Cri Varazze-Rotary Riviera del Beigua: quelle parole sul covid mai dette ora affidate a 800 bambini e genitori

Una iniziativa a tutto tondo organizzata dai volontari Cri e Rotary "volta a prevenire e sconfiggere il Covid e, più in generale, a diffondere la cultura dell'emergenza e soprattutto della solidarietà umanitaria e sociale, nel rispetto di elevati principi etici"

scuola

Fare domande – forse soprattutto obiezioni –sui termini ascoltati in un intero anno per definire il Covid. Ossia su quelle tante parole usate dagli esperti e pure dai mezzi di comunicazione per spiegarci cosa dobbiamo fare, non fare, evitare assolutamente, di fronte al contagio che ancora oggi ci assedia. È un’occasione unica dalla parte della salute dei cittadini, quella lanciata dal comitato di Varazze della Croce Rossa in collaborazione con il Rotary Club Riviera del Beigua e, naturalmente alle scuole.

È rivolta a circa 800 scolari e studenti della scuola primaria e secondaria e alle loro famiglie. Due le fasi principali: la prima è già in svolgimento e comprende video conferenze, proiezioni, consegna di materiale informativo da parte dei volontari. E, soprattutto, di questionari. Il progetto chiamato “Non è mai troppo presto” parafrasando una vecchia trasmissione educativa, vedrà una seconda fase in calendario dal prossimo mese di aprile, rivolta al primo soccorso e ai mezzi di emergenza, dal centralino unico 112 alle ambulanze.

Una iniziativa a tutto tondo, quindi, quella organizzata dai volontari Cri e Rotary, “volta a prevenire e sconfiggere il Covid e, più in generale, a diffondere la cultura dell’emergenza e soprattutto della solidarietà umanitaria e sociale, nel rispetto di elevati principi etici”. Ma il nodo cruciale di questa prima fase, appare quello dei questionari. Saranno raccolti in forma anonima per lasciare ampia possibilità di risposta, puntando particolarmente sulla comunicazione, ossia sulle parole, sui messaggi quotidiani relativi alla pandemia. Ossia tutto ciò che abbiamo ascoltato dal febbraio 2020 – e continuiamo a sentire – e che forse non abbiamo ancora imparato a fondo.

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Duplice il modo di raccolta delle “voci”: direttamente, tramite le domande dei ragazzi delle scuole; per iscritto attraverso un questionario vero e proprio rivolto ai loro genitori. Saranno alunni e studenti a formulare le loro perplessità sui termini più usati da tv, giornali e medici sentiti nell’ultimo anno, rivolgendosi direttamente ai volontari, mentre ai papà e mamme saranno chieste le loro valutazioni su emozioni e comportamenti dei loro figli di fronte a una situazione tanto inedita e grave. Il tutto per creare un quadro quanto più possibile sulla situazione attuale, a un anno esatto dall’inizio della pandemia. E le sorprese finali non dovrebbero senz’altro mancare, soprattutto per capire quanto e come la comunicazione sia davvero efficace nei momenti più difficili, al punto da diventare o no fondamentale educazione sanitaria.