Reddito di cittadinanza, assessori regionali lavoro: “fallimento annunciato, definire punti di coordinamento”

Gianni Berrino

”Che il reddito di cittadinanza non avrebbe funzionato nella sua duplice finalità di contrastare l’indigenza e di promuovere la ricollocazione lavorativa dei suoi beneficiari, era prevedibile fin dall’inizio”. Lo scrivono in una nota congiunta gli assessori regionali al lavoro: Elena Chiorino, Piemonte; Gianni Berrino, Liguria; Melania Rizzoli, Lombardia; Elena Donazzan, Veneto, Alessia Rosolen, Friuli Venezia Giulia; Michele Fioroni, Umbria; Stefano Aguzzi, Marche; Pietro Quaresimale, Abruzzo; Filomena Calenda, Molise; Francesco Cupparo, Basilicata; Alessandra Zedda, Sardegna; Antonio Scavone, Sicilia; Achille Spinelli Provincia autonoma di Trento.  ”L’architettura complessa, la numerosità degli attori coinvolti, le responsabilità diffuse e sovrapposte ci hanno fatto assistere alla cronaca di un fallimento annunciato, fino alle ultime notizie di veri e propri illeciti” spiegano gli assessori. ”Del resto, questo fallimento era già implicitamente prefigurato da chi ne ha costruito l’impianto, con il coinvolgimento dei Navigators a supporto dei percettori di reddito di cittadinanza nel loro percorso di reinserimento nel mercato del lavoro”. ”Indubbio quindi che l’impianto originario andasse rivisto, come si appresta a fare il Governo. Non a caso, è stata proprio l’ex Ministro del Lavoro Nunzia Catalfo – prima firmataria del primo disegno di legge sul reddito di cittadinanza – a nominare il Comitato scientifico per la valutazione del Reddito di cittadinanza, presieduto dalla Professoressa Saraceno”

Gli Assessori al lavoro regionali ricordano che ”negli esiti appena pubblicati, quel Comitato ha sottolineato come ”l’aver iniziato l’erogazione monetaria senza aver prima provveduto a mettere in grado i servizi – centri per l’impiego, servizi sociali territoriali – di far fronte ai nuovi compiti loro assegnati ha avuto le sue buone motivazioni nel desiderio di non tardare oltre a far fronte ai bisogni materiali di chi si trovava in povertà. Ma ha fortemente disallineato sostegno monetario e iniziative di attivazione, una situazione ulteriormente peggiorata con la pandemia”. In altre parole, nel varare la misura del RdC si è posta più enfasi all’erogazione del sussidio che al suo funzionamento come misura di supporto all’inserimento lavorativo”.  “Lo stesso Comitato ha rilevato altre criticità del reddito di cittadinanza – ricordano ancora gli assessori- nella sua declinazione di politica attiva del lavoro in particolare : la definizione di offerta congrua, gli incentivi al lavoro. Non addita le Regioni per gli insuccessi del RdC le cui difficoltà attuative potrebbero persino ripetersi nella realizzazione del nuovo programma di politica attiva denominato GOL, previsto dal PNRR quale linea di intervento nell’ambito della Riforma delle Politiche attive del lavoro e formazione”.  ”Il progetto GOL  – concludono i responsabili regionali – è un’altra occasione che non può essere sprecata e che richiede l’impiego delle migliori energie del Paese, oltre che la leale e soprattutto vera collaborazione istituzionale tra Stato e Regioni. L’auspicio è che queste energie siano spese unicamente per dotare i nostri mercati territoriali del lavoro di efficaci sistemi di politiche attive per il lavoro, piuttosto che per precostituirsi alibi di altri fallimenti.”