di Alfredo Sgarlato – Si conlude l’edizione 2024 del Terreni Creativi Festival, tenutosi interamente presso l’Ortofrutticola, con una serata ancora una volta di altissimo livello. Si comincia con la performance “Luisa”, di e con Valentina Dal Mas. L’autrice/interprete mette in scena una ragazza fragile, eppure desiderosa di appropriarsi della vita, col corpo, con la parola, con la canzone. Il vostro cronista non ha questo tipo di spettacolo nelle sue corde, ma la bravura della Del Mas è innegabile, e il pubblico recepisce il talento e il messaggio applaudendola a scena aperta e richiamandola più volte.
Finale del festival dedicato al ricordo di Enzo Moscato, scrittore, regista, attore di teatro e cinema, filosofo, cantante, studioso di psicoanalisi, mancato all’età di 76 anni pochi mesi fa. Moscato, che forse è più familiare al pubblico come interprete dei film di Martone, Corsicato, De Lillo, è una delle figure centrali del Rinascimento culturale di Napoli, autore di oltre sessanta pieces teatrali e di molti libri, tra cui l’autobiografico “Archeologia del sangue”. Attivo a partire dal 1980 e considerato un possibile erede di Eduardo o di Pasolini, era adorato dai suoi collaboratori che lo consideravano in primis un membro di famiglia, oltre che un poeta.
Caratteristica chiave dei suoi testi è l’uso della lingua, e l’alternarsi di italiano, napoletano e inglese (sempre comprensibili) è anche alla base dello spettacolo visto ieri, “Ritornanti” (1994), che riprende personaggi e tematiche di lavori precedenti. Due figure caratteristiche della mitologia partenopea, una donna di vita, Little Peach, Cristina Donadio, collaboratrice storica di Moscato, e un bambino, che è anche il “Monaciello”, Giuseppe Affinito, attore e scrittore praticamente cresciuto in scena nella compagnia, raccontano la loro storia e quella di Napoli, le dominazioni, i vicoli, le donne, il potere, il carcere, e tutte le contraddizioni di questa città che Moscato ha visto cambiare radicalmente nel corso del tempo. Tutto questo reso con una scrittura elegante e popolare insieme, onirica, estremamente avvincente. Uno spettacolo veramente straordinario. Purtroppo meno affollato di pubblico rispetto a serate precedenti, peccato, anche perché gli attori poi sono rimasti sul palco finché un forte vento l’ha consentito a raccontare e a raccontarsi.
Con la musica tra elettronica e Sud America di Lavalamp DJ che accompagna le discussioni tra i presenti conquistati dagli spettacoli si chiude un ottima edizione, almeno per le serate che vi abbiamo potuto recensire, e restiamo in trepida attesa per il 2025.
*Foto di Luca Del Pia dalla pagina Facebook di Terreni Creativi Festival