Verrà consegnato sabato 14 maggio alle ore 21 presso l’Auditorium di Santa Caterina a Finalborgo il Premio Inquietus Celebration 2020 a Daniele Ventola e Paolo Rumiz che non si era potuto assegnare nell’estate 2020 a causa di una pioggia scrosciante che non aveva permesso l’utilizzo della Fortezza di Castelfranco sede prevista della manifestazione.
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Sabato all’Auditorium di Santa Caterina, Nella Mazzoni, presidente del Circolo degli Inquieti, consegnerà il premio in presenza a Daniele Ventola e a distanza, in collegamento streaming, allo scrittore e giornalista Paolo Rumiz.
Il tema scelto dal Circolo per il 2020 era COMPAGNI DI VIAGGIO: IL VIAGGIO E L’INQUIETUDINE e Rumiz e Ventola, grandi viaggiatori, sono sembrati incarnare alla perfezione lo spirito del premio che viene assegnato per celebrare e promuovere l’Inquietudine come sinonimo di conoscenza e crescita culturale a personalità che si distinguano per vivacità intellettuale e sentimentale e per l’originalità del loro percorso di vita o di carriera. Ad accomunarli la curiosità inquieta di compenetrarsi nei luoghi che attraversano e il senso del viaggio che è davvero tale solo se è forte la consapevolezza delle proprie radici, il luogo da cui si è partiti.
Paolo Rumiz, giornalista, scrittore, “nomade” dice di sé, ha saputo viaggiare e riempire taccuini di viaggio persino durante la pandemia, all’interno della propria casa. Con una scrittura puntuale, chirurgica, porta i suoi lettori a vedere luoghi, i più disparati, ma soprattutto a percepirne le emozioni, i profumi, le atmosfere. E poi i volti, i sentimenti nei mille personaggi che incontra, da cui si lascia attraversare, inquietare mai incantare. Ogni suo viaggio parte dalla porta di casa, solo così– dice Rumiz- posso proiettare le “mie” misure sul mappamondo e viaggiare è solo un allargamento dell’Heimat.
Daniele Ventola è un giovane antropologo napoletano che nell’estate 2018 è partito a piedi da Venezia per raggiungere Zhoukoudian (località vicino a Pechino sede di un ritrovamento archeologico straordinario: il fossile dell’Homo erectus pekinensis, databile fra i 680.000 e i 780.000 anni fa) ripercorrendo quindi la Via della Seta.
Ventola ha raccontato il suo procedere su Facebook dalla sua pagina IL VENTO DELLA SETA. Ha dormito a casa di persone che lo ospitavano, condividendo, come gli antichi pellegrini, cibo, giacigli improvvisati, storia del luogo, chiacchiere, tè.
Il covid con le conseguenti chiusure delle frontiere lo ha costretto a fermarsi in Kirghizistan e il visto per la Cina è scaduto. Il viaggio si è dovuto fermare: ha percorso 11.000 km attraversando 11 paesi: Italia, Slovenia, Ungheria, Romania, Bulgaria, Turchia, Georgia, Azeirbaijan, Kazakistan, Uzbekistan, Kirghizistan.
L’obiettivo del viaggio di Ventola era l’abbattimento della distanza tra le culture che avrebbe incontrato e l’utilizzo delle moderne attrezzature tecnologiche e dei social per documentare con materiale audio-visivo le storie, le tradizioni folkloristiche, le abitudini, i riti sociali, le usanze, le culture che cambiano lentamente dall’Occidente all’Oriente.
Ventola racconterà il suo viaggio, corredato da molte fotografie, e illustrerà come sia riuscito, pur conoscendo bene solo italiano e inglese, a comunicare con tutte le persone che ha incontrato nel suo andare, facendosi tradurre a ogni confine una trentina di parole necessarie per la comunicazione di base e poi imparando nelle molte case in cui è stato ospite, invitato a battesimi e matrimoni, a chiacchiere serali intorno a deschi sempre diversi, a dimostrazione che conoscendo da vicino i popoli sia possibile abbattere i pregiudizi.