Di padre in figlio, due generazioni a confronto ma unite dalla passione per la guida degli autobus di linea del trasporto pubblico locale: sono Serafino, il papà, e Marco, il figlio, entrambi autisti degli autobus in circolazione sulle linee savonesi.
Non sono gli unici “papà-figlio” tra il personale dipendente di TPL Linea, ma la loro vicenda rappresenta senz’altro un esempio positivo del patrimonio professionale dell’azienda savonese, capace di rinnovarsi anche in ambito familiare, con i due autisti in servizio per TPL Linea.
Serafino è entrato nell’azienda di trasporto pubblico il 2 dicembre del 1996 tramite concorso. “Ricordo che era un lunedì. Ho trovato per puro caso un manifesto inerente al bando dalla biglietteria di piazza del Popolo a Savona, mentre stavo svolgendo il mio vecchio lavoro. Oggi con internet è più facile reperire informazioni ma all’epoca non era certo semplice – racconta -. Ho visto il manifesto, ho pensato di provare ed è andata bene…”.
Marco, invece, rappresenta il “volto nuovo” del personale aziendale, in servizio dal 29 luglio del 2019, anche lui tramite concorso: “Prima lavoravo in ATM a Milano e quando ho scoperto, tramite mio padre, dell’esistenza del concorso ho deciso di provare. Il lavoro nei trasporti pubblici di Milano mi aveva fornito numerosi strumenti per affrontare questo mestiere e mi ha dato la certezza che era per me la giusta direzione”.
“La vita era più frenetica e la strada più trafficata. Il lavoro in riviera è più tranquillo e mi trasmette maggiore serenità. Il fatto di avere mio padre a lavorare con me mi ha tranquillizzato e motivato allo stesso tempo, inoltre si apriva la prospettiva di avvicinarsi a casa mia, alla famiglia e alle vecchie amicizie”.
Ma vediamo come si è sviluppata la passione per la guida dei bus e come si è arrivati a vivere in famiglia l’esperienza professionale comune, per la quale entrambi esprimo un sincero ringraziamento all’azienda di trasporto per la sicura e stabile opportunità lavorativa: “Sono entrato in TPL quando Marco aveva solo due anni e mi ha sempre visto con la divisa addosso…” ricorda ancora Serafino.
E Marco non manca di ricordare i momenti d’infanzia vissuti con il padre: “Ho effettuato numerosi viaggi con mio papà sin dalla più tenera età. Mi affascinava vederlo in divisa e poter viaggiare con lui. Quando non potevo andare con lui, ero triste e mi facevo sempre portare un regalino”.
“Ero affascinato dal mondo dei trasporti fin da piccolo. Mi piaceva molto giocare con le macchinine e le ruspe. Con il tempo mi sono avvicinato anche al mondo dell’agricoltura e in un primo momento mi sono inserito nel mondo del lavoro con un servizio inerente al mio percorso di studi. Successivamente – dice ancora Marco – mi sono reso conto che avrei preferito avvicinarmi al mondo dei trasporti come mio padre e ho deciso di prendere le patenti”.
Quanto allo stato attuale della professione Serafino e Marco incarnano due generazioni a confronto anche sul fronte della guida, dai vecchi bus esclusivamente meccanici fino a quelli nuovi e moderni, molto più elettronici, maggiormente confortevoli e manovrabili, ma spesso anche più vulnerabili nel caso di possibili guasti ai sistemi tecnologici del mezzo: “E’ vero, si è assistito negli anni a passaggi innovativi sul fronte del parco mezzi, la guida è migliorata, gli autobus sono più accoglienti e il carico è minore. Dall’altro canto, però, credo come nel tempo la professione sia rimasta abbastanza regolare senza grossi cambiamenti e, per fortuna, nella mia lunga attività con l’azienda non ho mai riscontrato alcun grande problema” sottolinea ancora papà Serafino.
E il figlio aggiunge: “Sicuramente l’evoluzione tecnica dei bus e dei mezzi del trasporto pubblico è stata un elemento che ha modificato alcuni aspetti della guida e della nostra professione, ma non bisogna dimenticare che esistono sempre altri indicatori necessari e tradizionali per svolgere questo lavoro”.
“Per il resto posso dire che le giornate lavorative sono regolari e la professione è soddisfacente e appagante. Nei mesi estivi il lavoro è certamente più pesante, ma in inverno possiamo avere turni più tranquilli”.
Gli “autisti in famiglia” di TPL Linea hanno poi la fortuna di incontrarsi spesso in ambito aziendale: “Capita spesso di riuscire a vederci, soprattutto nelle pause. Sicuramente questo ha rafforzato il nostro rapporto. Il lavoro in comune ci ha avvicinati anche perché ci ha permesso di condividerne gioie e difficoltà” dice Serafino.
“Lavorare con mio papà mi fornisce maggiore serenità. Se ci sono difficoltà so di avere una persona al mio fianco alla quale chiedere consigli e con il quale confrontarmi. Per quanto riguarda i rapporti sul lavoro cerchiamo sempre di rimanere professionali in modo da non avere interferenze con la vita privata, come è giusto che sia…” conclude il figlio Marco.