Incontro con lo scultore Flavio Furlani

Nella foto: lo scultore Flavio Furlani

di Claudio AlmanziAlbenga. Abbiamo incontrato lo scultore Flavio Furlani al Punto Arte di Paola Maestri dove stava realizzando (ora è possibile ammirarlo nella vetrina della Galleria in Via Mazzini) un albero di Natale del tutto speciale, addobbato con alcune delle teste realizzate per le tante sue sculture urbane. Appena ultimato l’allestimento, Furlani ci ha invitato a visitare il suo atelier nel centro di Albenga. Fra sculture, quadri, bozzetti e progetti artistici Furlani ci ha parlato del suo lavoro. Oggi affermato scultore, Flavio ha alle spalle una lunga e straordinaria carriera in un altro campo, quello fotografico. Per anni è stato infatti il “professionista del click” incaricato di realizzare le foto dei cataloghi e dell’ archivio del prestigioso Centro Internazionale di Sperimentazione Artistiche Marie Louise Jeanneret di Boissano. Un luogo nel quale ebbe modo anche di incontrare e diventare amico di alcuni dei più grandi artisti e scultori del secondo Novecento.


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“I miei inizi – dice Furlani – sono legati alla fotografia: già quando lavoravo per grandi artisti e li aiutavo a preparare i loro cataloghi d’arte, sentivo la necessità di esprimermi al di fuori della dimensione un po’ piatta data dall’istantanea. Erano i primi anni Settanta, quando ero un affermato fotografo, ma lavoravo anche per la nipote di Le Corbusier, Marie Louise Jeanneret, nel Centro Sperimentale di Boissano. Qui ho avuto modo di conoscere decine di grandi artisti come Andy Warhol, Spoerri, Kirili, Mario e Marisa Merz, Pistoletto, Quesada, Tinguely, Baj, Acconci, Hartung, Kounellis, Kokoschka, Sonia Delaunay, Otth, Angeli, Schifano, Farioli, Kodra, Keizo, Moboulese, Bonnar, Boetti, Arman, Cèsar, Albertini, Mondino, Arde, Damiano, Rhol, Ruoppo e Freund. Fu una esperienza fondamentale e da allora ho sempre cercato di esprimermi in tutte le dimensioni”.

Nato a Torino nel 1933, valente fotografo, Furlani è un abile scultore del legno e marmo, ma utilizza anche con maestria i materiali più vari. Autodidatta, ha scoperto la sua inclinazione artistica da bambino, quando raccoglieva l’argilla destinata ai mattoni, per modellare piccoli oggetti. La prima parte della sua vita è tutta dedicata alla fotografia, in cui è diventato un noto professionista, specializzandosi in riprese aeree, poi l’approdo alla pittura ed alla scultura, alla quale si dedica però con dedizione solo dalla fine degli anni Ottanta, quando questa forma di espressione, diviene quella che gli consente maggiore libertà e vi si dedica con grande entusiasmo. Furlani ha partecipato a numerose mostre collettive ed ha all’attivo anche alcune personali di grande rilievo. A livello locale ha sostenuto anche la nascita di Gallerie d’Arte e di associazioni artistiche locali come l’Ucai (Unione Cattolica Artisti Italiani) e il Circolo Artistico-Culturale “Amici nell’Arte”. “Nella scultura trovo la possibilità- dice ancora Furlani – di provare emozioni plastiche, col contatto fisico delle mani, immerse nella materia. Mi sono da sempre abituato ad estrarre dalla figura, anche se soltanto fotografica, le linee, le forme, le luci della natura. Il passaggio alla scultura è stato perciò naturale, direi quasi inevitabile”. Più volte Furlani è stato considerato dalla critica come uno scultore legato all’arte precolombiana. Ciò se è vero per una parte della sua produzione, sembra essere tuttavia una troppo riduttiva catalogazione della sua arte che è invece legata ai grandi movimenti del primo Novecento ed alle influenze dei grandi scultori italiani della seconda metà del secolo scorso.

Molte sue sculture, busti ed installazioni pubbliche sono facilmente raggiugibili e visibili con un breve itinerario da Albenga, a Villanova, Alassio, Zuccarello, Ortovero e Ceriale. Fra le più note il “Monumento a Clemente Panero”, “Ilaria”, “Il Mulo e l’Alpino”, “Il Minotauro”, “I ragazzi di Ceriale”, “Spiaggia”, “Fischia il vento”, “Monumento ai Carabinieri” e “Padre Santo”.

“Ho voluto – conclude Furlani – allestire questo particolare albero di Natale proprio qui, nella Galleria di Paola, per due ragioni: è il luogo nel quale ho trascorso gran parte della mia prima vita, quando ero fotografo, e perché oggi la Punto Arte è da considerarsi uno spazio espositivo, che è diventato, in breve tempo, un punto di incontro aperto non solo a tutti gli artisti locali, ma anche a tutti gli appassionati di arte che vogliano collaborare alla realizzazione di progetti ed idee che contribuiscano all’arricchimento artistico e culturale del nostro territorio”.