Governo: ritorna la zona gialla, la scuola in presenza e riaprono le attività all’aperto. Poi si vedrà

Presidente Draghi: “Con la decisione di oggi il governo ha preso un rischio ragionato"; necessaria la collaborazione responsabile di tutti. Sullo sfondo, le polemiche politiche sulla campagna continua di delegittimazione. Toti: “Bene questo primo segnale di ripartenza annunciato dal Premier Draghi"; Costa: “cambio di passo che come Governo vi avevamo promesso"

Consiglio Ministri - conf stampa

di Fabrizio Pinna – Confermata oggi dal presidente del Consiglio Mario Draghi e dal ministro della Salute Roberto Speranza la prima traccia della road map che nelle prossime settimane dovrà garantire graduali riaperture più stabili nel tempo per le attività economiche e sociali e meno restrizioni rispetto alle attuali. Si partirà dunque già dal prossimo 26 aprile quando sarà reintrodotta la zona gialla, che favorirà in particolare la ripresa della scuola in presenza e delle attività all’aperto, compresa la ristorazione. “L’idea che abbiamo – ha anticipato il ministro Speranza – è che dal 15 di maggio possano riaprire anche le piscine all’aperto, che dal primo di giugno si possano riattivare alcune attività connesse alle palestre; ancora, dal primo di luglio possiamo immaginare attività di natura fieristica”.

“Con la decisione di oggi il governo ha preso un rischio ragionato” ha detto il presidente Draghi in conferenza stampa, appoggiandosi al miglioramento della situazione sanitaria, alla accelerazione del piano vaccinale e alle evidenze scientifiche disponibili: nelle riaperture “si dà precedenza le attività all’aperto quindi anche la ristorazione all’aperto, a pranzo e a cena, e alle scuole; tutte le scuole di ogni ordine e grado riaprono completamente in presenza nelle zone gialla e arancione, mentre in rosso vi sono delle modalità che suddividono in parte in presenza in parte a distanza”.

Perché si arrivi a soluzioni stabili è naturalmente necessaria la collaborazione responsabile di tutti nel rispettare le norme di sicurezza (mascherine, distanziamenti, etc.) che disciplinano le riaperture e “occorrerà una sensibilizzazione particolare delle autorità – sia le regioni, gli enti locali e delle forze dell’ordine – perché questi comportamenti vengano osservati”. In prospettiva, ha ricordato Draghi, “quest’anno in autunno avremo la vaccinazione molto diffusa quindi potremmo affrontare anche eventuali ritorni della malattia in maniera diversa”.

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Le misure restrittive e la sospensione “in maniera precauzionale per una fase piuttosto lunga dell’area gialla”, ha tenuto poi a precisare il ministro della Salute Speranza, ha prodotto risultati positivi: alla “tendenza della stragrande maggioranza delle regioni verso un miglioramento del quadro” si aggiunge “l’aumento significativo del numero di dosi di vaccino somministrate nel nostro paese”, l’80% delle persone con più di 80 anni hanno già avuto una prima dose, l’Rt sta scendendo sotto lo 0,8 così come è in calo anche l’incidenza. “L’auspicio è che col passare delle settimane il quadro epidemiologico possa restare positivo” e che anche l’aumento del numero delle persone vaccinate  possa consentire “poi ancora di poter programmare nelle prossime settimane ulteriori aperture anche per attività che non si svolgono all’aperto”.

Guelfi e ghibellini, aperturisti e rigoristi più o meno immaginari: sullo sfondo, le polemiche politiche sulla campagna continua di delegittimazione, peraltro spesso gonfiata ad arte da qualche giornale più realista del re. Salvini, ora al governo, è in fondo già finito per scivolare nella trappola dell’ex collega di opposizione Meloni intenzionata a proporre in Parlamento un’improbabile mozione di sfiducia a Speranza. “Le critiche al ministro Speranza troveranno pace con questo provvedimento?” è stata comunque una domanda che non è mancata in conferenza stampa. “Io credo – ha risposto il presidente Draghi – che le critiche al ministro Speranza dovevano trovare pace fin dall’inizio perché non erano assolutamente né fondate né giustificate; d’altronde ho già detto un’altra volta – e mi secca un po’ dirlo in sua presenza – che lo stimo e l’ho voluto io nel governo. Comunque questi provvedimenti rispondono al disagio delle categorie, di tanti e di moltissimi operatori, famiglie, ragazzi; in questo senso portano a una maggiore serenità nel paese, questo di sicuro, portano le basi per il rilancio dell’economia”. 

Primi commenti in Regione Liguria (e dintorni)

“Bene questo primo segnale di ripartenza annunciato dal Premier Draghi. Accogliendo le richieste delle Regioni, il Governo sta studiando una road map per le prossime riaperture” è stato il primo commento del presidente di Regione Liguria Giovanni Toti in merito alle riaperture annunciate dal presidente del Consiglio Mario Draghi. “Dal 26 aprile tornerà la zona gialla – aggiunge il governatore ligure – e, oltre alle tradizionali misure, i ristoranti all’aperto potranno lavorare anche a cena. Via libera agli spostamenti tra regioni in fascia gialla, con pass invece tra territori di colore diverso. Per quanto riguarda la scuola, le lezioni torneranno in presenza per le regioni gialle e arancioni”. “La Liguria al momento ha un indice Rt pari a 1 – prosegue Toti – e si collocherebbe in zona gialla. Speriamo quindi di rientrare in questa fascia già dal 26 aprile e dare una prima boccata d’ossigeno a tante attività e lavoratori. Torniamo a programmare il futuro – conclude – con coraggio e buonsenso”.

Per l’ex consigliere regionale ligure e oggi sottosegretario di Stato alla Salute Andrea Costa (Noi con l’Italia), si tratta del “cambio di passo che come Governo vi avevamo promesso. Un messaggio di ottimismo e fiducia che milioni di nostri concittadini attendevano. Un forte segnale di discontinuità con il passato. Una promessa rispettata, un’azione concreta per la nostra comunità”. “Abbiamo preparato una road map, che monitoreremo quotidianamente, nella quale abbiamo indicato le date per la ripartenza graduale delle attività economiche. Come ho più volte sostenuto nelle ultime settimane, avevamo bisogno di questo piano delle riaperture. È uno strumento fondamentale per permettere al tessuto produttivo di tornare operativo con più slancio ed entusiasmo. Tutto ció, naturalmente, si deve accompagnare al potenziamento del piano vaccinale per immunizzare il più velocemente possibile la popolazione. Oggi siamo davanti ad una scelta di buon senso che ha saputo coniugare sicurezza, tutela della salute e rilancio economico del Paese. Un decisivo nuovo passo verso il ritorno alla normalità. Proseguiamo su questa strada con responsabilità e prudenza. Solo così l’Italia potrà vincere la battaglia più importante: sconfiggere il virus per riconquistare il futuro”, conclude il sottosegretario Costa.