Anche ad Albenga una baraccopoli per gli sfrattati?

di Claudio Almanzi – Parte da una coppia di italiani sfrattati, che foto albenga i due sfrattatidormono da due mesi dove possono, l’idea di creare anche ad Albenga una baraccopoli per le decine di famiglia che, nel comprensorio che va da Andora a Ceriale, hanno perso casa. “A Borghetto- dice Giuseppina Russo- c’è già una apposita baraccopoli che accoglie chi, per varie ragioni, ha perduto casa. Ma vi possono accedere solo coloro che sono residenti nel comune”. La coppia che dorme a volte sul greto del Centa, a volte in spiaggia, dopo essere stata sfrattata dalla loro casa di Leca d’Albenga chiede al Comune di Albenga di mostrarsi generoso e pronto a recepire le numerose richieste che vengono dal territorio per attivare un centro così come è stato fatto a Borghetto Santo Spirito. Qui è da tempo aperta un’area di emergenza abitativa in Via Po, sostenuta anche dall’aiuto concreto di due associazioni: il gruppo Antipolitico Savonese e l’associazione animalista” Noi Animali Onlus”.

Giuseppina Russo abitava da alcuni anni nelle case popolari di via Partigiani. Per lei lavori saltuari, fino all’aggravarsi delle sue condizioni di salute (sta facendo le pratiche di aggravamento, avendo già una invalidità del 46 per cento). Da gennaio è andato a vivere con lei Massimiliano Santamarina: anche per lui un lavoro a tempo determinato ed alla fine del contratto le difficoltà a pagare bollette ed affitto. Così è arrivato lo sfratto per l’appartamento di via Partigiani, 10, tornato così in possesso di ARTE.

La storia di Giuseppina e Massimiliano è già stata raccontata da radio e tv locali ed è seguita con interesse dal Gruppo Antipolitico Savonese, da mesi attivo per aiutare chi si trova in difficoltà. “Speriamo- dicono Giuseppina e Massimiliano- che il sindaco di Albenga Giorgio Cangiano ci aiuti e provveda all’apertura di un’area di emergenza simile a quella di Borghetto, dove ci sono delle strutture temporanee e mobili che possono dare rifugio a chi, come noi, è in situazioni di emergenza, tenuto conto che fra poco arriverà l’inverno e diventa difficile dormire all’aperto”. L’alloggio in cui abitava la coppia è stato posto sotto sigilli e gli ex inquilini non possono neppure rientrare per riprendere le proprie cose: “Speriamo- conclude Giuseppina- che non vengano gettate nella spazzatura tutte le nostre cose e di trovare al più presto qualche aiuto per una sistemazione provvisoria in vista nell’approssimarsi dell’inverno. Per questo rivolgiamo a tutti, anche alle parrocchie, un accorato appello di aiuto”.

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1 Commento

  1. E questa è una ” vergogna tutta italiana ” – in compenso diamo case o alberghi ” ad altri ” a 32 euro al giorno a fare niente.
    E le parrocchie per loro non hanno posto ?
    Complimenti alle istituzioni.

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