Occupazione a rischio con la nuova legge di Bilancio

L'articolo 721 della legge precisa che i tirocini extracurriculari dovranno essere circoscritti ai “soggetti con difficoltà di inclusione sociale”. Grasso (Confartigianato): «Se così fosse, si ridurrebbero del 90% gli ingressi in azienda»

Giancarlo Grasso - Confartigianato Liguria

Con la nuova legge di Bilancio i tirocini extracurriculari rischiano di rimanere circoscritti a un numero molto esiguo di soggetti. In particolare, persone “con difficoltà di inclusione sociale”, come precisa l’articolo 721 della legge 234/2021 e con una interpretazione ristrettiva: svantaggiati, portatori di disabilità o presi in carico da servizi sociali o sanitari, che rappresentano, per categoria di soggetti, circa il 10% dei tirocini attualmente avviati (dati Anpal). Il rimanente 90%, per la gran parte costituito da persone disoccupate o inoccupate (quasi il 70%), ma anche da neolaureati, neodiplomati, persone in mobilità o in cassa integrazione guadagni, resterebbe escluso dalla possibilità di intraprendere un percorso di tirocinio all’interno di un’azienda.

Le nuove disposizioni contenute nella legge di Bilancio prevedono anche una corresponsione mensile, l’indicazione puntuale della mansione e delle modalità di lavoro svolte, l’obbligo di assunzione di una quota minima di tirocinanti prima di avviare nuovi tirocini e una serie di sanzioni qualora queste regole non vengano rispettate.

«La legge va nella direzione della riduzione degli abusi o degli utilizzi impropri di questo strumento – spiega Giancarlo Grasso, presidente di Confartigianato Liguria – Obiettivi che, peraltro, condividiamo e che sono anche contenuti in accordi sottoscritti con la Regione Liguria. Ma circoscrivere la platea è a nostro parere eccessivo e provocherà anche un danno ai disoccupati, perché comporterà una drastica riduzione dei tirocini attivabili, anche dalle nostre micro imprese: la strada da seguire è piuttosto la valorizzazione e la riqualificazione di uno strumento, il tirocinio extracurriculare, che spesso rappresenta il primo ingresso nel mondo del lavoro».

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In Liguria, secondo i più recenti dati Anpal, tra 2014 e 2019 sono stati attivati 51.926 tirocini extracurriculari, aumentati di oltre il 77% nei cinque anni, su un totale complessivo di quasi 2 milioni di percorsi formativi attivati in Italia nello stesso periodo. «Nell’artigianato abbiamo lo strumento principe dell’apprendistato – osserva Grasso – ma, stando a questi numeri, i tirocini extracurriculari si ridurrebbero complessivamente a circa un migliaio di attivazioni all’anno. Siamo convinti che Regione Liguria seguirà con attenzione questa tematica e, al limite, sarà fondamentale capire se tra quei soggetti “con difficoltà di inclusione sociale” potranno rientrare anche le persone disoccupate o inoccupate: in questo caso la riduzione sarebbe ben più contenuta».

Proprio sulla definizione dei soggetti avranno un ruolo decisivo le Regioni (in particolare, in sede di Conferenza Stato-Regioni), che hanno competenza esclusiva in tema di formazione e, dunque, di tirocini extracurricolari.