Pietrabruna: settant’anni fa a Torre Paponi una delle peggiori stragi naziste

di Sergio Bagnoli – È stato uno dei peggiori eccidi di cui si macchiarono le Torre paponi chiesatruppe d’occupazione naziste durante la Guerra di Liberazione che divise l’Italia nel tragico triennio 1943- 1945. È l’eccidio di Torre Paponi il cui orrore, senza nulla togliere alle stragi di Marzabotto o Sant’Anna di Stazzema, ha colpito nei decenni dell’Italia repubblicana l’immaginario collettivo dei tanti studiosi che si sono applicati allo studio della Resistenza in Italia.
I fatti accaddero esattamente settant’anni fa, il sedici. Dicembre del 1944. Inverno duro e tragico quello che precedette la Primavera di Liberazione, soprattutto nell’estremo Ponente ligure. Già era caduto in quel di Alto, combattendo, il “mitico” capo partigiano Felice Cascione ma nell’Imperiese, la cui Provincia non a caso si fregia della Medaglia d’oro al valore militare, le bande partigiane davano parecchio filo da torcere ai nazi- fascisti per i quali l’entroterra rappresentava una vera e propria incognita. Fu così che i comandi tedeschi escogitarono la rappresaglia contro i molti contadini che nei paesi abbarbicati alle pendici delle Alpi liguri solidarizzavano con i combattenti per la libertà, di qualsiasi credo politico fossero.
La mattina del sedici, credendo di trovare a Torre Paponi, oggi frazione montana del Comune di Pietrabruna, gruppi partigiani, i tedeschi risalirono armati sino ai denti la stretta valle alle spalle di San Lorenzo al Mare. Molti civili, vedendoli salire determinati, si diedero alla macchia nei boschi quasi presagendo quella che sarebbe stata la tragica fine di molti loro compaesani. I nazisti occuparono in una manciata di minuti il borgo, poi radunarono gli abitanti rimasti, molti erano donne e bambini, nella barocca chiesa parrocchiale.
Qui condussero anche, orribilmente torturato, il curato Don Vittorio De Andreis che ritenevano un fiancheggiatore delle bande partigiane. A questi affiancarono il parroco, Don Pietro De Carli, reggiano di Guastalla. Incendiarono poi gran parte di Torre Paponi distruggendola. Non paghi di tanto orrore diedero fuoco pure ai due sacerdoti che morirono tra sofferenze atroci. Parimenti furono uccise altre ventisei persone del paese. Le uccisioni proseguirono, pure, il dì appresso.
Ieri, Domenica, la sentita e mesta cerimonia di ricordo in occasione del settantesimo anniversario della strage che, esattamente, cade domani. Alle nove e mezzo in punto, nella parrocchiale del borgo, dedicata ai Santissimi Cosma e Damiano, il Vescovo diocesano Monsignor Suetta ha celebrato una solenne funzione in memoria del martirio di Don Vittorio e Don Pietro, insieme a quello di altri ventisei abitanti, poi il corteo si è diretto verso il monumento ai caduti nell’eccidio ed una corona di fiori è stata posta sulla stele che riporta i nomi delle vittime. Erano presenti le autorità civili che hanno sottolineato quanto sia importante evitare, anche a settant’anni di distanza che l’oblio scenda sul ricordo dei fatti affinché tali orrori non abbiano più a ripetersi.