Primarie regionali del Pd, ultimi fuochi d’artificio: Arnaldi (Tribaleglobale) contro Lunardon, “con Cavarra per cambiare veramente”

(fp) – Primarie regionali del Pd, ultimi fuochi d’artificio in attesa del voto di domenica 16 febbraio che chiuderà i giochi fra i tre candidati alla Giovanni Lunardon e Sergio Cofferatisegreteria ligure, Alessio Cavarra, Giovanni Lunardon e l’outsider, in quota Civati, Stefano Gaggero. Un testa a testa annunciato tra i primi due, dall’esito non scontato e che dovrà fare i conti anche con le ricadute a livello locale, sugli umori dell’elettorato che si presenterà alle urne, della guerriglia ancora in corso all’interno del Partito Democratico in questi giorni, con la liquidazione avvenuta oggi senza troppe cerimonie di Letta da parte di Renzi, ora candidato alla guida di un nuovo Governo.

Se anche i “renziani del ponente” si sono da tempo schierati a favore del cuperliano Lunardon sostenendo che, al di là delle preferenze per la segreteria nazionale, “rimane per il territorio più rappresentativa”, non sono però mancate né mancano le voci contrarie, come quella di Giuliano Arnaldi, fondatore di Tribaleglobale e componente della Segreteria del Circolo Pd di Villanova d’Albenga, secondo il quale “Cavarra è il candidato di Renzi, ovvero di quel Pd che oggi ha la responsabilità, dopo avere stravinto le Primarie, di convincere con un progetto di governo anche e sopratutto in Liguria”.

“Leggo che ‘artisti e la società civile’ insieme a quasi tutto i potenti locali si schierano con Giovanni Lunardon nelle Primarie del Pd che sceglieranno il Segretario Regionale”, dice Arnaldi, che si sfila in altra direzione non risparmiando critiche a Lunardon: “Giovanni è rappresentato con lo slogan ‘partiti per il futuro’ La coerenza lascia supporre che essi siano soddisfatti della qualità dell’intervento che il Pd ha fatto in questi anni sui temi della politica, della cultura e dell’impegno civile. Da oltre un decennio infatti Lunardon è tra i massimi responsabili delle scelte che il Pd ha fatto nel nostro territorio. È un fatto però che il Pd abbia subito in questo periodo una epocale emorragia di iscritti e di voti: la perdita del comune di Vado Ligure – la città di Lunardon- ne è la rappresentazione plastica”.

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“Quanto alla cultura significa essere soddisfatti della gestione della politica culturale che il Pd ha sostenuto in questi anni in qualità di massimo partito di governo e del lavoro fatto delle persone che il Pd ha scelto per gli Enti di nomina politica , come ad esempio il padre di Giovanni, Almerino, che siede sulla poltrona della Fondazione De Mari con la massima responsabilità proprio in questo settore praticamente da sempre. Questo significa essere soddisfatti – cito l’esempio più emblematico- dei risultati lasciati sul territorio dalla più costosa operazione culturale pubblica di questo decennio, le due Biennali di Ceramica che sono costate alla collettività circa un miliardo e duecento milioni delle vecchie lire… Quanto a ‘partire per il futuro oltre gli apparati’, Giovanni (che pure ha un’ottima professionalità personale, è archeologo) esercita legittimamente la professione del politico dal 2002”.

“I risultati ottenuti dal suo lavoro si possono quindi valutare”, sostiene Arnaldi, tirando le somme di un bilancio a suo dire negativo: “Io francamente non sono soddisfatto, e penso che si potesse, si dovesse fare di più , meglio e in modo più trasparente. Restano Stefano Gaggero e Alessio Cavarra: non li conosco, e questa è già una credenziale: credo infatti nell’urgenza di un cambiamento radicale. Gaggero è un candidato di opposizione: ho sostenuto Civati, ma penso che ora serva un progetto di governo. Cavarra è il candidato di Renzi, ovvero di quel Pd che oggi ha la responsabilità, dopo avere stravinto le Primarie, di convincere con un progetto di governo anche e sopratutto in Liguria: è sostento da Burlando, e dal prestigio del suo buon lavoro in Regione. Ha rinunciato alla poltrona di Consigliere Regionale dopo soli due anni e mezzo (e quindi ad ogni privilegio e vitalizio) per fare il Sindaco della sua città, dove ha stravinto con il settanta per cento dei consensi. Mi basta. Io sto con Cavarra”, conclude Arnaldi.