Liguria: regione sollecita Tirreno Power su piano industriale e garanzie occupazionali

centrale TP 02Regione Liguria. Durante la seduta di questa mattina il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità un ordine del giorno, sottoscritto da tutti gruppi, sulla situazione della Tirreno Power. Il documento impegna la giunta a promuove la creazione di un tavolo di lavoro a cui parteciperanno il Governo, la Regione, gli enti locali, l’azienda e le parti sociali per definire e individuare un percorso che porti alla risoluzione della vertenza. Questo tavolo – si precisa – dovrà avere comunque una costante operatività per soggetti locali.

L’ordine del giorno, inoltre, chiede alla giunta di fissare un incontro urgente con il Governo per individuare le modalità con cui gestire il percorso di uscita dal carbone a tutela dell’ambiente e della salute di cittadini e lavoratori, come previsto dagli accordi di Parigi. Il documento, infine, impegna la giunta a programmare subito percorsi di formazione per acquisire competenze e professionalità nel campo delle energie rinnovabili. La giunta regionale, inoltre, dovrà tenere infirmati i cittadini, le competenti commissioni consiliari e le associazioni sugli sviluppi del percorso.

Incontro su futuro di Tirreno Power- Durante una pausa della seduta, i consiglieri regionali, insieme agli assessori allo sviluppo economico Edoardo Rixi, all’ambiente Giacomo Giampedrone e alle politiche dell’occupazione Gianni Berrino, hanno incontrato i rappresentanti di categoria di Cgil, Cisl e Uil e le rsu dello stabilimento savonese, posto sotto sequestro da parte della magistratura dal marzo 2014.

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La riunione è stata coordinata dal presidente dell’Assemblea legislativa Francesco Bruzzone.

I sindacati hanno ricordato che, a causa della forzata inattività dei due gruppi a carbone, gli addetti (attraverso alcune procedure di mobilità volontaria) sono passati da 250 a 168 unità, con pesanti tagli anche nell’indotto, e hanno manifestato forti preoccupazioni perché la società titolare non ha ancora presentato il piano industriale, che permetterebbe di prorogare i contratti di solidarietà, che altrimenti scadranno in ottobre lasciando gli operai senza nessuna fonte di reddito. Secondo alcuni lavoratori, inoltre, la società potrebbe, addirittura attivare le procedure di mobilità obbligatoria già nel mese di giugno.

Giovanni Lunardon (Pd) ha rilevato che la priorità resta la salvaguardia dell’occupazione e che occorre «avviare un ragionamento su un progetto di riconversione che parta dall’utilizzo del metano per arrivare, però, ad un progetto più grande di decarbonizzazione che possa, così, assorbire tutti gli addetti». A questo scopo è necessario, secondo il consigliere, attivare un tavolo di confronto con tutti gli attori, compresi i rappresentanti sindacali, ma occorre anche un impegno del Governo, che «deve mettere gli strumenti finanziari per sorreggere la riconversione».

Andrea Melis (Mov5Stelle) ha dichiarato che ogni azione futura deve avere «al centro la salvaguardia dell’occupazione. Quindi va bene un percorso per avere garanzie di sostegno al reddito, ma dubito – ha aggiunto – che l’azienda abbia le risorse per finanziare la riconversione». Melis ha ribadito che «il carbone non è più il futuro». Secondo il consigliere è necessario che la pressione sul Governo sia sollevata sul futuro di tutti i siti produttivi di energia in Liguria che, accanto a quello di Vado, riguarda anche le centrali Enel di Genova e Savona: «Solo con una massa critica così importante – ha spiegato – si può avere più visibilità».

L’assessore allo sviluppo economico Edoardo Rixi ha precisato che la situazione è resa più complessa dal recente cambio dei vertici dell’azienda, che ha rallentato la possibilità di confronto con la Regione, e dal fatto che l’imminente riforma costituzionale prevede che le politiche energetiche tornino di stretta competenza nazionale. «Da ottobre, quindi, – ha spiegato – potrebbe non avere più senso un tavolo solo territoriale, ma deve esserci da subito la presenza del Governo, perché altrimenti rischiamo di assumere scelte che poi non vengono condivise a livello nazionale e che resteranno scelte vuote». Rixi ha assicurato, comunque, che prima di ottobre verrà varato il Piano energetico regionale. L’assessore ha, infine, garantito che nell’incontro, previsto per giovedì a Roma sulla vertenza Piaggio, presenterà una richiesta scritta affinché sia convocato urgentemente un tavolo governativo anche su Tirreno Power. Rixi ha, quindi, ricordato i diversi incontri avuti con i vertici della società per ottenere un Piano industriale, che permetterebbe di «avere numeri precisi, di capire la strada che la proprietà intende percorrere su cui attivare i bandi regionali per l’insediamento di aziende oppure per decidere di riattivare l’accordo di programma su Savona in cui, con la partecipazione di risorse governative, è possibile ricollocare le persone che dovessero uscire dal ciclo lavorativo di tirreno Power». L’assessore ha, infine, garantito che la giunta si pone come priorità la salvaguardia dell’occupazione.

L’assessore all’ambiente Giacomo Giampedrone ha rilevato che gli uffici del suo dipartimento verificheranno rapidamente alcune osservazioni relative alla bozza del Piano energetico regionale in modo da velocizzarne l’iter di approvazione. L’assessore si è dichiarato a favore della proposta di Lunardon di coinvolgere anche i sindacati nel tavolo operativo regionale.

L’assessore alle politiche dell’occupazione Gianni Berrino ha dato la propria disponibilità a partecipare al tavolo.

Raffaella Paita (Pd) ha ribadito la necessità che la Regione eserciti il proprio ruolo: «La Regione non deve nascondersi dietro a vicende di livello nazionale» ha detto in relazione alla futura riforma costituzionale citata da Rixi. Paita ha ricordato, inoltre, che nella vicenda della dismissione della centrale Enel della Spezia il sindaco Federici ha creato un tavolo di confronto con tutti gli enti coinvolti sull’utilizzo futuro dell’area.

Gianni Pastorino (Rete a Sinistra) ha ribadito la necessità di approvare un ordine del giorno, che «resta un atto politico ma di valore simbolico», ha sottolineato la necessità che il Governo svolga un ruolo di protagonista nella vicenda e che «venga avviato un percorso concordato per uscire dall’utilizzo del fossile».

Al termine della riunione i capigruppo hanno elaborato un ordine del giorno, che è stato approvato dal Consiglio subito dopo la riapertura della seduta.