Il musical “A l’è de Loa” si terrà domenica 18 agosto alle 21 in piazza Italia a Loano e narra la vita di Maria Rosa Nicoletta Raimondi, madre di Giuseppe Garibaldi, tra realtà e leggenda. L’opera è realizzata dall’Associazione Culturale Marinara Lodanum in collaborazione con “I Senzatetto”, La direzione artistica dello spettacolo è affidata a Teo Chirico, mentre la regia è curata da Nello Simoncini. Le musiche sono di Teo Chirico e Giovanni Amelotti, i testi portano la firma di Luisa Cardano e Nello Simoncini, e le coreografie sono di Eleonora Cocchi.
Luisa Cardano, nell’introduzione, sottolinea l’importanza di conoscere la storia locale e il legame di Loano con Garibaldi. Le ricerche su Maria Rosa sono state complesse, ma si è scoperto che nacque a Loano nel 1776 e visse eventi storici significativi, tra cui le guerre napoleoniche. Sposò Domenico Antonio Garibaldi nel 1799 e si trasferì a Nizza, dove ebbe cinque figli. Rosa morì nel 1852, e Garibaldi espresse rammarico per le difficoltà che la madre affrontò a causa della sua carriera.
Lo spettacolo è parte del progetto “Giovani in biblioteca-Riprendiamoci il futuro”, promosso dal Comune di Loano per incentivare la lettura tra i giovani e creare uno spazio di aggregazione culturale.
Le ricerche per Il musical “A l’è de Loa”
“Conoscere la storia del proprio paese e di chi, in modo particolare, ci è nato e vissuto lasciando la sua impronta, non solo fa parte dei nostri interessi ma soprattutto della nostra cultura – spiega Luisa Cardano nell’introduzione allo spettacolo – Loano è stata eletta città della lettura e della cultura, ecco perché ci teniamo a far conoscere a tutti nostri abitanti ed ai turisti, le ricchezze artistiche, storiche e culturali che l’arricchiscono. Ci siamo resi conto che certi loanesi non sanno ancora che nella nostra ridente cittadina esiste, in via Cavour, l’abitazione di Maria Rosa Nicoletta Raimondi, su cui è affissa la targa a lei dedicata. Chi è costei? Nientemeno che la mamma di Giuseppe Garibaldi, l’eroe dei due mondi”.
“Le ricerche sul personaggio in questione sono state difficoltose per le incerte e discordanti notizie. Notizie reperite sia in diverse biblioteche che da testi di storici locali e non, quali Rembado, ricercatore attivo e acuto, Guerzone biografo, Molle, Bignardello e Manni, uomini di grande cultura. Altre ricerche sono state tratte dagli archivi degli istituti religiosi di Albenga e Genova, senza contare quelle riportate da Nizza. Pertanto abbiamo dedotto che Maria Rosa Nicoletta Raimondi è nata a Loano il 22 gennaio 1776 da Maddalena Conte di Alassio e Giuseppe Raimondi di Cogoleto. II padre di Rosa, Giuseppe Raimondi, nato a Cogoleto circa nell’anno 1742, da fanciullo è venuto con la famiglia a stare a Loano. I Raimondi erano padroni di barca e per il carico che trasportavano lungo il litorale erano denominati ‘Calcinali’. Rosa, ultima dei quattro figli di Giuseppe, era una fanciulla dal profilo quasi ascetico e dallo sguardo penetrante”.
“Aveva vissuto le prime grandi pagine delle guerre dell’Armate d’Italia, con tutto il terrore e lo spasimo dell’invasione cruenta. Le truppe francesi di Napoleone e quelle austro-tedesche avevano devastato Loano, Boissano e Toirano. Era il novembre del 1795. Devota al Signore andava sovente in chiesa al Carmelo, luogo in cui incontrò Domenico Antonio Garibaldi che appena la vide se ne innamorò profondamente. Domenico era figlio di Angelo Domenico e di Isabella Puccio; nato a Chiavari nel 1766, esercitava il piccolo cabotaggio lungo la riviera, ma con residenza stabile a Nina. Egli sbarcava di frequente a Loano ed anche lui soleva salire al Carmelo dove ebbe diversi incontri con Rosa. Ambedue legati alla fede con sincerità e semplicità, si sposarono nel 1799 e lasciarono Loano sulla vecchia imbarcazione Santa Reparata; andarono a costruire il loro nido a Nizza (nella baia fra Antibe e Villafranca). Rosa Nicoletta Raimondi in Garibaldi cominciò la nuova vita in una casetta in fondo al porto Olimpio, sulla sponda del mare, Era semplice, dolce, pia, affettuosa ma fiera. Ebbe quattro figli maschi: Angelo, Giuseppe, Michele, Felice e una figlia femmina che morì dopo pochi anni di vita”.
“Giuseppe fu il suo prediletto per l’affettuosità, la bontà e la gran vivacità. Desiderava che lui diventasse prete ma, come sappiamo, dovette seguire le imprese del figlio con grande ansia. Rosa mori a Nizza il 19 marzo del 1852 nella piccola casa dove vide nascere i suoi figli. Tuttora giace lì la sua tomba, che inizialmente era vicina a quella di Anita, la compagna di Giuseppe Garibaldi, il quale lasciò scritto: ‘Uno dei rammarichi della mia vita sarà quello di non aver potuto far felice gli ultimi giorni della mia buona genitrice la cui vita ho seminato di tante amarezze con la mia avventurosa carriera’”.