Savona e il decreto casa (di Franco Astengo)

di Franco Astengo – Riassumiamo la “Conversione in legge del decreto-legge 29 giugno 2024, n. 89, recante disposizioni urgenti per le infrastrutture” : l’edilizia pubblica puรฒ aspettare . La quota di alloggi disponibili a canone sociale in Italia รจ meno del 5% a fronte del 20% di Francia e Gran Bretagna. Nonostante la grave emergenza abitativa (secondo i dati del Viminale entro 4 anni ci saranno 240 mila nuove sentenze di sfratto e almeno 180 mila famiglie ne subiranno uno esecutivo con la forza pubblica) il governo non ha previsto risorse per recuperare le decine di migliaia di edifici popolari degradati.

Il fabbisogno di edilizia pubblica che giร  oggi gli enti gestori stimano in circa 600 mila unitร , crescerร  ancora di fronte a una precarietร  abitativa in continua espansione, anche a causa della turistizzazione delle cittร  che espelle i lavoratori a reddito basso.

Sotto l’aspetto del rapporto proprietร /utilizzo abitativo Savona presenta aspetti specifici ed รจ bene tentare di approfondire la materia.

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Savona รจ una cittร  dalle particolari caratteristiche rispetto al fenomeno della rendita fondiaria e della proprietร  edilizia.

Gli appartamenti del centro ottocentesco, in particolare quelli di maggior pregio (sappiamo come vi siano palazzi davvero importanti dal punto di vista architettonico, in ispecie nel “liberty”) presentano una forte concentrazione proprietaria, frutto in gran parte di ereditร  “storiche” di famiglie ricche e benestanti di cui usufruiscono eredi che in parte lasciano sfitti gli appartamenti per evitare spese usufruendo della rendita residua.

Nello stesso tempo abbiamo molti grandi appartamenti abitati ormai da una sola persone: anziani rimasti soli.

La nostra รจ sempre stata una cittร  dalla forte rendita parassitaria, dove l’industria รจ stata storicamente introdotta in gran parte da soggetti stranieri e il tempo del commercio al minuto (quello in cui si sviluppรฒ contestualmente fortemente il fenomeno della proprietร  edilizia cui รจ giร  fatto cenno) fu gestito in forme fortemente corporative (il primo piano regolatore del commercio arrivรฒ soltanto negli anni’70 del XXI secolo).

Ricordiamo soltanto di passaggio altre facce del corporativismo segno distintivo nella nostra cittร  di voracitร  accumulativa a fronte di basso tasso di investimento come quello riguardante i bagni marini: oggi oggetto di una disputa irrisolta al livello dell’Unione Europea come esempio classico dell’impronta di questo governo.

Una situazione ideale quella fin qui descritta per poter usufruire da parte delle concentrazioni proprietarie delle agevolazioni previste dal nuovo decreto casa approvato dal Parlamento (con il voto di fiducia: a rappresentare come quel testo contenga un preciso significato corporativo di favore ai grandi proprietari).

Tolleranza per le difformitร  edilizie, facilitร  di rendere abitabili spazi che in precedenza non lo erano, riduzione delle superfici e delle altezze minime per gli appartamenti: questi i punti sui quali potrebbe fondarsi un’operazione di crescita della rendita fondiaria da parte degli eredi di quei patrimoni abitativi cui si faceva cenno.

In coincidenza con il fenomeno del turismo ad “affitti brevi” (tanto per usare un eufemismo. al posto di “turismo di transito” mordi e fuggi) l’operazione “ristrutturazioni” potrebbe accrescere proprio il fenomeno di una rendita fondiaria produttiva per i privati, improduttiva per l’economia in generale (salvo alcuni settori di edilizia al riguardo dei quali andrebbero monitorati con maggiore attenzione fenomeni come quelli del lavoro nero, della sicurezza e dell’evasione fiscale).

Con il prevedibile risultato di un aumento complessivo del costo degli affitti con conseguenza naturale della crescita dei prezzi , di una resa piรน difficile della vivibilitร  del centro e di un respingimento in periferia e oltre rendendo cosรฌ piรน complicata una prospettiva di crescita legata alla scelta di una cittร  come Savona da parte di lavoratrici e lavoratori che lascerebbero volentieri cittร  climaticamente difficili magari per poter usufruire di condizioni migliori da molti punti di vista nell’organizzazione del lavoro “smart” (su questo punto nasce anche la necessitร  di destinazione di sedi per co-working e di “start-up: discorso che necessariamente dovrร  essere aperto in altra sede).