Le pin-up di Peggie Lynne alla Galleria Artender di Alassio

L’artista mantovana Peggie Lynne inaugura venerdì 17 giugno, alle ore 18.00, con il patrocinio del Comune di Alassio, la mostra personale alla galleria Artender in Passeggiata Cadorna 53. A cura del critico d’arte Claudia Andreotta, “DIVINE” è la prima personale della giovane artista e rappresenta quindi una novità assoluta: le opere rimarranno in mostra sino al 26 giugno, con apertura della galleria nei giorni venerdì, sabato e domenica dalle 18 alle 22.


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Laureata in fotografia presso LABA di Brescia, frequenta il master in Photography & Visual Design presso NABA, a Milano e viene selezionata per l’importante rassegna Paratissima con il progetto presentato per la call “È una vita che ti ri-cerco”. Dopo le prime opere aventi per tema l’inconscio, indagato smembrando e ricomponendo stampe fotografiche, inizia a dedicarsi al collage. Molti studiosi hanno riconosciuto come questa tecnica all’apparenza semplice abbia contrassegnato gran parte dell’arte contemporanea, dai cubisti ai Dada ai Combine Paintings di Rauschenberg. Peggie Lynne elabora composizioni raffinate, dalle quali trae stampe del tutto analoghe per qualità agli originali.

Le sue “Divine” sono creature sensuali e inquietanti, realizzate attraverso il collage, tecnica che consente di unire realtà assolutamente differenti tra loro: l’iconografia tradizionale delle dee greche incontra quella delle moderne pin-up. Queste ultime richiamano anche le grandi attrici del cinema americano, non a caso universalmente note come “dive”, termine latino che si traduce esattamente come “dee” e quindi “divine”: così i panneggi classici si trasformano in abiti provocanti, ma le divinità non perdono i loro attributi convenzionali.

Demetra, dea delle stagioni, raffigurata come sempre tra le spighe, diventa una giovane in shorts e Nyx, la Notte, una femme fatale alla Rita Hayworth. Particolarmente significativo il trittico con la Pizia, le Moire e le Muse, ispirato alle nuove tecnologie che nella società odierna hanno assunto quasi il ruolo di idoli: le Muse, in particolare, non presiedono più alle arti ma ai vari social network e alla corsa sfrenata ai “Like”.

L’atto “facile” di tagliare e comporre del collage conferma ancora una volta la sua forza comunicativa in queste figure che affascinano, ma nello stesso tempo trasmettono un senso di spaesamento: come afferma André Breton introducendo il romanzo-collage di Max Ernst La Femme 100 têtes (1929) “penetriamo attraverso la grazia erotica dei sensi in un universo delirante”.

In mostra sono presenti anche diverse opere a tecnica mista, nuova fase di sperimentazione dell’artista.