Cura e assistenza alla persona, a Roma la seconda conferenza mondiale dei sindacati

Savona / Roma. Cresce l’aspettativa di vita dell’uomo anche se a beneficiarne non è tutta l’umanità. Il trend demografico prevede lo spostamento in avanti della vita media soprattutto in alcuni Paesi tra i più industrializzati del pianeta perché a concorrere non è solo il benessere materiale ma anche un mix di condizioni geografiche, alimentari e stili di vita.
Diversi gli studi che stanno approfondendo questi scenari, tra gli altri una recente ricerca pubblicata dalla rivista scientifica inglese di ambito medico Lancet, rivela che l’aspettativa di vita vedrà classificata la Spagna al primo posto (85,8 anni) seguita dal Giappone (85,7 anni), Singapore (85,4 anni), Svizzera (85,2), Portogallo (84,5). L’Italia, con una vita media di 84,5 anni, si colloca al sesto posto della classifica mondiale, guadagnando una posizione rispetto al 2016. In settima posizione c’è Israele (84,4 anni), all’ottavo posto la Francia (84,3), poi il Lussemburgo (84,1) e l’Australia (84,1). Il Regno Unito, con 83,3 anni, salirà al 23.mo posto nel 2040 mentre gli Stati Uniti con 79,8 anni si classificano al 64° posto.


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Tra le conseguenze di questi cambiamenti ci sono anche nuovi panorami che si aprono nel mondo del lavoro anche a fronte della graduale contrazione degli interventi di welfare pubblico. Sarà infatti sempre più necessario avere anche figure professionali nel settore privato con competenze specifiche per assistere le persone e, dati alla mano, si tratta di un comparto, in crescita esponenziale. Aspetti che non sfuggono all’attenzione sindacale che sia a livello nazionale sia internazionale si interroga su come tutelare al meglio questi lavoratori.
Ad approfondire le dinamiche settoriali globali e le strategie di governance del comparto anche a livello transnazionale è il sindacato internazionale della cura e dell’assistenza alla persona Unicare Global Union – affiliato al sindacato internazionale dei servizi Uniglobal Union con oltre 6milioni di iscritti in tutto il mondo – che oggi a Roma, all’Hotel Massimo D’Azeglio, ha avviato i lavori della seconda conferenza mondiale dei sindacati del settore – la prima nel 2015 a Buenos Aires – con oltre 100 delegati provenienti da tutto il globo. Al centro della conferenza, che si concluderà il 15 febbraio, la necessità di assicurare la qualità dell’occupazione nel comparto in crescita esponenziale in tutto il globo, ma anche garantire l’accesso ai servizi di cura e assistenza e alla long term care.

Ad aprire la kermesse, dopo i saluti del presidente di Unicare Global Union Carlos West Ocampo, gli interventi introduttivi di Frederic Favraud, vice presidente di Unicare Global Union, Alke Boessiger, segretario generale aggiunto di Uni Global Union, Oliver Roethig, segretario regionale di Uni Europa, Adrian Durtschi, direttore Unicare Uniglobal Union. All’iniziativa hanno preso parte la segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan e il segretario generale della Fist Cisl Nazionale Pierangelo Raineri.
Frederic Favraud, vice presidente di Unicare Global Union, ha sottolineato che «il diritto alla salute è un diritto primario per i lavoratori ed occorre finalizzare l’attività sindacale per estenderlo a tutti i lavoratori compresi i lavoratori del settore della cura e dell’assistenza». Favraud ha poi annunciato che nel mese di settembre 2019 il sindacato europeo Uni Europa promuoverà una conferenza internazionale sulle coperture sociali da garantire ai lavoratori.

Alke Boessiger, segretario generale aggiunto del sindacato internazionale Uni Global Union, ha posto l’accento «sull’urgenza di definire salario e condizioni di lavoro adeguati ai tavoli di trattativa ai quali il sindacato deve esserci» e sulla necessità di «puntare al principio della solidarietà, base per un movimento sindacale forte».
Oliver Roethig, segretario regionale di Uni Europa, sollecita «una buona preparazione per affrontare la rivoluzione digitale nel settore di cura». «Nel settore di cura si è creato un business al quale occorre dare un volto umano. Non possiamo permettere che le multinazionali perseguano una corsa verso il basso dove si esige l’efficienza ma i lavoratori sono sfruttati» ha aggiunto il sindacalista auspicando «la fine del lavoro precario e salari dignitosi».
È il direttore di Unicare Global Union Adrian Durtschi ad illustrare il report delle attività dall’anno della costituzione del sindacato internazionale – era il 2015 – a cominciare dalle tavole rotonde promosse con i membri del Parlamento Europeo finalizzate a rilanciare una occupazione di qualità, il dialogo sociale e maggiori investimenti nel settore della cura e dell’assistenza fino ai workshop promossi congiuntamente con l’associazione di persone anziane Age Platfor e con le organizzazioni per i diritti umani allo scopo di promuovere l’idea che una buona qualità dell’assistenza abbia bisogno anche di buone condizioni di lavoro. Da qui la definizione delle le linee guida best-practice a livello europeo sui servizi di Personal Houshold (Badanti e Homecare). «Unicare Global Union – ha sottolineato Durtschi – sostiene l’idea di costruire e rafforzare i sindacati in oltre 12 paesi del mondo, ad esempio Nepal, Colombia, Repubblica Ceca, Polonia, con l’obiettivo di stabilire un dialogo sociale e migliorare le condizioni di lavoro». «Grazie a questa attenzione – ha enfatizzato – in questi ultimi anni il sindacato si è rafforzato dando vita a nuove forme di contrattazione per i lavoratori».

Per il segretario generale della Fist Cisl Nazionale Pierangelo Raineri «nei nuovi scenari demografici dell’ ageing society diventa indispensabile costruire, attraverso la contrattazione, un welfare capace di intercettare la crescente domanda di servizi di cura ed assistenza ed offrire soluzioni adeguate» «L’assistenza socio sanitaria assistenziale è uno degli input più importanti per la salute e l’aspettativa di vita è una delle misure chiave della salute di una popolazione» ha sottolineato il sindacalista evidenziando che «la contrattazione a tutti i livelli compreso il livello transnazionale, resta il perimetro migliore entro cui inserire diritti e tutele anche considerato che i sistemi sanitari del mondo non sono pronti ad affrontare l’invecchiamento crescente». «Il sindacato globale – ha concluso Raineri – dovrà essere pronto ad affrontare i nuovi scenari per meglio tutelare i molti lavoratori e le lavoratrici del settore care».
La segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan ha rilanciato sulla «necessità  di mettere al centro la persona», da sempre l’orizzonte ultimo della azione sindacale portata avanti dalla Cisl. «L’invecchiamento della popolazione, il ruolo e la valorizzazione, normativa e retributiva del lavoro di cura nel panorama globale anche all’interno del più vasto settore dei servizi, la sicurezza degli ambienti di lavoro, l’adeguamento delle tutele sociali rispetto ai mutamenti tecnologici e demografici, così come l’organizzazione del lavoro, con la conciliazione dei tempi di vita e dei tempi del lavoro, la tutela delle fasce più deboli come i bambini e gli anziani a cui sono legate anche le politiche pubbliche della sanità e dell’assistenza – ha sottolineato Furlan – sono elementi fondamentali per la valorizzazione della persona e sono queste le linee principali che valgono, sia a livello europeo che mondiale, per rivendicare la centralità della persona nel lavoro, per non considerarla come elemento di svalutazione competitiva». «Per garantire coesione sociale e copertura sanitaria – ha concluso la sindacalista – serve dare la giusta dignità al lavoro svolto dalle donne e dagli uomini di questo settore, sia esso lavoro formale che lavoro informale. Per continuare a garantire progresso, per evitare sempre più conflitti e povertà, serve creare solidarietà e sussidiarietà».

Giovedì 14 febbraio l’assise farà il punto sullo stato della contrattazione nei vari paesi del mondo e approfondirà in particolare lo stato dell’arte ed i rapporti con le multinazionali e le associazioni For Profit operative in tutto il mondo. Uno dei focus sarà dedicato all’evoluzione della contrattazione in Italia dove un sistema avanzato di relazioni sindacali ha consentito di costruire con le associazioni imprenditoriali del settore contratti nazionali e organismi bilaterali per gli oltre 2milioni di addetti ai servizi privati di cura e assistenza alla persona che operano alle dipendenze delle famiglie e delle aziende private che forniscono servizi alla persona in modo strutturato. La tre giorni di confronto si concluderà il 15 febbraio con una tavola rotonda sul tema “The importance of CBA and Training”, “L’Importanza della Contrattazione Collettiva e della formazione professionale”.
Molti gli ospiti attesi all’iniziativa tra cui Padre Francesco Ciccimarra, presidente Agidae, Paul Marsden, ufficio tecnico della Organizzazione Mondiale della Sanità, Annie Newman del sindacato neo zelandese E Tu, JeanPiet Bauwens del sindacato belga Setca, Masanobu Furukawa del sindacato giapponese UA Zensen w Katha Fortieri del sindacato canadese UNIFOR. Tra i relatori anche esponenti dei sindacati americani SEIU e RWDSU, del sindacato argenti Fatsa e dello spagnolo CCOO TBC, Unicare Americas, dei sindacati cechi e polacchi Cozz, Uzo, Opzz Kp, del sindacato messicano Sntissste, del sindacato tunisino ugtt e del sindacato austriaco Gba Tbc.