Gioco legale: il 26 marzo la mobilitazione dei dipendenti del settore

Gioco d'azzardo

Il 26 marzo sarà la giornata di mobilitazione dei lavoratori dipendenti della distribuzione specializzata del gioco legale, delle sale bingo, sale scommesse e gaming halls. Con manifestazioni in contemporanea, dalle 09.30 alle 12.30 presso le Prefettura o i Consigli Regionali, i 150 mila addetti del settore vogliono riportare l’attenzione sul settore ormai in una situazione drammatica.


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Sono molti i lavoratori dipendenti occupati presso la sale gioco, le sale bingo, le case da gioco, oltre a migliaia di addetti dell’indotto commerciale che sono a casa dallo scorso ottobre: le norme emanate dal Governo Conte, e ora dal Governo Draghi, che sembrano più di tipo etico-morale che sanitario, stanno definitivamente compromettendo l’occupazione di un intero settore produttivo. “I protocolli, importanti strumenti sanitari e di sicurezza per i lavoratori e per i fruitori di gioco legale, che le parti sindacali a livello nazionale hanno sottoscritto con le controparti, nonché gli avvisi comuni sottoscritti tra le Parti Sociali e inviati al Governo, richiamano l’attenzione della politica e delle Istituzioni sul comparto, che al pari di altri settori, come ad esempio la ristorazione, deve vedere la riapertura in totale sicurezza come consentito ad altre attività con fattori di rischio equivalenti” scrivono le organizzazioni sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs.

“Inoltre – proseguono – con i luoghi di gioco legale chiusi si sta sviluppando un sistema occulto di gioco che è difficilmente rintracciabile e sta spostando l’attenzione dei fruitori fuori dalle sale”. A questa situazione di drammaticità si sommano scelte politiche di alcune Regioni ancor più limitanti che complicano ulteriormente la vita dell’impresa e dei lavoratori occupati. Il 26 marzo, le organizzazioni sindacali nazionali saranno presenti a Roma e durante la manifestazione terranno una conferenza stampa al fine di sensibilizzare le Istituzioni sul grave problema occupazionale che purtroppo si sta profilando all’orizzonte.