Sfida per la segreteria regionale Pd. In campo Lunardon e Cavarra

pddi Mary Caridi – Ragionare come se i renziani non avessero vinto il congresso. Questo chiede il cuperliano, candidato alla segreteria  Giovanni Lunardon, mentre a Roma un agguerrito Fassina e i bersaniani smentiscono questo fair play lunardiano.   Con lo sguardo alla conquista della segreteria oggi, ma anche con il pensiero rivolto  ai futuri appuntamenti elettorali  che culmineranno nel 2015 con le elezioni regionali che sceglieranno lo sfidante Pd per la carica di governatore.

“Con le primarie e la vittoria di Renzi il congresso nazionale è finito. Quel voto – sottolinea Lunardon – ci chiede di guardare avanti con coraggio per indicare al Paese e alla nostra Regione vie nuove e nuovi protagonisti”.
Penso che tra le cose che gli elettori ci hanno detto di cestinare ci sia l’idea di chi ancora ritiene possibile scegliere il segretario regionale non in base al merito e alle proposte in campo, ma in base all’ appartenenza a una corrente piuttosto che a un’altra. Questo è un relitto della peggior prima Repubblica; uno dei motivi per cui il PD ha perso consenso“.

L’endorsement di Federico Berruti, sindaco di Savona,  uno dei maggiori protagonisti  renziani che converge – a sorpresa –  sulla candidatura di Lunardon, dopo aver consumato una pesante stroncatura della candidatura del  suo compagno di rinnovamento, il segretario provinciale Fulvio Briano, ha portato i renziani liguri a scegliere come sfidante di Lunardon, Alessio Cavarra. Un candidato che per competere alle comunali di Sarzana (dove oggi è il sindaco) aveva rinunciato a una comoda poltrona di consigliere regionale.

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Si entra nel vivo della competizione con l’incognita di cosa decideranno i civatiani, se metteranno in corsa un loro candidato o faranno accordi con una delle parti in corsa.

Dalle dinamiche è chiaro che si tratti di un congresso acceso, che la posta in ballo sia alta e che ognuno dei protagonisti ne sia ben consapevole.

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