“Fatte salve alcune variabili indipendenti dalla nostra volontà legate all’emergenza sanitaria in atto con lo stato di emergenza ad ora fino al 31 marzo e alle tempistiche del governo sull’attuazione del Pnrr, la prossima estate inizierà il percorso di riqualificazione dell’ospedale San Giuseppe di Cairo con un investimento complessivo di oltre 10 milioni e mezzo di euro. Sarà un potente e fondamentale presidio della nostra sanità, che riteniamo potrà soddisfare fino al 90% dei bisogni di salute del territorio. Sarà il primo presidio che potenzieremo secondo le linee del Piano nazionale di ripresa e resilienza con l’Ospedale di Comunità dedicato alla media e bassa complessità e la Casa di Comunità, con i medici di medicina generale che gestiranno, insieme ai colleghi della continuità assistenziale, l’ambulatorio di primo intervento. Il fulcro è il potenziamento dell’offerta territoriale, mediante la conversione dell’attuale ospedale per rendere l’assistenza di prossimità maggiormente diffusa e capillare sul territorio, garantendo cure primarie ed intermedie tempestive, soprattutto alle categorie più fragili”.
Così il presidente di Regione Liguria e assessore alla Sanità Giovanni Toti durante l’incontro in video conferenza sul futuro dell’ospedale di Cairo, a cui hanno partecipato il direttore generale del Dipartimento Salute e Servizi sociali della Regione Francesco Quaglia, il coordinatore della Struttura di missione per la sanità della Regione Giuseppe Profiti, la direzione strategica di Asl2, il sindaco Paolo Lambertini e gli altri sindaci del distretto, i rappresentanti del Comitato sanitario Val Bormida, dei sindacati confederali, il referente di Cairo Salute, i consiglieri regionali savonesi.
Tra gli interventi previsti, in particolare, la realizzazione dell’Ospedale di Comunità con 20 posti letto, la realizzazione del reparto di riabilitazione post acuti con 40 posti letto, la realizzazione della Casa di Comunità, la ristrutturazione edilizia dell’edificio ‘ex Maddalena’ per oltre 8,1 milioni di euro, acquisto di arredi e apparecchiature tra cui una nuova Tac.
“Il punto di partenza – sottolinea Toti – è la ricognizione puntuale dei bisogni del territorio, ovvero l’analisi delle richieste dei pazienti rispetto alla sanità valbormidese, quindi i numeri e le tipologie di accessi giornalieri incrociato, poi, con il modello hub e spoke, che è ormai il quadro di riferimento consolidato con una sanità territoriale diffusa per la bassa e media complessità di cura e i grandi hub per tutte le patologie ad alta complessità o tempo dipendenti”.
Il cronoprogramma prevede un percorso di lavori articolato in tre anni, a partire dall’individuazione puntuale degli interventi da parte di Regione entro il 28 febbraio e la sottoscrizione dell’intesa con il ministero della Salute entro maggio 2022 per poi procedere con l’attuazione degli interventi, che dovranno necessariamente essere conclusi e rendicontati entro il 2026 come previsto in modo inderogabile dal Pnrr. “Ritengo che entro 24 mesi dall’avvio del progetto – aggiunge Toti – l’80% dei servizi aggiuntivi sarà attivato, con i primi di questi servizi a regime già entro la primavera del 2023. Tutto questo avverrà – sottolinea – a prescindere dal contenzioso in corso per l’annullamento della gara di affidamento della gestione di quel presidio ai privati, che non interromperà questo percorso”.
Il presidente Toti ha infine espresso la massima disponibilità a valutare il potenziamento del servizio di automedica e la possibilità di apertura del punto di primo intervento sulle 24 ore sulla base dei dati reali di fabbisogno, chiarendo che “certamente non posso promettere un pronto soccorso che a Cairo non sarebbe sostenibile per numero e tipologie di accesso, rispetto ad un bacino di utenza come quello. Non è una questione di investimenti. Su tutto il resto invece ragioniamo con serenità ma sulla base dei numeri”.