Consiglio regionale: dibattito su Rendiconto 2023 e Assestamento al bilancio di previsione 2024-26 (2)

Regione Liguria - Sede Palazzo De Ferrari

Nella seduta pomeridiana del Consiglio regionale sono state illustrate le altre quattro relazioni, tutte di minoranza sul Disegno di legge 181 “Rendiconto generale dell’amministrazione della Regione Liguria per il 2023”, il Disegno di legge 183 “Assestamento di bilancio di previsione della Regione Liguria per gli anni finanziari 2024-2026 e II Variazione, sul Documento di economia e finanza regionale (DEFR) 2025-27 e sul Disegno di legge 185 “Disposizioni di carattere finanziario e ulteriori disposizioni di adeguamento dell’ordinamento regionale”.

Fabio Tosi (Mov5Stelle) ha illustrato la relazione di minoranza ricordando i rilievi fatti dalla Corte dei conti alla gestione dell’amministrazione regionale. Il consigliere ha aggiunto «E’ doveroso tirare le somme del lavoro fatto da questa giunta e da questa maggioranza. Si è presentata nel 2020 – ha detto – con un programma molto corposo e dettagliato sotto molti aspetti che, però, è stato in grandissima parte disatteso». Tosi ha aggiunto che il suo intervento è di natura soprattutto politica e ha rilevato le cifre spese per la comunicazione: «Chiunque di noi con 5 milioni di euro poteva tranquillamente abbindolare qualsiasi ligure». «Non sono serviti a nulla – ha aggiunto – sia ALiSa, sia gli accordi con altre Regioni, sia la Struttura di missione, che avrebbero dovuto abbattere le liste di attesa, perché non è successo nulla. Nel 2020 – ha aggiunto – si parlava di programmi di attrazione sanitaria della Liguria, ma nulla non è accaduto. Nella campagna mediatica la giunta ha parlato di una legge quadro di sostegno alla natalità per le giovani copie – ha aggiunto – ma questo non è avvenuto». Secondo Tosi, al contrario, sono state incrementate le tasse relative agli acquisti per i neonati e il sistema dei consultori non è stato potenziato. «Pare che non ci siano nemmeno le risorse – ha aggiunto – per la Gronda che, dunque, è andata a farsi benedire, nonostante sia stata pontificata tante volte, la diga foranea di Genova è in ritardo di un anno, così come lo scolmatore del torrente Bisagno e non si sa che fine hanno fatto il tunnel della Val Fontanabuona e la Pontremolese eppure – ha sottolineato – questi erano obbiettivi del programma della giunta». Critiche sono state espresso denunciando l’assenza di politiche ambientali: «La Liguria è ultima Regione in Italia per la prodizione di energie rinnovabili e non vi sono interventi per ridurre il consumo di plastiche». Il consigliere ha criticato, inoltre, le politiche dedicate al turismo, soprattutto per favorire l’afflusso in tutti i mesi dell’anno. Rispetto all’imposta di soggiorno il consigliere ha rilevato che questa tassa non ha prodotto investimenti sul territorio ed eventi ad ampio respiro.

Sergio Rossetti (Gruppo misto-Azione) ha dichiarato: «Ritengo questa discussione sul bilancio consuntivo 2023 e lavariazione di bilancio dell’anno in corso l’ultima occasione della XI legislatura per tirare lesomme non solo economico finanziarie, ma soprattutto di natura politica di questi ottolunghi anni, per alcuni aspetti anche molto particolari; penso alla tragedia del PonteMorandi e a tutto quello che ne è derivato, alla pandemia che ha evidenziato le enormilacune di cui i nostri sistemi di sicurezza e cura sono dotati e che ci ha, per un attimo, illusi cheil mondo potesse cambiare nella consapevolezza che eravamo tutti sulla stessa barca, inrealtà siamo usciti tutti più consapevoli che siamo tutti nella stessa tempesta, ma inbarche diverse». Rossetti ha poi ricordato le parole pronunciate dal presidente Toti in Consiglio regionale nel 2015 «quando sosteneva che se “saremo riusciti a costruire una nuova speranza per tutte le donne e tutti gli uomini e per tutti i giovani che vivono in questa Regione, allora non avremo fallito il nostro compito e potremo aprire davvero una stagione nuova”. Non posso sottrarmi oggi a leggere con la lente della speranza e della fiducia del futuro i risultati delle scelte, delle priorità, degli stili, delle politiche della legislazione e delle politiche amministrative, quanto è accaduto in questi otto anni in questa Regione nelle diverse materie». In campo sanitario, secondo Rossetti, la giunta avrebbe avuto i maggiori fallimenti: «Ci sono i motivi di speranza e di sicurezza paventati nei programmi, nelle narrazioni e nei discorsi di questi anni? Posata la prima pietra dell’ospedale Felettino nel 2015, abbiamo iniziato, finanziato, realizzato l’ospedale unico di Taggia, fatto i grandi lavori di ristrutturazione del Santa Corona, il nuovo pronto soccorso del San Martino, l’ospedale degli Erzelli, che doveva essere inaugurato nel 2023, l’ospedale Galliera?». Secondo il consigliere il sistema sanitario regionale ha più o meno lo stesso disavanzo del 2024 mentre oggi la Liguria è alle soglie di un piano di rientro che comporterà un aumento delle tasse e la riduzione dei servizi: «Quali misure la giunta Toti ha assunto per migliorare quei conti mentre i servizi sono stati ridotti servizi, le fughe sono aumentate, è aumentata la spesa per la diagnostica private e la spesa delle famiglie per ricorrere all’assistenza a pagamento». Critiche sono state espresse circa la recente notizia di assenza di fondi per realizzare la Gronda, per i ritardi per costruire la Pontremolese, l’Aurelia a ponente, per l’assenza dell’attivazione della banda larga nell’entroterra e per la delocalizzazione nel porto di Genova del polo petrolchimico di Multedo. Rossetti ha indicato anche l’assenza dell’annunciato potenziamento dell’aeroporto genovese, le carenze dei collegamenti stradali e autostradali e la gestione dei rifiuti e del ciclo delle acque. «Perché – ha detto rivolgendosi alla giunta – non è stato riformato il sistema delle società controllate e delle partecipate, perché non sono stati emanati i piani sulla salubrità dell’aria, il piano che prevede le precauzioni da prendere sulla costa viste le mareggiate? Perché è stato usato il Piano Strategico di Investimenti per finanziamenti a pioggia dal sapore spesso elettoralistico?».

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Ferruccio Sansa (Lista Ferruccio Sansa presidente) ha annunciato voto contrario al Disegno di legge 183: Assestamento al Bilancio di previsione della Regione Liguria per gli anni finanziari 2024-2026 e II variazione. «Questo non è un assestamento di bilancio. È un atto dovuto che ormai sancisce la fine di un’esperienza politica, di un percorso. La Liguria – ha aggiunto – e la vita dei cittadini vanno avanti, ma la politica si è fermata per difendere se stessa. Già ad aprile, quando abbiamo votato per coprire la voragine della sanità, abbiamo notato tanti tagli nelle voci, che per la maggioranza e la giunta sono superflue mentre per noi sono essenziali. Dai Lea della sanità all’istruzione. Eccoci oggi di fronte a un assestamento che ha un sapore strano, perché porta avanti una politica in assenza del suo protagonista. Che tiene in vita qualcosa che non c’è più». Sansa lo ha definito un bilancio “zombie” e ha auspicato che sia l’ultimo bilancio di una giunta di centro destra. «Questo bilancio – ha aggiunto – racconta una situazione che non esiste e il modello economico della giunta è proiettato verso il passato». Il consigliere ha poi criticato i finanziamenti da parte di gruppi economici al movimento del presidente Giovanni Toti dichiarando che questo avrebbe condizionato l’azione amministrativa. «La politica – ha aggiunto rivolgendosi anche ai colleghi della minoranza – deve stare fuori dalle corsie degli ospedali, no alla privatizzazione della sanità, no ai medici a gettone, no alle consulenze, sì a incentivi all’università per premiare chi si impegna, per le case per studenti e per le giovani coppie, sì al mantenimento pubblico degli Ospedali di comunità». Il consigliere ha definito “superato” il modello di turismo adottato finora, «che trasforma i liguri solo in affittacamere». Sansa infine ha rilevato la necessità di dare nuovo impulso alla “banca della terra” e ha invitato a fare una politica trasparente, soprattutto nella progettazione delle grandi opere, coinvolgendo anche il territorio e la comunità civile. «Il nostro voto contrario a questo bilancio fallimentare ci costringe a dire cosa non vogliamo – ha concluso – e mi prendo un impegno con i cittadini perché non dobbiamo solo costruire opere nuove, ma anche creare una nuova classe dirigente, libera e competente avendo presente una parola sola “cambiamento”».

Gianni Pastorino (Linea Condivisa) ha dichiarato: «E’ evidente che l’assestamento di bilancio si prefigura come una manovra tecnica, viste le condizioni politiche in cui si svolge. Certamente la mancanza del presidente Toti, evidenzia ancora di più, la mancanza di visione che si è manifestata in questi anni in Regione Liguria». Pastorino ha aggiunto: «Oggi alcune situazioni che stanno allarmando le parti sociali, principalmente i sindacati, destano la nostra attenzione, perché la giunta nel tentativo di fare cassa, esercita pressione sulle ASL, obbligandole a tagliare sui servizi, scaricando sull’utenza eventuali disagi, nel tentativo che non riuscirà di limitare i danni di un passivo che alla fine del 2024 sarà di svariate decine di milioni». Secondo il consigliere i provvedimenti sono «una manovra completamente asettica per lo sviluppo della nostra regione, che rimanda in maniera evidente alla manovra del 2024 per tentare di fare fronte a lacune di bilancio che si sono fin qui evidenziate». Pastorino ha definito “un fallimento” la manovra e la gestione della Regione da parte della giunta: «Da anni assistiamo ad un aumento consistente ed allarmante del disavanzo sanitario» e ha rilevato l’assenza di una politica industriale in grado di intercettare gli interessi di grandi operatori internazionali che portino occupazione. Secondo il consigliere, «il prossimo Consiglio regionale si troverà ad affrontare i nodi irrisolti lasciati dall’attuale amministrazione e che sono l’esempio di un fallimento evidente e questa ultima manovra è, dunque, una manovra di poco conto».