Garneray MDvissuto tra il 1783 e il 1857, noto soprattutto per i paesaggi e le marine, alcune delle quali affascineranno Melville, che li loderà e li descriverà minuziosamente nel romanzo Moby Dick. Arruolatosi dapprima nella marina militare francese, scampato agli inglesi, alle epidemie e alle tempeste, divenne corsaro nel 1799, e poco dopo negriero e proprietario di un veliero impegnato nel traffico di schiavi. Arrestato dagli inglesi, ritrovò nella prigionia la passione per la pittura e, tornato a Parigi ottenne una commissione da Napoleone per un quadro che avrebbe terminato solo nel 1834. Con le sue opere Garneray suscitò l’entusiasmo del duca di Angoulême, Grande Ammiraglio di Francia, che lo nominò suo pittore di fiducia e “Première Peintre de la Marine”. Il corsaro pittore morì nel 1857, a Parigi.

Cinque. Le Corsaire è un balletto in tre atti basato sul poema giovanile The Corsair di Lord Byron, pubblicato nel 1814, che narra le vicende di un corsaro. L’intensità della storia d’amore tra il pirata Conrad e Medora unita all’ambientazione esotica, ne decretò l’immediato successo fin dal debutto, avvenuto a Parigi nel 1856. In origine venne coreografato da Joseph Mazilier sulla musica di Adolphe Adam. In seguito, il balletto seguì innumerevoli revisioni, e oggi viene rappresentato fondamentalmente in due versioni. In Europa e in Russia viene eseguita la versione del 1955 di Pyotr Gusev, in America e in alcune parti dell’Europa occidentale la versione di Konstantin Sergeyev del 1973. I brani più famosi da cui rimanere affascinati sono Le Jardin Animé, il Pas d’Esclave, il Grand Pas de Trois des Odalisques e il celeberrimo Pas de Deux.

Sei. The corsair di Byron ispirò anche Giuseppe Verdi, che compose un’opera intitolata il Corsaro, oggi poco rappresentata.

Sette. L’abitudine di alcuni mariti in età avanzata, che nel Medioevo usavano avere in moglie giovanissime fanciulle, rinunciando alla dote e pagando al padre cifre consistenti, viene paragonata da Dante nel Purgatorio (XX, 79-81) alla vendita delle schiave da parte dei corsari, con intento poco lusinghiero. Il riferimento specifico è a Azzo VIII (detto Azzone), che prese in moglie Beatrice, figlia di Carlo II d’Angiò:

«L’altro, che già uscì preso di nave / veggio vender sua figlia e patteggiarne / come fanno i corsar de l’altre schiave »

OttoIl Corsaro Nero è un personaggio immaginario creato da Emilio Salgari nel 1898 ed è il protagonista dei primi due romanzi del ciclo I corsari delle Antille, intitolati Il Corsaro Nero e La regina dei Caraibi. I romanzi sono ambientati nei Caraibi, che Salgari non vide mai in realtà. Il corsaro nero è Emilio di Roccabruna, signore di Ventimiglia e di Valpenta: fu interpretato al cinema nel 1937 da Ciro Verratti, all’epoca pluricampione di fioretto, sia mondiale che olimpico, e nel 1976 da Kabir Bedi, reduce dal successo di Sandokan. Salgari si era suicidato il 25 aprile del 1911.

Nove. Esiste una città corsara. Si chiama Saint-Malo, e si trova in Francia, in Bretagna. Nella piazza principale si trova una statua dedicata al corsaro Surcouf, il cui braccio destro indica la direzione dell’Inghilterra, terra nemica da combattere. A Saint Malo nacque lo scrittore romantico Chateaubriand. Il fascino dei corsari si respira in tutta la città!

Dieci. Scritti corsari è l’ultimo libro pubblicato da Pasolini, che uscì in PPP Sclibreria subito dopo la sua morte (Pasolini ne aveva già revisionato le bozze presso Garzanti, l’editore). È una raccolta di articoli, interviste, recensioni, profonde considerazioni sulla società. Il volume raccoglie gli articoli di Pier Paolo Pasolini apparsi prevalentemente sul “Corriere della Sera” tra il 1973 e il 1975, oltre a una sezione “documenti allegati”, redatti da Autori vari. Un testo provocatorio, mai banale, su cui riflettere, anche a distanza di anni.

Undici. Tra le citazioni libere e preferite dai collaboratori di Albenga Corsara compare proprio una frase di Pasolini: “lo non ho alle mie spalle nessuna autorevolezza: se non quella che mi proviene paradossalmente dal non averla o dal non averla voluta; dall’essermi messo in condizione di non aver niente da perdere, e quindi di non esser fedele a nessun patto che non sia quello con un lettore che io del resto considero degno di ogni più scandalosa ricerca”. 

* Undici… Rubrica Corsara di Betibù

** Undici…, la nuova rubrica del Corsara curata da Betibù, vuole essere un’occasione di spunti e suggerimenti, una vetrina curiosa su cui affacciarsi rapidamente oppure incollare il naso, a seconda dei gusti. Un luogo dove trovare notizie in più su cose che si conoscono, oppure scoprire qualcosa di nuovo che non sapevamo.

“La rubrica avrebbe potuto intitolarsi ‘Dieci buoni motivi per’, ma non mi piacciono i numeri pari, e undici è il mio numero fortunato. Il nome Betibù è un omaggio alla scrittrice Claudia Pineiro, autrice di gialli inusuali, argentina sottile, scanzonata e colta. Il nome deriva da uno dei personaggi del romanzo omonimo, e identifica una scrittrice di romanzi gialli di mezza età in crisi che cerca di ritrovare qualcosa che non sa neppure bene cosa sia…”

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