In Consiglio regionale dibattito sul progetto del rigassificatore a Vado Ligure

Il Palazzo di Regione Liguria in Piazza De Ferrari a Genova

In Consiglio regionale Roberto Arboscello (Pd-Articolo Uno) ha annunciato la presentazione di un documento sottoscritto da tutti i gruppi di minoranza contro il progetto e, illustrando la relazione per conto di tutti i gruppi di opposizione, ha lanciato un monito: «Fermiamoci subito». Il consigliere ha precisato che la discussione odierna sarebbe esclusivamente sul progetto mentre un dibattito più ampio sul problema dell’approvvigionamento energetico sarà fatto in futuro. Il consigliere ha ricordato che anche la lista “Cambiamo Bergeggi”, espressione del movimento del presidente della giunta regionale Giovanni Toti, nel Consiglio comunale di Bergeggi ha votato contro il progetto. Arboscello, dunque, ha affermato che il presidente è rimasto solo a difendere il progetto e gli ha chiesto di prendere atto della volontà compatta del territorio e di abbandonare la posizione a favore, che avrebbe assunto per «interesse politico». Secondo il consigliere, infatti, non ci sarebbero motivazioni tecniche per giustificare lo spostamento della nave rigassificatrice Golar Tundra. Secondo Arboscello, inoltre, il presidente della giunta e commissario al progetto Giovanni Toti «non può scaricare la responsabilità della scelta sul Governo» in quanto – ha detto – è stato lo stesso presidente a offrire la disponibilità della Regione a ospitare la nave in Liguria per «compiacere il governo Meloni». Il consigliere, inoltre, ha lamentato la mancanza di informazione sul progetto alle istituzioni locali e ai cittadini e ha accusato il presidente della giunta di «fare terrorismo per sfuggire al dissenso del territorio» e ha precisato: «Il nostro “no” non è ideologico, ma fortemente motivato nella analisi di merito» spiegando che l’impianto comprometterebbe l’attività di molte imprese, a partire da quelle balneari e turistiche della zona. Rispetto alla sicurezza dell’impianto, Arboscello ha ricordato in aula alcune dichiarazioni del dirigente dell’ente preposto alla certificazione e, da un punto di vista ambientale, ha ribadito la pericolosità della nave rigassificatrice a ciclo aperto dichiarando che la sua presenza «non può essere barattata da alcuna compensazione»

Anche Ferruccio Sansa (Lista Ferruccio Sansa Presidente) ha preso la parola, a nome della minoranza, e ha precisato di non intervenire come esponente di un gruppo politico, ma «come ex candidato alla presidenza della Regione, come ligure, come savonese e giornalista». Secondo il consigliere, la scelta di ospitare l’impianto «non è stata condivisa e la comunità non ne è stata informata, ma è stata una imposizione solo del presidente Toti e nemmeno di una parte politica, dunque il presidente è l’unico responsabile di questa scelta perché anche alcuni dei suoi sostenitori non ne erano stati informati e molti anche in questo Consiglio regionale sono in un disagio profondissimo». Il consigliere ha aggiunto: «Gli amministratori locali sono stati informati quando i giochi erano ormai fatti» e ha accusato il presidente Toti di essersi arrogato il diritto di decidere da solo per guadagnarsi meriti rispetto al Governo. «A Vado – ha detto – si combatte una battaglia per la sicurezza, per difendere il turismo e l’immagine di questa zona» e ha adombrato il rischio di incidenti di proporzioni catastrofiche. Sansa, infine, ha ricordato le conseguenze ambientali e sanitarie provocate in passato dalla centrale Enel di Vado e le altre servitù industriali della zona: «Questa è una battaglia di uguaglianza – ha precisato – perché non esistono liguri di serie A e serie B».

Al termine delle due relazioni è iniziata la discussione generale

Gianni Pastorino (Linea Condivisa) ha accusato il presidente Toti di non avere informato tempestivamente la comunità sul progetto, in quanto il piano è stato presentato pubblicamente il 17 luglio mentre l’ipotesi di trasferimento da Piombino del rigassificatore sarebbe stata a conoscenza del presidente già a giugno. Il consigliere, inoltre, ha espresso perplessità sulla effettiva finanziaria delle compensazioni, come quelle suggerite dalla Lega attraverso un ordine del giorno presentato questa mattina (e poi ritirato, ndr).

Sergio Rossetti (Gruppo misto–Azione) ha dichiarato che la situazione impone un approccio non affrettato e rigoroso precisando che il “no” è contro l’attuale progetto, in quanto non avrebbe motivazioni tecniche, ma solo politiche, e dunque verticistiche, e risponderebbe solo alla necessità di rinsaldare le alleanze politiche nazionali del presidente Toti. Rossetti ha citato alcune dichiarazioni di Snam,per cuinon ci sarebbero motivi tecnici per il trasferimento da Piombino.

Fabio Tosi (Mov5Stelle) ha ribadito il “no” al progetto puntualizzando che il Movimento ha avanzato proposte, in passato, per risolvere il problema energetico e ha dichiarato che la reazione negativa assunta dal territorio certifica questa contrarietà. Secondo Tosi l’appoggio del presidente Toti al trasferimento della Golar Tundra a Vado risponderebbe alla necessità di ottenere il via libera dal premier Meloni per candidarsi al terzo mandato come presidente della Regione come rappresentante del centro destra.

Selena Candia (Lista Ferruccio Sansa presidente) ha ribadito che i tecnici Snam hanno dichiarato che non c’erano motivi tecnici per il trasferimento da Piombino della Golar Tundra e ha dichiarato che il mare di fronte a Vado non è un sito idoneo sia perchè il Mar Ligure è soggetto a moti ondosi molto forti e, inoltre, perché è compreso nel Santuario dei cetacei. Secondo Candia l’impianto potrebbe compromettere gli sforzi per lo sviluppo ambientalmente sostenibile del territorio savonese.

Paolo Ugolini (Mov5Stelle) ha smentito che il sito di Vado sia già inserito nel Piano nazionale del Gnl e sarebbe, invece, frutto di una scelta politica solo del presidente della Regione Giovanni Toti e ha paventato, sulla base di una documentazione illustrata durante il suo intervento in aula, i rischi nel caso di un incidente nell’impianto anche in relazione alla vicinanza della nave rigassificatrice alla costa del savonese. Ugolini ha poi denunciato che sta calando l’uso di gas liquefatto e, quindi, l’impianto potrebbe presto essere inutile.

Roberto Centi (Lista Ferruccio Sansa presidente) ha ricordato che in Liguria esiste già un impianto di rigassificazione in Liguria, cioè a Panigaglia, non escludendo eventuali conseguenze sulla vicina costa delle Cinque Terre e, tornando al progetto nel Ponente, ha criticato il fatto che il presidente Toti abbia avvisato i sindaci dei territori coinvolti attraverso una conferenza stampa e, dunque, senza un canale privilegiato e più tempestivo rispetto alle trattative assunte con Snam.

Angelo Vaccarezza (Cambiamo con Toti presidente) ha precisato che la discussione comprende due profili, quello sui rigassificatori e quello sull’impianto a Vado, e ha smentito che il rigassificatore a Panigaglia abbia compromesso lo sviluppo turistico del levante. Vaccarezza ha sottolineato che il savonese, durante i governi nazionali e regionali di centro sinistra, avrebbe pagato un prezzo altissimo in termini ambientali e ha accusato la minoranza di fare terrorismo suscitando ingiustificatii timori dei cittadini.

Stefano Balleari (FdI) ha rilevato che il Consiglio straordinario dedicato al progetto di un rigassificatore a Vado Ligure permette di approfondire la questione evitando, così, la visione distorta che ne avrebbero dati i gruppi di minoranza. Il consigliere, in particolare, ha definito terroristica la campagna avviata dai gruppi di opposizione rispetto ai rischi reali del progetto del rigassificatore a Vado Ligure e ha ribadito l’importanza del gas nel piano di approvvigionamento energetico.

Stefano Anzalone (Gruppo misto-Progresso Ligure) ha accusato l’opposizione di avere organizzato una campagna contro il rigassificatore a Vado Ligure perché, in realtà, sarebbe in una difficoltà prettamente politica in quanto ha posizioni diversificate a livello nazionale sul tema. Il consigliere ha precisato che il percorso, comunque, sarà lungo e che si tratta, comunque, di una decisione del Governo nazionale. Anzalone, infine, ha ricordato la grave crisi energetica che l’Italia ha recentemente attraversato.

Luca Garibaldi (Pd-Articolo Uno) ha accusato il presidente della giunta e commissario al rigassificatore Giovanni Toti di non avere difeso un modello di sviluppo ambientalmente sostenibile in Liguria e di non avere dimostrato rispetto istituzionale, non solo verso gli amministratori locali, ma anche nei confronti dell’Assemblea legislativa, in quanto non avrebbe risposto nel merito ad una interrogazione a suo tempo presentata dal consigliere Arboscello sul progetto.

Stefano Mai (Lega Liguria-Salvini) ha ribattuto alle accuse della minoranza relativamente al rischio di incidenti, ricordando che la nave rigassificatrice Golar Tundra ha avuto ben 59 autorizzazioni prima di essere ormeggiata nel porto di Piombino e ha sostenuto che il presidente Toti ha ritenuto l’ancoraggio della nave in Liguria una opportunità per la Regione, anche in vista degli importanti interventi di accompagnamento che arriveranno a vantaggio del territorio e della comunità del savonese. Successivamente il consigliere ha annunciato il ritiro dell’ordine del giorno che aveva presentato.

Davide Natale (Pd-Articolo Uno) ha rilevato che, nella seduta della competente commissione consiliare, i funzionari di Snam hanno spiegato che non avevano presentato il progetto nelle commissioni consiliari dei Comuni coinvolti dal piano in quanto il commissario al rigassificatore Giovanni Toti avrebbe detto loro che non potevano essere ascoltati in quelle sedi perché la gestione dell’informazione era in capo alo stesso commissario Toti.

Il presidente della giunta regionale Giovanni Toti ha replicato ai consiglieri di minoranza e ha precisato: «Il percorso per l’autorizzazione e l’eventuale collocazione del rigassificatore nell’area di cui stiamo discutendo è semplicemente all’inizio e quindi avremo modo di confrontarci compiutamente sotto tutti gli aspetti» e ha precisato che il tema energetico nazionale e la collocazione degli impianti sono scelte di politica energetica nazionale, su cui il Consiglio non ha una competenza diretta, quindi «la discussione è assolutamente legittima, ma tenendo presente che è il Parlamento nazionale, e non il Consiglio regionale, a dover scegliere». Toti ha poi precisato che il Piano energetico nazionale, elaborato peraltro dal precedente governo, prevede un “mix” di rinnovabili e di “gas” e che lo scenario non è sostanzialmente mutato. «Io non so ancora se quella nave avrà tutte le autorizzazioni delle 59 agenzie chiamate a giudicare quel progetto, tuttavia mi sembra – ha aggiunto – che qualcuno in quest’aula, scavalcando vigili del fuoco, capitaneria, università, centri di ricerca, agenzie nazionali e regionali dell’ambiente, sanità nazionale e regionale, abbia già la verità che quella nave lì rappresenta un problema, una paura, un pericolo, ma io credo che oggi nessuno possa sostenere questo». Il presidente è poi intervenuto su alcune «inesattezze» rilevate in alcuni interventi della minoranza: «L’autorizzazione per lo stanziamento della nave a Piombino non è stata cancellata per fare un favore a qualcuno del Governo Meloni, ma era nell’atto con cui il Governo Draghi ha autorizzato a mettere lì quella nave e Regione Liguria, prima regione portuale del Paese, aveva dato la propria disponibilità al Governo Draghi, non al Governo Meloni, che ha deciso razionalmente di utilizzare la nostra disponibilità». Rispetto alle accuse di mancanza di confronto, Toti ha sottolineato che questo avviene tra la struttura commissariale, l’ente Regione e i sindaci del territorio: «Il confronto – ha aggiunto – lo avremo in Provincia fra qualche giorno, abbiamo convocato anche i Consigli comunali dei Comuni interessati e il confronto lo abbiamo avuto anche con i Comuni». Il presidente ha precisato che il progetto si sta modificando nel suo “iter” di approvazione proprio sulla base di suggerimenti utili per i territori, «il documento che andremo ad approvare, se verrà approvato, – ha detto – sarà diverso da quello che è stato in prima battuta presentato». Il presidente ha, inoltre, ribadito che amministratori e associazioni possono, per legge, fare le proprie osservazioni nella Valutazione di Impatto Ambientale nazionale e che sarebbe stato opportuno aspettare quelle valutazioni prima di esprimersi sul progetto. Rispetto ai timori sulla sicurezza dell’impianto, Toti ha precisato che «sarebbe opportuno, lasciare che si esprimano le Commissioni e le Agenzie competenti» e ha ribadito la bontà del modello di sviluppo misto della Liguria tra logistica, industria e turismo e ha ricordato che ci sono rigassificatori in zone turistiche in molte parti del mondo. Il presidente, infine, ha ricordato che il porto di Vado è il più vicino alla rete gas nazionale. « Mi sento accompagnato – ha concluso – dai milioni di cittadini italiani che hanno pagato le bollette e da tutti coloro che, oggi come allora, hanno legittimamente protestato per il caro bollette, imprese e cittadini».

Altri punti discussi

Respinta la richiesta di sospendere l’iter autorizzativo del rigassificatore a Vado Ligure. Con 12 voti a favore (minoranza) e 19 contrari è stata respinta la risoluzione presentata da Alberto Arboscello (Pd-Articolo Uno), e sottoscritta da tutti i gruppi di minoranza,che impegnava la giunta a trasmettere al Governo la contrarietà del Consiglio regionale all’ipotesi progettuale di ricollocazione dell’impianto di rigassificazione e ad invitarlo ad assumere le determinazioni conseguenti a partire dalla sospensione dell’iter autorizzativo. Nel documento si rilevava che il trasferimento da Piombino a Vado della Golar Tundra avrebbe motivazioni meramente politiche, in quanto sono escluse ragioni di carattere tecnico ed emergenziali, e che, al contrario di quanto dichiarato dal presidente della Regione Giovanni Toti, il sito indicato dal progetto presentato da Snam non è indicato in nessun Piano nazionale, tantomeno quello sul Gnl, e che l’area portuale di Savona e Vado non ha un piano di emergenza esterno portuale e un rapporto di sicurezza portuale.

Sicurezza in materia energetica, misure contro il caro-bollette e rilancio del territorio savonese. Con 19 voti a favore (maggioranza) e 12 contrari è stato approvato l’ordine del giorno 936 presentato da Angelo Vaccarezza (Cambiamo con Toti presidente), e sottoscritto da tutti i gruppi di maggioranza, che impegna la giunta a mettere in campo tutte le azioni e misure necessarie all’attuazione del Piano energetico nazionale attraverso la realizzazione di progetti che, oltre a consentire al Paese la diversificazione e la sicurezza in materia energetica , lo mettano al riparo dalle ricadute di ulteriori crisi che hanno già avuto pesanti ripercussioni sulla vita di moltissime famiglie e imprese italiane; a mantenere costante il confronto con il territorio, le amministrazioni e tutte le realtà coinvolte per garantire la realizzazione di progetti che contengano tutti gli interventi necessari a garanzia della sicurezza, del rispetto dell’ambiente e della salvaguardia dell’ecosistema di mare e di terra e, infine, a farsi carico che il governo si faccia parte attiva per individuare adeguate risorse per realizzare le opere di accompagnamento destinate a infrastrutture e progetti di valorizzazione, sviluppo e rilancio del territorio savonese per tutte le comunità coinvolte al progetto.