Concessioni balneari, Oneglio: «Da governo mancato confronto con i territori, positivi gli emendamenti, da confermare però in parlamento»

Gianmarco Oneglio - Fiba

«L’emendamento approvato in Consiglio dei Ministri al decreto legge sulle concessioni balneari ha accolto alcune nostre richieste, ma ribadiamo con fermezza la nostra insodddisfazione per un provvedimento che dovrà necessariamente trovare il giusto equilibrio nel passaggio parlamentare». Così Maurizio Rustignoli e Antonio Capacchione, presidenti nazionali Fiba Confesercenti e Sib Confcommercio, commentano in una nota congiunta l’emendamento sulle concessioni balneari approvato dal governo.


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«Auspichiamo – proseguono Rustignoli e Capacchione – che tutte le forze politiche che da tempo, con responsabilità, sono vicine alla categoria degli imprenditori balneari, possano lavorare in sinergia con le Regioni e le associazioni di categoria affinché il provvedimento trovi la stabilità conclusiva necessaria per garantire, innanzitutto, gli investimenti futuri e la salvaguardia delle imprese del settore. Per il sistema turistico balneare il lavoro, a nostro avviso, comincia adesso: da parte nostra, siamo pronti ad offrire tutta la disponibilità ed il contributo indispensabili nel confronto con gli enti locali e il parlamento».

«Stiamo parlando di una materia che riguarda da vicino il lavoro di centinaia di migliaia di addetti in tutta Italia, 35mila nella sola Liguria, dove le concessioni demaniali sono 3.900, delle quali 1.275 riguardanti gli stabilimenti balneari», sintetizza Gianmarco Oneglio, presidente regionale di Fiba Confesercenti.

«Alla luce di questi numeri, e quindi delle ricadute che avrà il provvedimento prosegue Oneglio – ci saremmo aspettati una maggiore concertazione del governo con i territori e le associazioni di categoria, ed invece il decreto è stato liquidato in poche ore. Solo i successivi emendamenti hanno permesso di recuperare alcune delle nostre richieste, come la tutela, in sede di gara, del valore delle aziende, la professionalità, la salvaguardia delle piccole e medie imprese, la tutela per coloro che hanno gestito direttamente la concessione negli ultimi cinque anni e l’accoglimento della nostra richiesta che il valore del canone demaniale non sia oggetto di rilancio d’asta, bensì commisurato alla durata della concessione e agli investimenti che verranno proposti dai candidati. Ora auspichiamo che il decreto possa essere ulteriormente migliorato dal parlamento».