Nuovo carcere, Ravera e Ferraro: “non condividiamo la possibile scelta della Val Bormida”

"rilanciamo l'idea di trovare una collocazione consona e sicura nella città di Savona e sollecitiamo la Giunta comunale ad attivarsi in tal senso"

Marco Ravera

Savona | Nelle ultime settimane si è tornato a parlare con insistenza del nuovo carcere. Dalla chiusura del Sant’Agostino, infatti, la provincia di Savona è rimasta senza casa circondariale. “Un’assenza pesante, che ha causato problemi di sovraffollamento delle strutture degli altri circondari, incrementato i tempi di spostamento dei detenuti in vista delle udienze, aggravato il lavoro della polizia penitenziaria e generato disagi per i familiari dei detenuti stessi” dicono Fabrizio Ferraro (segretario Provinciale Rifondazione Comunista) e Marco Ravera (consigliere comunale “Rete a Sinistra – Savona che vorrei”) .


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“Per tutte queste ragioni riteniamo importante la realizzazione del nuovo carcere della nostra provincia, peraltro prevista per legge; non condividiamo tuttavia la possibile scelta della Val Bormida, e quella di Cengio in particolare. Ci sembrerebbe irragionevole per la distanza dalla città capoluogo e dal Tribunale, con difficoltà per agenti e parenti dei detenuti, e renderebbe molto più difficile il rapporto con il volontariato e con i servizi”.

“Sarebbe, infine, inopportuno costruirlo nelle aree dell’ex-ACNA di Cengio, al centro di un disastro ambientale di grandi proporzioni nei passati decenni, e solo di recente bonificata (ma sul completamento della bonifica e sulla possibilità di edificarvi esistono pareri anche molto critici)”.

“Per questo rilanciamo l’idea di trovare una collocazione consona e sicura nella città di Savona e sollecitiamo la Giunta comunale ad attivarsi in tal senso. Non vi è nulla di sbagliato o di punitivo ad ospitare il carcere, ed è necessario tutelare i diritti sia dei detenuti con le loro famiglie, sia degli agenti di polizia penitenziaria” concludono Ferraro e Ravera.