Sono stati consegnati questa mattina, mercoledì 10 maggio, alla ditta Perrone Costruzioni i lavori di ripristino dell’argine Lungocenta Croce Bianca danneggiato durante l’alluvione del 2 e 3 ottobre 2020.
Il sindaco Riccardo Tomatis: “Ricordo perfettamente quella terribile notte. Verso le 4.00 del mattino, quando il peggio sembrava passato, abbiamo ricevuto la segnalazione di una pericolosa crepa sull’asfalto su Lungocenta Croce Bianca. Ci siamo immediatamente recati sul posto. È stata subito chiara la gravità della situazione. L’argine aveva ceduto e stava crollando. La crepa si allargava ora dopo ora. Non c’era tempo da perdere. Ho deciso di intervenire immediatamente disponendo, attraverso ordinanza sindacale, l’immediata messa in sicurezza dell’argine pur non essendo di competenza del Comune.“
“Non è stato facile capire in pochissimo tempo quale fosse l’intervento migliore in termini di sicurezza, sia pensando al possibile ripristino della viabilità, sia infine, in vista dell’intervento definitivo. Dopo aver valutato la possibilità di posizionare delle palancole, alla luce di una sostanziale stabilizzazione del movimento del dissesto, l’ing. Luca Romano e il geologo Renato Lucarelli hanno proposto un’ipotesi progettuale innovativa ed efficace. Attraverso un sistema di cavalletti, micropali, tiranti e di monitoraggio continuo attraverso oscillometri collegati a una centralina, sistema ancor oggi funzionante, siamo riusciti a mettere in sicurezza l’argine evitandone il crollo e a garantire contestualmente la viabilità verso il mare”.
“A questo punto la situazione è passata in mano alla Regione – competente per materia – e, purtroppo, i tempi si sono allungati notevolmente. Ben due anni e mezzo di attesa, ma oggi lasciamo da parte le polemiche e iniziamo a lavorare in maniera collaborativa per il bene della città”.
Proprio oggi è stato fatto il primo sopralluogo per disporre il cantiere e i carotaggi necessari all’intervento che sarà effettuato dalla ditta aggiudicatrice dell’appalto e che prevede la realizzazione di una difesa a massi per proteggere il muro dall’erosione dell’acqua e il superamento dell’argine da parte del fiume in caso di piena, unita ad intervento di consolidamento e stabilizzazione con iniezioni di calcestruzzo ed altre operazione di rinforzo della struttura nelle porzioni rimaste prive di armatura.