“Flò – la luce dell’effimero”: a Palazzo Oddo una mostra di Massimo Barlettani

Albenga. Preludio alla manifestazione “Fior d’Albenga”, a partire da sabato 13 aprile 2019 (vernissage ore 18.00) le sale espositive di Palazzo Oddo accoglieranno la mostra personale dell’artista toscano Massimo Barlettani, “trasformandosi in una sorta di giardino intimo e segreto capace di favorire una profonda riflessione sulla fugacità e sulla bellezza. Ciclamini, rose, papaveri, cosmos, tulipani e diversi tipi di fiori nella visione dell’artista appaiono avvolti da chiarori trasfiguranti, diventano occasioni di luce che riportano l’attenzione di chi guarda oltre l’apparenza, all’interno della verità che si cela tra i dettagli”. L’esposizione ha il patrocinio della Fondazione Gian Maria Oddi e del Comune di Albenga; organizzata con il supporto della Casa d’Arte San Lorenzo di San Miniato, la mostra è a cura di Francesca Bogliolo. “Siamo lieti di accogliere un artista della levatura e della sensibilità di Massimo Barlettani – dichiara il Presidente della Fondazione Oddi, Alessandro Colonna – e siamo certi che questa occasione espositiva sarà foriera di forti emozioni per noi e per tutti i nostri visitatori”. La mostra resterà aperta sino al 5 maggio, visitabile nei seguenti orari: dal martedì alla domenica 9.30 -13.00, 15.00-18.30; giorno di chiusura: lunedì.


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L’esposizione “Flò – la luce dell’effimero”, si legge nella presentazione della mostra, «vuole avvicinare le persone al tema floreale reinterpretato alla luce di uno speranzoso sentire, che è memoria e ricordo di continua rigenerazione e possibilità. Presenza e assenza si alternano nelle tele di Barlettani, palesando un percorso di ricerca che, partendo dalla approfondita conoscenza dell’arte giapponese, si avvicina idealmente a questa per arrivare a confrontarsi con la fotografia contemporanea. Una pittura inserita nel proprio tempo, capace di annullare le distanze tra antichità e modernità a favore di una dimensione dove il sentire resta indiscusso protagonista. “Ci sono fiori dappertutto, per chi è capace di vederli”, sosteneva Henri Matisse: la mostra di Barlettani diviene un luogo di raccoglimento estetico e poetico, che regala la capacità di osservare la realtà con occhi e spirito del tutto nuovi, per scoprire incanti che si credevano smarriti e reagire attraverso queste sensazioni alle inquietudini della quotidianità. Una dimensione che richiede un approccio silenzioso, paziente, come un cuore che si disponga fiducioso all’arrivo di una nuova stagione».

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