Ristoranti aperti la sera in zona gialla e a pranzo in zona arancione, Toti: “finalmente il parere favorevole del CTS”

Interno ristorante

“Ristoranti aperti la sera in zona gialla e a pranzo in zona arancione: è arrivato finalmente il parere favorevole del Comitato tecnico scientifico. Chiediamo che si possa partire al più presto: serve però una decisione da parte del Governo. Da parte nostra, stiamo preparando una lettera ufficiale da inviare a Roma per chiedere che si proceda in fretta perché permettere di lavorare in sicurezza alle nostre attività deve essere, insieme alla lotta al virus, una priorità assoluta per il nostro Paese”.
Così il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti sul parere del Cts, che sta valutando in modo differente i diversi profili di rischio all’interno del settore della ristorazione.


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“La scelta del Comitato tecnico scientifico di dare il via libera all’apertura serale dei ristoranti nelle Regioni in zona gialla e a pranzo per quelli in zona arancione, anche se con alcune restrizioni, va nella direzione giusta, quella che auspichiamo da tempo- precisa Toti – Lo avevamo chiesto più volte in Conferenza delle Regioni e siamo soddisfatti del risultato raggiunto. Il Covid ha avuto e continua ad avere conseguenze drammatiche a livello umano e sanitario, ma sta avendo conseguenze terribili anche sul fronte economico”.

“Non si tratta in nessun modo di minimizzare, ma di convivere con questo virus rispettando in modo preciso, attento e scrupoloso le regole – spiega Toti – Se lo si fa, e sono certo che i ristoratori e i cittadini saranno ligi e attenti come sono stati finora, non vedo perché non procedere”.

“Finalmente trovano ascolto le grida di dolore dei tanti ristoratori che abbiamo quotidianamente ascoltato e che ci siamo fatti carico di rappresentare nelle sedi appropriate – aggiunge l’assessore allo Sviluppo economico Andrea Benveduti – È evidente la generale criticità sanitaria, ma è altrettanto stringente la necessità di trovare forme accettabili di prosecuzione di attività lavorative per le quali, in assenza di conclamati riscontri di oggettiva pericolosità, si possa ipotizzare una accorta gestione nella stringente osservanza di tutte le norme di cautela sanitaria a suo tempo rese obbligatorie e adottate dagli esercenti nella stragrande maggioranza dei casi. Che il Governo provveda senza indugio, già troppi danni sono stati fatti”.