Laboratorio di cyber security a Genova. Medusei: «una concreta sinergia fra la professionalità di Liguria digitale e le autorità di Polizia»

Questa mattina il presidente del Consiglio regionale Gianmarco Medusei ha partecipato alla presentazione del laboratorio di cyber security istituito a Genova, nella sede di Liguria Digitale nel Great Campus di Erzelli, sulla base di un accordo siglato un anno fa tra la società partecipata da Regione Liguria e la Polizia Postale e delle Comunicazioni finalizzato anche al contrasto dei reati commessi via web.

«Questa è un’occasione preziosa – ha esordito il presidente – non solo per manifestare una viva soddisfazione per le capacità operative della Polizia Postale sul territorio, ma anche per assistere alla concreta sinergia creatasi con una realtà operativa, a servizio della Regione che, di fatto, ne costituisce un elemento organizzativo imprescindibile per il suo buon funzionamento». Secondo il presidente, «rassicura sapere che le risorse informatiche e di ricerca delle Forze dell’Ordine vengano ampliate, facendo sentire sempre di più una forte presenza di tutela e di controllo, rimanendo al passo coi tempi». Il presidente Medusei ha ricordato la sua precedente esperienza nel ruolo di assessore alla sicurezza nel Comune della Spezia: «Grazie al corretto uso dei software più sofisticati, connessi alle apparecchiature di rilevazione, si riuscì ad arginare, con risultati tangibili, numerosi fenomeni criminosi, facendomi così rendere conto, in prima persona, di quanto sia importante investire in questi settori. La tecnica investigativa, soprattutto all’interno del Web, ha fatto passi importanti e sempre ne dovrà fare, se si pensa che qualsiasi informazione o dato sensibile, ormai, passa dai canali della Rete, e il fenomeno dell’hackeraggio trova sempre nuove modalità per insidiarsi nei sistemi di sicurezza, anche ad altissimo livello». Medusei ha aggiunto: «Non dimentichiamo che le organizzazioni criminali e mafiose non disdegnano di avvalersi di una fitta rete di soggetti in seconda fila, di prestanome, di società di comodo, che possono essere individuabili anche sul piano informatico, prestando il fianco ad un’azione di indagine in grado di ricostruire i complessi schemi comunicativi con l’organizzazione che li controlla».

Il presidente ha concluso sottolineando alcuni preoccupanti fenomeni che stanno emergendo in rete e sui social e che richiedono particolare attenzione in quanto si rivolgono soprattutto ai giovani: «Accanto alla pedopornografia, il cyber bullismo e l’istigazione a sfide mortali, come il blackout challenge, che mirano a coinvolgere ultra minorenni, sono estremamente pericolosi e, grazie anche a questi nuovi strumenti informatici a disposizione, possono e devono essere stroncati».

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