Alassio: Lo sport di vivere, immagini ed emozioni con Carlo Nesti

Approda ad Alassio “Lo Sport di Vivere”, il video-monologo curato da NESTI IN STUDIOCarlo Nesti, con la regia di Luciano Somma che verrà presentato il 23 agosto in piazza della Libertà davanti al Comune alle 21. Insieme a Nesti ci saranno anche altri due grandi personaggi della Rai: Gianni Vasino redattore sportivo e Tarcisio Mazzeo, inviato al Giro d’Italia e voce storica della trasmissione “Tutto il calcio minuto per minuto”.
L’evento è realizzato in vista di “Torino Capitale Europea dello Sport 2015” e dei 150 di Storia del Giornalismo Sportivo Italiano (1865-2015) e si lega all’uscita del libro di Carlo Nesti “Il mio Allenatore si chiama Gesù” (Edizioni San Paolo), che rispecchia le finalità educative ed etiche dello spettacolo stesso. Carlo Nesti, nel suo video-monologo ha raccolto l’espressione dei sentimenti dello sport e li ha “cuciti” fra loro. Come sottolinea spiegando il significato dell’opera: “….E’ possibile esprimere i sentimenti, che proviamo nella nostra esistenza, non solo con l’attualità o l’arte, ma anche con gli eventi sportivi, che li hanno rappresentati. Da quando è nato l’uomo, le passioni costituiscono la fiamma, che accende il piacere di narrare qualcosa a qualcuno. E i sentimenti massimi, che alimentano le passioni, sono l’amore e l’odio. Essi creano antagonismi, uomo contro uomo, e, in epoca di guerra, popoli contro popoli, nazioni contro nazioni, ed eserciti contro eserciti. L’epica è il genere letterario, a partire da Omero, con Iliade e Odissea, attraverso cui vengono celebrati gli eroi, che vincono le guerre, o i martiri, che le perdono. In assenza di conflitti, dalle Olimpiadi antiche a quelle moderne, è proprio la contesa dello sport a riprodurre, magari mediante il linguaggio bellico, le contrapposizioni fra atleti e atleti, e fra squadre e squadre, che sostituiscono popoli, nazioni ed eserciti. Ma anche la vita di tutti i giorni è, sovente, una sorta di combattimento, nel quale ci sono, alla fine, vincenti e perdenti. Ed ecco che, in questa concatenazione guerra-sport-vita, l’agonismo diventa una espressione epica dei sentimenti, che proviamo durante la nostra esistenza. Ci sono eventi della storia dello sport, infatti, che hanno magicamente incarnato le situazioni quotidiane di chiunque, con il calore, e il colore di un capolavoro: chiamiamolo “lo sport di vivere”. Il giornalismo sportivo, di conseguenza, si è spesso trovato alle prese con un incrocio narrativo: spiegare certe imprese più in chiave razionale, tecnica e scientifica, o più in chiave sentimentale, romantica e istintiva? In sostanza: cronaca o epica, testa o cuore? E’ una domanda, alla quale, una volta tanto, è bello non rispondere, apprezzando entrambe le interpretazioni, e lasciandoci guidare da esse…“.


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