TV liguri: solo 5 programmi su 989 sono dedicati a bambini e adolescenti

Si è svolto questa mattina nella Sala dei Chierici della biblioteca Berio, a Genova, il convegno “Tv e Minori”, organizzato dal CoReCom Liguria, durante il quale sono stati presentati i risultati della ricerca, condotta dall’Osservatorio di Pavia, sull’offerta televisiva rivolta a bambini e adolescenti e sulla rappresentazione dei minori nei programmi di sei emittenti locali, nel settembre 2016.


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L’analisi riguarda una settimana campione, nella fascia oraria 8-24, e ha coinvolto anche le edizioni di prima serata del TGR Liguria e delle reti Rai, Mediaset e La7 per consentire un raffronto con le testate locali.

Le emittenti liguri selezionate sono: Televarazze, STV Rapallo, Primocanale, Liguria TV, Telecity 7 Gold, Telenord.

In particolare, secondo il report dell’Osservatorio, la programmazione specifica per minori occupa una parte molto ristretta dei palinsesti delle reti liguri pari allo 0,5%, (5 programmi), mentre il 12,1% (120 programmi) riguarda tematiche relative a bambini e ragazzi o interviste a minori in programmi non dedicati.

Il presidente del Consiglio regionale Francesco Bruzzone ha rivolto ai partecipanti del convegno il saluto dell’Assemblea legislativa. «E’ doveroso segnalare l’importanza di questa iniziativa, sia per i contenuti che per il livello con cui è stata condotta. Il tema, infatti, merita dettagliati approfondimenti come quello che viene presentato oggi – ha dichiarato – Sappiamo bene, infatti, i rischi che corrono i minori quando accedono ad alcuni strumenti, che non è solo la televisione ma anche il web. Certamente è più facile controllare ciò che il bambino vede in tv rispetto a quanto vede o sente sullo smartphone». Il presidente ha, quindi, espresso soddisfazione per la recente approvazione in Parlamento della legge contro il “cyber bullismo” e ha aggiunto: «Sarebbe giusto attivare ulteriori forme di tutela dei minori che riguardino non solo le televisioni, ma proprio il web».

Anche l’assessore alla comunicazione e formazione Ilaria Cavo ha espresso apprezzamento per la ricerca condotta su richiesta del CoReCom Liguria: «La sfida di questa ricerca riguarda il modo in cui viene affrontato il tema dei minori nella televisione. La difficoltà maggiore – ha aggiunto – è parlare di loro proprio dal loro punto di vista, ma è proprio questo il passaggio che dobbiamo fare». «Noi ci focalizziamo – ha aggiunto, introducendo un altro tema – anche sul tema importante del bullismo e del web» e ha sottolineato l’impegno della giunta nelle scuole liguri per affrontare queste tematiche. «Occorre sensibilizzare i minori sui rischi del web – ha concluso – e aumentare la loro consapevolezza sulle opportunità, ma anche sugli altri aspetti legati all’utilizzo della rete».

Alberto Maria Benedetti, presidente CoReCom Liguria ha aperto i lavori del convegno. «L’immagine dei bambini e degli adolescenti veicolata dall’emittenza televisiva locale è quasi sempre associata ad eventi drammatici. Questo – ha dichiarato – è ancor più vero nel caso dei telegiornali che, pur osservando un sostanziale rispetto dei codici di autoregolamentazione e delle carte deontologiche, davvero poco spazio dedicano al bambino nella sua quotidianità.

Occorre, allora, restituire realtà alla rappresentazione dei bambini nei media, raccontare il loro mondo e la loro vita». Benedetti ha sottolineato il ruolo strategico che viene svolto dal Co.re.com. Liguria: «Anche grazie ad iniziative come quella di oggi il Comitato intende rafforzare il proprio ruolo di stimolo e sensibilizzazione nei confronti dei diversi soggetti del sistema dei media. Attivare una sinergia tra le risorse e le competenze proprie e quelle, ad esempio, del mondo scolastico e delle emittenti locali, valorizzare le esperienze e l’entusiasmo dei bambini, far crescere la cultura dei diritti dei bambini e dei ragazzi anche nel mondo dei media locali».

Manuela Malchiodi dell’Osservatorio di Pavia ha illustrato i risultati della ricerca nel dettaglio. «Nel complesso non sono stati rilevati situazioni o casi gravi, tuttavia – ha aggiunto – abbiamo riscontrato scarso interesse delle emittenti ai programmi dedicati ai minori. C’è, invece, più attenzione ai bambini e agli adolescenti nell’informazione, che si interessa ai giovani. Occorre, però, sottolineare che c’è una scarsa propensione a scoprire il loro punto di vista. Infatti – ha aggiunto la ricercatrice – non c’è un’abitudine consolidata a chiedere ai ragazzi il loro parere, a cogliere il loro punto di vista e ad affrontare certi temi dalla loro prospettiva». Malchiodi ha sottolineato un aspetto positivo dell’emittenza locale: «Rispetto ai telegiornali nazionali, quelli locali, secondo i risultati dell’indagine, hanno mostrato di essere meno propensi alla spettacolarizzazione e di essere più attenti all’informazione».

Christian Moretti del CoReCom ha annunciato la presentazione, a luglio, di un’altra ricerca, commissionata dal Comitato all’università di Genova: «Abbiamo sottoposto agli studenti iscritti alla terza media inferiore un questionario mirato a conoscere la loro interazione con la rete e gli strumenti utilizzati. Un questionario simile è stato sottoposto anche ai loro genitori – ha aggiunto – per comprendere quanto i genitori sanno dei loro ragazzi rispetto a queste nuove abitudini».

Ivana Nasti dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha spiegato l’esistenza di norme che, a livello europeo e italiano, introducono vincoli precisi nel rapporto fra minori e televisione e ha suggerito la necessità di definire quote di programmi dedicate ai minori. «Esiste – ha aggiunto – poca sensibilità culturale rispetto a questi temi in chi lavora nel mondo televisivo». Nasti ha rilevato che sono calati gli ascolti televisivi perché l’attenzione dei giovani negli ultimi anni è stata catalizzata in modo sempre più considerevole dagli smartphone: «Questo aspetto merita ulteriori elementi di approfondimento. La questione – ha concluso – è dunque complessa e impone interventi innovativi a livello normativo e proprio questa può essere per tutti noi una bella sfida».

Francesco Lalla, Difensore civico-Garante regionale dell’Infanzia e dell’adolescenza ha definito «sconfortante» il quadro fornito dalla relazione dell’Osservatorio di Pavia. «La televisione si occupa poco dei minori e in forma riduttiva rispetto alle necessità. Non ci sono state televisioni in cui i minori – ha aggiunto – sono stati i protagonisti e in cui potessero esprimere la propria opinione su temi che li riguardano da vicino. Troppo spesso pomposi interventi giuridici restano imperativi scritti che non portano ad alcun risultato. Questa ricerca, invece, dà indicazioni precise e rappresenta un impegno per le tv a fare molto di più per il mondo dlel’infanzia». Secondo Lalla, infine, «ci sono stati temi che riguardano i minori che avrebbero avuto bisogno di più spazio. Penso al tema dei vaccini che, secondo me, avrebbe richiesto dalle televisioni una posizione più decisa e costruttiva».

Dario Arkel, esperto dell’ufficio del Garante regionale dell’Infanzia e dell’adolescenza: «La comunicazione è fondamentale per i bambini, per la loro formazione e per una crescita equilibrata – ha dichiarato – Purtroppo, però, proprio in questo settore non c’è nessuno che si fa portatore dei diritti e dell’identità dell’infanzia». Arkel ha illustrato i rischi a cui i bambini vanno incontro di fronte a programmi non elaborati correttamente: «I bambini sono affascinati dalle immagini e dunque queste vanno studiate da soggetti che conoscano il minore e il suo processo evolutivo. Pensiamo – ha aggiunto – alle immagini della pubblicità: occorre, dunque, offrire una programmazione più selezionata e che non eserciti confusione sul bambino il quale, in questi casi, è considerato un potenziale cliente del prodotto offerto». Secondo Arkel, infine, «il settore dei programmi destinati ai minori, o nei quali questi sono addirittura i protagonisti, non viene regolato da norme stringenti di tutela. Non basta, infatti, la manleva dei genitori per assicurare che quelle immagini o quei programmi non producano danni rispetto ad una crescita equilibrata».

Sono intervenuti nel successivo dibattito operatori televisivi e rappresentanti delle associazioni di consumatori e degli enti impegnati nella tutela dei minori.

Fra gli altri è intervenuto Italo Lunghi di Tele Liguria Sud che ha illustrato la felice esperienza portata avanti da ormai 15 anni dall’emittente spezzina che realizza e manda in onda un telegiornale gestito dai bambini.

SINTESI DEL REPORT

Campione

L’analisi riguarda una settimana-campione di 6 emittenti locali liguri, nella fascia oraria 8-24, oltre alle edizioni di prima serata del TGR Liguria e delle reti Rai, Mediaset e La7.

Le emittenti liguri selezionate sono: Televarazze, STV Rapallo, Primocanale, Liguria TV, Telecity 7 Gold, Telenord.

I programmi per i minori

Escludendo gli spazi riservati alla pubblicità e ai programmi accessori, nelle reti liguri 125 programmi su 989 hanno una delle seguenti caratteristiche:

  1. Sono programmi per minori

  2. Presentano interviste a soggetti di minore età

  3. Trattano tematiche relative ai minori

In particolare la programmazione specifica per minori occupa una parte molto ristretta dei palinsesti pari allo 0,5%, (5 programmi), mentre il 12,1% (120 programmi) riguarda tematiche relative a bambini e ragazzi o interviste a minori in programmi non dedicati.

Il picco minimo di pertinenza si registra, curiosamente, proprio durante la fascia protetta.

Le trasmissioni che più spesso presentano forme di attenzione per i minori sono i notiziari, seguiti dagli altri spazi informativi, tra cui le rubriche sportive: i due generi costituiscono complessivamente il 76% dei programmi pertinenti ai minori. Il resto dell’attenzione è distribuito prevalentemente tra intrattenimento e programmi religiosi.

Risultati della ricerca

Televarazze dà il contributo più consistente, con i suoi 41 programmi pertinenti al tema, STV Rapallo contribuisce con 28 trasmissioni, tra cui gli unici programmi specifici per minori del campione, Primocanale con 24 trasmissioni, mentre le altre reti rimangono piuttosto distanziate, riservando a bambini e ragazzi un’attenzione marginale.

La prassi delle repliche, ricorrente nelle TV locali, porta a ridimensionare il dato globale dell’attenzione riservata ai minori, che in 39 casi su 125 è il frutto della messa in onda ripetuta di uno stesso programma.

Tg nazionali e locali

Nei TG nazionali esiste un’attenzione per i minori molto più rilevante rispetto a quelli locali con 164 notizie pertinenti alla settimana, contro le 40 notizie dei TG locali, compreso il TGR Liguria, che presenta tuttavia un dato superiore agli altri notiziari locali. Tra le reti private locali gli scarti sono minimi (3-5 notizie), se si eccettua Primocanale (9 notizie), mentre emergono differenze importanti tra le reti nazionali: a parte la marginalità del tema sul TG La7, si osserva un maggiore interesse per i minori nei telegiornali Mediaset, con due picchi rappresentati dal TG4 e da Studio Aperto.

Età e genere dei minori rappresentati: nella maggior parte dei casi i notiziari locali fanno riferimento ai minori come categoria indifferenziata, cioè i servizi evocano perlopiù questioni riguardanti tutti i minori in maniera indistinta. Nei TG nazionali, invece, i minori rappresentati sono più connotati in termini di età e di genere. La ragione sta soprattutto nella copertura riservata da questi ultimi a diversi casi di cronaca che hanno coinvolto ragazze e ragazzi, chiaramente individuabili nelle loro caratteristiche anagrafiche.

Notizie sui minori

Minori vittime: sui notiziari nazionali nel 70% delle notizie pertinenti ai minori questi sono vittime di qualcosa o di qualcuno; nei notiziari locali liguri sono evocati in quanto vittime nel 18% delle notizie.

Minori intervistati: nei TG locali si incontra un solo servizio con intervista a minori, nel TGR Liguria 3 notizie su 12, segno di un interesse a ricercare il loro punto di vista, anche su temi poco comuni.

Adulti intervistati: sulle tematiche riguardanti i minori, sono più spesso chiamati ad esprimersi gli adulti: genitori, insegnanti, politici, medici e psicologi.

Immagini di minori: i servizi pertinenti contengono spesso immagini di minori. Nei telegiornali nazionali il 46% delle notizie pertinenti presenta queste sequenze; nei telegiornali delle sei emittenti locali private è il 39%, nel TGR Liguria il 42%. Il rapporto mette in luce buone e cattive pratiche riscontrate nell’uso di queste immagini.

Impronta emotiva o formativa. I TG locali, i TG Rai e, in misura netta il TGR Liguria, presentano un’impronta in larga parte informativa, che privilegia un linguaggio sobrio e descrittivo, e schemi narrativi lineari. I Tg Mediaset fanno più spesso leva su espedienti emotivi.