Convegno finale per il progetto “Trasformare i confini in soglie”

Carcare

Venerdì 17 si terrà a Carcare il convegno finale del progetto “Trasformare i confini in soglie”, un progetto di sostegno alla domiciliarità di anziani, disabili e adolescenti in difficoltà portato avanti sul territorio della Valbormida e, per quanto riguarda le iniziative rivolte ai giovani, anche a Savona nel periodo dicembre 2019 – giugno 2022, coinvolgendo un’ampia rete di partner, con la ASL 2 come capofila, grazie a un contributo di 120.000 euro erogato dalle Fondazioni “Compagnia di San Paolo” e “Agostino De Mari”.


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La rete dei partner comprende: il Distretto Sociale “Bormide”, le cooperative sociali “Lanza del Vasto” e “Cooperarci”, le Associazioni “AMALi”, “Anteas”, “Accademia di Benesserologia”, “Noi per Voi”, “Un Club per Amico”, “Teatro21”, “Radici di Gea”, “Pippo Vagabondo”, “La Danza è…”, “DiversamenteVb”, il Consorzio “Officine Solimano”, il Circolo Ricreativo Sociale “Don Pierino”, l’Istituto di Istruzione Superiore “Patetta” e il Liceo “Calasanzio”, la “Bottega Solidale” di Carcare, il Gruppo di Acquisto Solidale “Valbormida”.

Si è trattato di un progetto innovativo di welfare di comunità, che ha attivato percorsi individuali per supportare tre tipologie di persone “fragili” (gli anziani, le persone con disabilità e i giovani in difficoltà) nel proprio contesto di vita evitando il più possibile l’istituzionalizzazione e la medicalizzazione del disagio.

“Trasformare i confini in soglie” ha coinvolto oltre cento famiglie della Valbormida e del territorio circostante in situazioni di svantaggio sociale in progetti di contrasto all’isolamento e di sostegno all’inclusione e all’autonomia.

L’irruzione nella vita quotidiana del Covid19 ha avuto, ovviamente, un impatto pesante anche sul progetto: non è stato possibile realizzare alcune attività (i laboratori tenuti dagli anziani nelle scuole per trasmettere la cultura locale ai giovani, i gruppi multifamigliari per le famiglie di adolescenti in crisi, alcuni eventi pubblici), altre sono state adattate alla situazione (l’attività di pet-therapy a favore degli anziani si è svolta inizialmente a distanza) e ne sono state proposte di nuove (un’attività di creatività a domicilio a favore degli anziani ed è stato supportato dal progetto un secondo alloggio di co-housing per giovani a Savona, oltre a quello di Carcare).

Il progetto si è articolato in quattro filoni: il primo ha riguardato le azioni per il contrasto all’isolamento precoce degli anziani coordinate da Anteas (il supporto per il disbrigo di pratiche, la spesa e l’accompagnamento alle visite mediche, l’attività di pet-therapy a favore degli anziani ospiti di case di riposo), il secondo la formazione di facilitatori per l’attivazione di gruppi di auto-mutuo-aiuto per i caregivers di anziani, disabili e adolescenti promossa da AMALi e che ha coinvolto una ventina di persone, il terzo le azioni per supportare l’inserimento sociale e l’autonomia dei disabili realizzati attraverso due sportelli dove sono stati presenti operatori ASL e della Cooperativa “Lanza del Vasto” che ha permesso di fare una mappatura dei bisogni presenti nel territorio, mediante la realizzazione di attività sportive e di socializzazione grazie alla collaborazione di associazioni del territorio e infine con la attivazione di un orto sociale nel giardino di “Villa Sanguinetti”.

Il quarto filone ha riguardato le azioni per il sostegno in famiglia e nella comunità agli adolescenti in difficoltà; in questo ambito abbiamo avuto l’intervento dei servizi sanitari territoriali realizzato con incontri di “Dialogo Aperto” (che si svolgono di solito a casa delle persone, con il coinvolgimento attivo della rete famigliare e sociale e un uso limitato al minimo delle terapie farmacologiche), laboratori teatrali e musicali a Savona e in Valbormida a cura di varie associazioni e infine il supporto a due alloggi di co-housing per giovani in crisi a Carcare e Savona attuato insieme da operatori dei Centri di Salute Mentale di Savona e Carcare e da operatori delle associazioni “Noi per Voi” e “Un Club per Amico”.

Grazie al progetto è stato possibile realizzare anche, in collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze della ASL di Savona, un corso di formazione per operatori socio-sanitari per ampliare il numero di operatori in grado di utilizzare l’approccio del “Dialogo Aperto”; il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze della ASL2, diretto dal dr. Roberto Carrozzino, è all’avanguardia in Italia nell’utilizzo di questo approccio “evidence based” la cui sperimentazione è oggetto di una valutazione da parte del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Roma.

Le attività del progetto sono state seguite e documentate su un blog dedicato da un gruppo di studenti dell’Istituto “Patetta” di Cairo coordinati dal prof. Andrea Corsiglia e il monitoraggio e la valutazione delle attività svolte sono stati realizzati con il supporto della prof. Anna Zunino dell’Università di Genova.

Nel convegno che si terrà il 17 giugno a partire dalle ore 16 nel teatro Santa Rosa a Carcare verranno presentate le attività del progetto e in una tavola rotonda verrà discusso il tema del welfare di comunità con l’obiettivo concreto di consolidare e implementare le reti attivate nel corso del progetto per proseguire il lavoro di co-progettazione di percorsi di sostegno alla domiciliarità realizzati insieme da operatori dei servizi pubblici e del terzo settore, dai soggetti “fragili” e dalle loro famiglie e dalla comunità locale.

Il dr. Marcello Macario, Direttore ff. della SC Psichiatria Levante – SPDC e responsabile scientifico del progetto ci dice che: “Ci sono alcuni confini che potremmo provare a superare per realizzare interventi davvero utili alle persone in difficoltà; un primo confine è quello tra servizi “sociali” e servizi “sanitari” che spesso fanno fatica a collaborare davvero e un altro è quello tra “chi aiuta” e “chi è aiutato” per far sì che le proposte di cura/assistenza/riabilitazione vengano costruite mettendo al centro la soggettività delle persone. Alex Langer, un uomo che ha cercato sempre di costruire ponti tra le persone e i gruppi, ha scritto che per “trasformare i confini in soglie” bisogna prendersi gioco di convenzioni e pregiudizi ed anche fare spazio e tempo perchè l’Altro abiti lo spazio e il tempo comuni della libertà e della responsabilità. Credo che la complessità dei problemi che hanno di fronte i servizi socio-sanitari oggi richieda a tutti un impegno serio in questa direzione.”

“Il progetto rappresenta una delle importanti evoluzioni dell’assistenza sul territorio a favore di cittadini fragili in un contesto difficile come quello del post emergenza Covid. Colgo l’occasione per ringraziare gli operatori del Dipartimento Salute Mentale che con questo progetto supportano la popolazione nel contrastare l’isolamento e nel promuovere la socializzazione” commenta il Direttore Socio Sanitario dott.ssa Monica Cirone.