Nel pomeriggio di ieri l’assessore alle politiche sociali Marta Gaia e alcuni rappresentanti dell’Associazione Vecchia Albenga hanno incontrato il signor Giambattista Bignone che lo scorso 20 settembre ha compiuto 100 anni.
Una vita ricca di ricordi raccontata con una lucidità e un’energia non comuni. Il signor Giambattista, della famiglia “Prain”, è nato ad Albenga dove ha vissuto e lavorato come pescatore sin da ragazzo. Ha sposato la signora Marisa e dalla loro unione è nato il figlio Roberto. Negli anni ’50 durante una battuta di pesca il signor Bignone tirò su un’anfora, stupito per la straordinaria scoperta informò le autorità competenti che diedero il via agli studi di Nino Lamboglia.
“Ricordo che con la nave recuperi Artiglio II andavamo tutti i giorni sul sito del ritrovamento – racconta il signor Giambattista con entusiasmo – ero il solo a sapere esattamente il luogo del ritrovamento e ho seguito da vicino il recupero e lo studio di Lamboglia padre dell’archeologia subacquea”. Questo solo uno e forse il più emozionante dei molti aneddoti che Giambattista Bignone ama raccontare. “Ho fatto il pescatore fino a pochi anni fa e ancora oggi mi piace andare a passeggiare vicino al mare. Ancora oggi mi portano le reti a riparare e sono felice di poter continuare a coltivare questa mia passione” conclude.
L’assessore alle politiche sociali Marta Gaia: “Cent’anni di vita e cent’anni di storia. Le parole di Giambattista raccontano quello che è realmente stato con una semplicità che non può non coinvolgere ed emozionare. Sono stata felice di averlo potuto incontrare e di avergli portato un piccolo omaggio e soprattutto gli auguri da parte del Sindaco di tutta l’Amministrazione.”
Afferma il sindaco Riccardo Tomatis: “La storia di Albenga passa attraverso il vissuto di uomini e donne comuni, proprio come il signor Bignone. A lui vanno i miei migliori auguri e soprattutto i miei complimenti. Spero che i giovani imparino sempre più ad avere il piacere di sedersi insieme ai propri nonni o agli anziani, ascoltare le loro storie per poterle tramandare, guardare i loro gesti sapienti portare avanti gli antichi mestieri, come fa il signor Giambattista quando ripara le reti, ed appassionarsi a tutte quelle tradizioni che oggi non dobbiamo perdere”.