«L’intelligenza smarrita. Suscita smarrimento e preoccupazione l’intervista odierna di Giulia Stella, Segretaria della Camera del Lavoro di Savona». Così una nota Santo Grammatico (Presidente Legambiente Liguria) e Stefano Sarti (Vicepresidente Legambiente Liguria).
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«Come si può affermare di voler riattivare la centrale a carbone di Vado Ligure? Come si può essere d’accordo con il bitume a Savona? Come tornare ad affidarsi alla “tecnologia” (parola quasi magica) per conciliare ambiente, lavoro e salute? Dove vive la Segretaria Stella? Dove ha lasciato, novello Astolfo, il proprio senno, sulla luna?».
«Cinquant’anni di ricerche scientifiche, di dibattiti e di iniziative locali, nazionali e mondiali paiono passati invano», proseguono i due ambientalisti: «Il cambiamento climatico pare non esistere. Mutano gli areali di specie animali e vegetali. Aumenta la temperatura media del mare e l’estate appena trascorsa è stata quella più calda dall’inizio delle misurazioni L’utilizzo delle risorse rinnovabili, l’incremento dell’efficienza energetica e la riduzione degli sprechi di energia sono la scelta di molte nazioni europee, centro di molte economie e di svariate iniziative imprenditoriali».
«La CGIL savonese è invece prona su posizioni oramai fuori dalla storia. Difficilmente usabili anche negli anni cinquanta quando si opponeva alla chiusura dello stabilimento siderurgico Ilva e il “fumo delle ciminiere dava pane e lavoro”. Fa specie che la CGIL non solo non abbia mai fatto menzione degli effetti nocivi del carbone a Vado Ligure ma continui a sostenere il fossile senza interrogarsi sulle eventuali ricadute occupazionali dell’uso delle rinnovabili, del risparmio e dell’efficienza energetica nella vita quotidiana del territorio ligure».
«Allargare l’iniziativa del Campus di Savona (Smart polygeneration microgrid) va in questa direzione e non in quella dell’antiquata, pericolosa e perdente dell’utilizzo del carbone. Invitiamo la segretaria Stella ad aiutare i cittadini e le cittadine, le lavoratrici e i lavoratori a fermare i progetti di trivellazione nell’Adriatico e nel Canale di Sicilia, far adottare dal governo italiano un piano d’azione nazionale sul clima che abbia l’efficienza energetica e le rinnovabili come pilastri fondamentali. No al Carbone, Sì al futuro», conclude la nota di Legambiente Liguria.
Purtroppo è più facile, comodo e politically correct dire di no invece di battersi affinchè le opere industriali si facciano ma nel pieno rispetto dell’ambiente.