Rigoletto: una serata sfortunata al Priamàr di Savona

Rigoletto_Fortezza Priamar_2016_Foto di Luigi Cerati (2)di Laura SergiSavona. Sposa bagnata, sposa fortunata. Peccato che, nel caso di un titolo operistico, non si possa dire la stessa cosa. Il riferimento è a sabato 18 giugno, quando al Priamàr di Savona andava in scena ‘Rigoletto’, di Giuseppe Verdi, ispirato al dramma ‘Le roi s’amuse’ di Victor Hugo (prima rappresentazione a Venezia, l’11 marzo 1851). Sarebbero dovuti essere tre atti, di cui il secondo il più bello, che culmina proprio negli istanti della ‘vendetta, tremenda vendetta’, che non ci è stato consentito di apprezzare. Al momento del ‘Tutte le feste al tempio’, una pioggerellina fastidiosa ha portato il maestro Stefano Romani a sospendere la rappresentazione, con un ottimista direttore artistico e presidente Giovanni Di Stefano che ci invitava a pazientare un quarto d’ora, superato il quale si sarebbe certamente (sic!) potuto riprendere il melodramma.


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In realtà… così non è stato, un nuovo ritorno alle seggiole è stato salutato da un ritorno di sadiche goccioline e dai primi lampi, e l’amaro in bocca è ciò che ha accomunato tutti gli spettatori e gli artisti sul palco.

Un gran peccato, perché la bravura degli interpreti era già stata sottolineata da frequenti applausi sia nei confronti della nostra Linda Campanella (Gilda, nella foto), che verso Rodolfo Giugliani (nel ruolo del buffone di corte), e Roberto Iuliano (il Duca di Mantova). Sul ‘Caro nome’ il tributo del pubblico verso il soprano è stato fragoroso, ma è stato solo uno dei tanti bei momenti che ci ha regalato la serata, visto che i tre protagonisti già erano usciti alla fine del primo atto per gli applausi. Molta poesia, infatti, ha regnato a piazzale del Maschio quando la ragazza ha chiesto al giullare di parlarle della madre, e tantissima dolcezza quando ha confessato il suo amore per quel giovane che la pedina sempre e che, ma lei non lo sapeva, le stava alle spalle… Forse, un po’ di pathos in più non guastava sia quando la maledizione si avvera, al finire del primo tempo (Rigoletto), che all’inizio del secondo, quando il Duca si ritrova a rimarcare che ‘Ella mi fu rapita…’.

Interessante la voce di Rocco Cavalluzzi, nel cast quale ‘Sparafucile’: ci piacerebbe riascoltarlo ancora fra qualche anno, e ottimo il Coro Lirico Veneto diretto dal maestro Flavia Bernardi, così come l’Orchestra Regionale Filarmonia Veneta. Poco importa che i costumi di Mirella Magagnini non ci abbiano esaltato, però se la figlia del buffone è la nostra Campanella, occorre qualcosina rivedere: è una donna ‘in carne’, non necessariamente le stanno bene queste vesti da educanda più adatte ad una personcina esile.

Come faccio però a trasmettervi quanto di bello ci ha regalato la serata di sabato? E quanto sia stato brutto per tutti andarsene via? Ci provo dicendovi che, minuzie a parte, poteva essere un grande successo, dove ciascuno del cast curava molto anche la recitazione: bellissimo il momento in cui il buffone chiede pietà ai cortigiani e si prostra! Peccato che, da lì a poco… Citiamo infine il resto degli interpreti, cominciando da Sabina Cacioppo (Maddalena del terzo atto, che non abbiamo conosciuto), così come Riccardo Ambrosi (decisamente in giornata sfortunata, perché dopo poco avrebbe annunciato l’ultimo viaggio di Monterone), Stefano Marchisio (Monterone), Elena Rosolin (Giovanna), Romano Franci (Marullo), Raffaele Feo (Borsa), Conte e Contessa di Ceprano (Paolo Bergo e Simonetta Baldin). Regia di Federico Bertolani, per una produzione del nostro Teatro di Tradizione, in collaborazione con il Teatro Sociale di Rovigo.

Ora l’appuntamento è con ‘Lucia di Lammermoor’ di Gaetano Donizetti, giovedì 14 luglio e sabato 16 (ore 21.15). Martedì 12 (stessa ora) è prevista l’anteprima con l’iniziativa ‘Adotta un nonno’.
Ne riparleremo, ma incrociamo le dita…

*Foto di © Luigi Cerati – Osteria dell’immagine Varazze.