Export, merci liguri verso Russia e Ucraina per 118 milioni

Giancarlo Grasso - Confartigianato Liguria

Oltre 118 milioni di euro: tanto valgono le esportazioni liguri verso la Russia (109 milioni) e l’Ucraina (circa 9 milioni) nel 2021. Secondo gli ultimi dati Istat elaborati dall’Ufficio studi di Confartigianato Liguria, si tratta di più di 9,5 miliardi di euro a livello nazionale.


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Negli ultimi otto anni la crisi russo-ucraina ha già determinato gravi conseguenze sull’economia regionale, facendo precipitare il valore dell’export verso Mosca del 7,2%, passando dagli oltre 80,5 milioni dei primi tre trimestri del 2013 ai 74,7 milioni di euro registrati negli stesso periodo del 2021. Crollo ancora più forte per le esportazioni dirette verso l’Ucraina: -74,5%, da 29 milioni ad appena 7,4 nei due periodi presi in considerazione.

Un calo che, a livello nazionale, è stato decisamente più pesante: nel confronto tra i due periodi presi in esame, le esportazioni italiane verso la Russia hanno accumulato un calo del 29,3%, il peggiore tra i principali Paesi dell’Unione europea. Moda e macchinari tra le due tipologie merceologiche più colpite, con drastiche contrazioni, rispettivamente, del 43,4% e del 26,7%. A livello territoriale, le conseguenze più gravi si sono registrate in Abruzzo (-75,9%), nelle Marche ( -59,6%), in Toscana (-40,4%), forti cali anche in Lombardia (-30,4%), Veneto (-26,2%) ed Emilia-Romagna ( -25,2%).

Tornando in Liguria, la provincia che al momento pesa maggiormente per valore della merce esportata verso i due Paesi in guerra è Savona, con 48,3 milioni di euro (di cui quasi 45,2 verso Russia e 3,15 verso Ucraina). Seguono Genova (41,7, di cui 37,3 milioni con la Russia e 4,4 con Ucraina) e La Spezia (25,7 milioni di euro di merci esportate, di cui 25,3 in Russia e circa 353 mila euro circa in Ucraina), chiude Imperia con quasi 2,5 milioni, di cui 1,4 di esportazioni verso Mosca e oltre 1 milione di euro verso Kiev.

Esportazioni che, tra i primi tre trimestri del 2013 e lo stesso periodo del 2021, registrano trend disomogenei nelle province liguri. Genova, nel complesso, segna un -59,7% (verso la Russia siamo passati da circa 52 a 28 milioni di euro, -45,9%, verso l’Ucraina da 26,6 a 3,5 milioni di euro, -86,7%). A Imperia si registra una diminuzione complessiva del 47,9%, su cui pesa la contrazione dell’export verso la Russia (da 3,6 milioni a quasi 1,2, -67,2%), mentre cresce quello verso l’Ucraina (da 218 mila euro a quasi 816 mila, +273%). In controtendenza, è più che raddoppiato (+110,6%) il valore dell’export savonese, sia verso la Russia (15,9 milioni nel 2013, 34,8 nel 2021, +118,4%), sia verso l’Ucraina (da 1,9 a 2,8 milioni circa, +47%). Infine, alla Spezia, cresce il valore della merce esportata verso la Russia (da 8,8 milioni a 10,5 milioni, +19,1%), mentre si riduce quello verso l’Ucraina (da 289 mila a 203.900 euro circa, -29,6%), ma nel complesso l’export spezzino è in aumento del 17,6%.

«Siamo profondamente preoccupati per la guerra in atto – sostiene il presidente di Confartigianato Liguria, Giancarlo Grasso – sia per le sua drammatiche conseguenze umanitarie, sia per il rischio delle ripercussioni sulla nostra economia, già provata da due anni di Covid e dai rincari di energia e materie prime, i cui costi continuano a salire. E le stesse sanzioni a carico della Russia si ripercuoteranno inevitabilmente anche sulle nostre micro e piccole imprese. L’auspicio è che si possa tornare presto al dialogo: è l’unica strada da percorrere a salvaguardia della vita delle persone e della stabilità sociale ed economica dell’Europa».