Albenga: inaugurata “Silvia”, la personale di Silvia Celeste Calcagno

di Alfredo Sgarlato – Albenga. Si è inaugurata ieri pomeriggio alla 7 Mostra Silvia - Albenga 18-7-2014Galleria GAMA di Sandro Ristori la nuova personale dell’artista albisolese Silvia Celeste Calcagno, intitolata semplicemente “Silvia”. Dopo il saluto dell’Amministrazione Comunale – rappresenta dal Vicesindaco e assessore alla Cultura Riccardo Tomatis – e la presentazione curata da Francesca Bogliolo e dal sottoscritto, impreziosita dalla lettura di alcuni passi dai “Diari” di Virginia Woolf da parte dell’attrice Amelia Conte, il pubblico ha potuto apprezzare alcuni dei lavori recenti dell’artista.


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In un mio precedente articolo scrivevo che spesso nella letteratura italiana contemporanea mancano “la carne e il sangue” che fanno la vita di un’opera. Questi invece non mancano nei lavori di Silvia Celeste Calcagno, giovane artista di grande talento. Silvia nelle sue opere mette letteralmente a nudo l’anima e il corpo di una – o molte – donne, come in un cammino psicoanalitico. Dalla ceramica Silvia è passata al video e alla performance, sulla scia di Marina Abramovic e Gina Pane, la sua ispiratrice, con cui non condivide però la carica aggressiva e provocatoria. Quello di Silvia è un racconto catartico, sapienziale, dove una donna cresce attraverso le sue esperienze.

Molti i volti del mondo femminile che l’artista percorre. L’attesa, sospesa nel tempo, in “Ilaria”, lavoro che cita l’Ofelia amata dai Preraffaelliti, ma che a differenza di quella non è una donna morta ma viva. Le giovani donne, Iris, Rose, Carla, Celeste, che espongono le bellezza del corpo e del volto senza intenti seduttivi, ma con estrema naturalezza; oppure, letteralmente, sanguinano davanti all’obiettivo, a mostrare il lato più oscuro del corpo femminile, con cui una donna convive normalmente, mentre un uomo ne è estraneo. Non stupisce, parlando con Silvia, che tra i registi preferiti citi Cronenberg e Lynch, autori definiti “della nuova carne”.

Nei video si nota la consonanza col minimalismo di Fluxus, specie di Nam June Paik, o con l’estremismo quotidiano di Boltanski, autore da lei amato. “Celeste, so happy” è il racconto terapeutico della fine di una relazione, mentre “Iris” è una fata bambina che legge una poesia di Michele Mari (scrittore da scoprire) sui fiori. Molti altri artisti erano presenti all’inaugurazione e ne sono usciti soddisfatti salutando una vera artista.

La mostra sarà visibile sino al 14 agosto, dal martedì al sabato, in orario 10,30-12,30 e 15,30-18,30.