Liguria: il Rendiconto del Bilancio in Consiglio regionale

Il Palazzo di Regione Liguria in Piazza De Ferrari a Genova

In Consiglio regionale con 19 voti a favore (maggioranza) e 12 contrari è stato approvato il Disegno di legge 155: “Rendiconto generale dell’amministrazione della Regione Liguria per l’anno 2022” .

Il Rendiconto è una verifica di quanto è stato possibile realizzare attraverso il confronto fra le previsioni del bilancio ed i risultati definitivi conseguiti, sia in termini finanziari sia in termini patrimoniali, a seguito dell’attività amministrativa. Nel Rendiconto 2022 sono state accertate entrate per complessivi 6 miliardi e 302 milioni di euro e registrati impegni di spesa per complessivi 6 miliardi e 132 milioni di euro. Il totale delle riscossioni è stato di complessivi 5 miliardi e 915 milioni di euro ed il totale dei pagamenti è stato di complessivi 5 miliardi e 877 milioni di euro, con un fondo di cassa al 31/12/2022 di 296 milioni e 442 migliaia di euro. Il risultato di amministrazione al 31/12/2022 è positivo ed è pari a 598 milioni e 348 mila euro, da cui vanno dedotti accantonamenti e vincoli di legge.

Nonostante gli impatti sui bilanci regionali conseguenti alle crisi geopolitiche in corso, si ricorda che a livello normativo non sono state previste agevolazioni in favore delle Regioni in materia di vincoli di finanza pubblica, per cui è rimasto immutato l’obbligo del concorso delle regioni a statuto ordinario in termini di realizzazione di investimenti pubblici diretti ed indiretti per il quinquennio 2019-2023.

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La Regione Liguria è riuscita a rispettare i vincoli di finanza pubblica, sia in termini di equilibri di bilancio previsti dal combinato disposto del decreto legislativo n. 118/2011 e della legge n. 145/2018, sia l’obiettivo pari a 32 milioni di euro per l’anno 2022, in termini di investimenti nuovi e aggiuntivi, da completare entro il 2023.

Il totale delle risorse impegnate per investimenti risulta essere di 404 milioni di euro, di cui 155 milioni relativi al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e 43 milioni relativi al Piano Nazionale Complementare al PNRR (PNC); al totale di dette risorse deve essere aggiunto l’importo di 159 milioni di euro per Fondo Pluriennale Vincolato in conto capitale, che rappresenta lo sforzo della Regione in investimenti per gli anni futuri.

Per quanto riguarda il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ed il relativo Piano Nazionale Complementare (PNC), il totale delle somme vincolate impegnate nel 2022 da Regione Liguria è il seguente:

  • PNRR – 173 milioni di euro, di cui 156 milioni di euro sulla Missione 6 – Salute
  • PNC – 43 milioni di euro, di cui 36 milioni di euro sulla Missione 6 – Salute

Notevole impegno finanziario è richiesto per la gestione del trasporto pubblico locale, sia su rotaia sia su gomma, per la quale si utilizzano somme vincolate provenienti dallo Stato e risorse autonome regionali, queste ultime pari a circa 19 milioni per la gestione del trasporto su gomma, oltre a 21 milioni per il trasporto ferroviario e 125 migliaia di euro per il trasporto per vie d’acqua.

In merito alla spesa sanitaria, è stato previsto con risorse autonome regionali un fondo integrativo aggiuntivo corrente destinato alle aziende ed enti del servizio sanitario regionale, con impegni per un importo di 33 milioni di euro, oltre a 2 milioni di euro per interventi in materia di salute umana, veterinaria e randagismo.

La spesa sul settore sociale è stata rilevante: Regione ha dedicato 30 milioni di euro di risorse proprie, tra cui 16 milioni di euro destinate al fondo di solidarietà per le persone con gravi disabilità e 11 milioni circa alle politiche sociali.

Dibattito in aula sui provvedimenti finanziari

Luca Garibaldi (Pd-Articolo Uno) ha proseguito l’illustrazione della relazione di minoranza iniziata nella seduta del mattino. Il consigliere ha ribadito la propria preoccupazione, relativamente a Rendiconto e Assestamento, circa la possibilità di cogliere le opportunità straordinarie offerte dal PNRR per intervenire, in particolare, sulla sanità e ha paventato il rischio di ingolfamento della macchina amministrativa. Il consigliere ha dichiarato, in particolare, che la Regione non riesce a frenare la mobilità sanitaria passiva, che costa 52 milioni di euro e che richiederebbe una pianificazione nella programmazione, mentre anche il Piano Restart non sarebbe riuscito a ridurre le liste di attesa mentre «molti liguri rinunciano alle cure». Alla crisi sanitaria Garibaldi associa «una crisi sociale», in quanto cresce il cosiddetto lavoro povero per cui «75 mila lavoratori guadagnano meno di 9 euro all’ora», tutti problemi che «richiedono una risposta politica» per evitare «una Liguria che vada a due velocità».

Dopo le illustrazioni delle relazioni di minoranza è iniziato il dibattito generale.

Ferruccio Sansa (Lista Ferruccio Sansa presidente) ha dichiarato: «Ci sono due mondi paralleli, quello della propaganda e quello dove i liguri non trovano lavoro, devono emigrare, devono aspettare18 mesi per una colonscopia mentre si cerca di smantellare la sanità pubblica». Il consigliere ha rilevato che la giunta Toti, dopo otto anni di amministrazione, non avrebbe risolto i problemi della sanità: «Esistono due bilanci – ha aggiunto – quello ufficiale di cifre che devono quadrare, e un bilancio solo per consolidare il potere della giunta». Sansa ha annunciato la richiesta di una seduta straordinaria del Consiglio regionalededicato alle emergenze della Liguria.

Davide Natale (Pd-Articolo Uno) ha ricordato la sentenza della Corte dei Conti nel giudizio di parificazione «che dovrebbero far riflettere, in particolare sul giudizio relativo alla sanità» e ha citato, in particolare, la notevole mobilità passiva dalla Liguria verso la Toscana. «Crescono i liguri che si non si curano più – ha detto – quindi occorre mettersi intorno ad un tavolo per superare questa grande inefficienza del sistema sanitario e socio sanitario regionale». Natale ha paventato il rischio che in alcuni territori la capacità di cura diminuisca progressivamente e ha chiesto alla giunta di riflettere sulle osservazioni della Corte dei Conti.

Gianni Pastorino (Linea Condivisa) ha rilevato: «Noi siamo in una situazione particolare soprattutto per quanto riguarda la sanità, che ha una parte fondamentale nel bilancio» e ha sottolineato l’opportunità offerta dal Pnrr rilevando che, secondo anche quanto emerso dalle audizioni nella II Commissione Sanità, «esistono diversi problemi irrisolti che si sono sedimentati nel tempo». Il consigliere ha citato, fra gli altri, l’arretratezza della rete informatica nella sanità «che penalizza anche le competenze che pure esistono nella rete dell’assistenza sanitaria». Pastorino, infine, ha invitato la giunta a non attribuire alle precedenti amministrazioni tutte le responsabilità delle attuali carenze.

Stefano Mai (Lega Liguria-Salvini), ribattendo ad alcuni consiglieri regionali di minoranza circa la responsabilità della giunta Toti a partire dal 2015, ha puntualizzato ricordando che non sono mai arrivati i fondi a ristoro dei danni dell’alluvione che colpì la Liguria nel 2014 mentre sono arrivati quelli del 2018 Il consigliere ha ricordato, inoltre, l’impegno della giunta, a partire dal 2015, che riuscì a sbloccare i fondi del Piano di sviluppo rurale per centinaia di milioni di euro. Rispetto al Pnrr Mai ha espresso forti perplessità su queste misure precisando che non si tratta di erogazioni a fondo perduto, ma si tratta di prestiti che vincolano fortemente l’Italia rispetto all’Unione Europea.

Sergio Rossetti (Pd-Articolo Uno) ha ribattuto a Mai, precisando che una parte del debito del Pnrr ricade sull’Europa, e ha ribadito che la responsabilità dell’azione amministrativa regionale è in capo alla giunta Toti, che dal 2015 governa la Liguria. Il consigliere, successivamente, ha ricordato i rilievi della Corte dei conti relativamente alla trasparenza del bilancio regionale e ha chiesto chiarimenti al presidente della giunta Giovanni Toti sulla situazione degli ospedali liguri e dei reparti di emergenza e se il ruolo di Liguria Digitale, all’interno di Regione, è in regola rispetto alla normativa degli appalti e degli incarichi.

Fabio Tosi (Mov5Stelle) ha accusato la maggioranza di non essere in grado di risanare la sanità nel suo complesso in quanto ogni consigliere sarebbe interessato alla propria area territoriale di riferimento. Tosi, inoltre, ha rilevato che i fondi utilizzati per la Struttura di missione sarebbero stati sprecati. Secondo Tosi, inoltre, la rete sanitaria non sarebbe in grado di rispondere alle esigenze della popolazione anziana della Liguria che, dunque, sarebbe spesso costretta a rivolgersi alle strutture private. Il consigliere, infine, ha proposto alla giunta e al presidente Giovanni Toti di riattivare la commissione PNRR in quanto potrebbe dare un valico contributo per l’impiego dei fondi.

Claudio Muzio (FI) ha replicato a Tosi precisando che non ci sono spaccature all’interno della maggioranza.

Il presidente della giunta, con delega alla sanità, Giovanni Toti ha replicato ai consiglieri di minoranza: «I numeri e la situazione non è quella che è stata descritta dalle opposizioni, che – ha esordito – certamente hanno come ruolo quello di sottolineare le cose che possono essere migliorate, ma avrebbero maggiore incisività se si partisse da dei dati di realtà». E il presidente ha aggiunto: «Noi ci siamo sempre assunti le responsabilità tutte fino in fondo, anche quelle provenienti dalle precedenti amministrazioni». Per controbattere alle accuse della minoranza il presidente ha sottollineato: «Oggi la Fondazione GIMBE dice che Regione Liguria è all’undicesimo posto per il rispetto dei LEA quindi siamo a metà classifica e.l’informatica regionale, non solo non è più indietro rispetto a quella di altre Regioni, credo che sia molto più avanti rispetto ad altre regioni, dalla ricetta dematerializzata al “Prenoto salute”, tutti strumenti che non sono, evidentemente, nelle mani della maggior parte delle regioni italiane». Il presidente Toti ha precisato: «Quello ligure è uno dei bilanci più sani d’Italia in termini di indebitamento complessivo, di spesa corrente e di equilibrio di bilancio, e i numeri dell’economia reale, della crescita del prodotto interno lordo, dell’occupazione non sono il frutto di una convinzione politica, ma di un’analisi statistica». Toti ha concluso: «Credo che questo sia uno dei migliori Assestamenti, DEFR e Rendiconto presentati in otto anni di amministrazione da questa maggioranza: stiamo rispettando i piani di investimento sia come Fondo strategico sia come Fondi nazionali che ci vengono assegnati; stiamo limitando la spesa corrente agli equilibri di bilancio consentiti dalla legge». Il presidente, infine, ha assicurato la massima disponibilità al dialogo e al confronto «purché si parta dai dati di realtà e non, evidentemente, da pregiudizi».