Autostrade Regione Liguria, Pd: “Dalla Giunta ci aspettiamo meno chiacchiere e più governo del territorio”

"il presidente Toti si occupa solo di fare conferenze stampa e comunicati, ma poi quando prende parte alle riunioni del Mit non è in grado di far valere le ragioni della Liguria" accusano i consiglieri regionali del Partito democratico

autostrada notturna

Genova | Secondo i consiglieri del gruppo Pd in Regione Liguria “ancora una volta sul tema delle autostrade Toti preferisce la propaganda alle soluzioni. Ne è un esempio l’ordinanza odierna: le misure che la Giunta regionale chiede oggi a gran voce al Mit, il Mit le ha già decise ieri, nel corso di una riunione con Autostrade. Ci riferiamo al fatto che l’A26 non verrà chiusa, che si procederà a verifiche strumentali indirette sulle gallerie (e quindi più rapide) e che tali verifiche si concluderanno il 10 luglio prossimo. In base ai risultati che emergeranno verranno programmati gli interventi di manutenzione”.

“Ma a Toti – proseguno i consiglieri del Pd – interessa soltanto utilizzare i suoi artifici retorici. Come quando chiede agli altri di fare cose che lui stesso si guarda bene dal mettere in atto. Per esempio non ha mai riunito un tavolo di coordinamento sugli interventi. Non ha ottenuto da Aspi che i lavori sulla rete autostradale venissero effettuati durante il lockdown, quando circolavano pochissimi mezzi. Non solo non ha ancora ottenuto da Trenitalia il 100 per cento del servizio pre Covid, ma non ha neppure mai chiesto il potenziamento del traffico ferroviario. Inoltre Toti deve ancora chiedere ad Anas di liberare la statale Turchino dalle frane. E ha fatto solo oggi il primo confronto con di sindaci”.

“Dalla Giunta ci aspettiamo meno chiacchiere e più governo del territorio. Anche perché il presidente Toti si occupa solo di fare conferenze stampa e comunicati, ma poi quando prende parte alle riunioni del Mit non è in grado di far valere le ragioni della Liguria. E i suoi assessori che partecipano a quei tavoli generalmente dicono sempre di sì, salvo poi contestare, il giorno dopo, le decisioni assunte di comune accordo in quelle sedi” conclude la nota del Partito democratico.

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