Ospedale di Cairo Montenotte, Gruppo Pd: “Continueremo a lottare perché il diritto alla salute dei cittadini sia garantito. Toti fermi il processo dell’Ospedale di Comunità: non è quello che vogliono i valbormidesi. Avvii invece un confronto vero con il territorio. Noi, con il supporto delle amministrazioni, riprenderemo il tema dell’Ospedale di area disagiata, per dare alla Val Bormida il servizio sanitario di cui ha bisogno”.
La trasformazione dell’Ospedale di Cairo Montenotte in Ospedale di Comunità, annunciata da Toti, solleva perplessità e molti dubbi tra cittadini, associazioni e sindacati che oggi hanno partecipato all’assemblea pubblica organizzata dal Gruppo consiliare del Partito Democratico Articolo Uno in Regione sul Futuro dell’ospedale di Cairo.
Presso la SOMS di Cairo Montenotte, in via Fratelli Francia 12, erano presenti, oltre ai consiglieri del Gruppo Pd in Regione, anche i rappresentanti delle organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil e amministratori pubblici.
“Quello che il presidente della Regione Liguria, nonché assessore alla sanità, vorrebbe far passare come una svolta nel servizio sanitario della Val Bormida (“una delle punte di diamante della riorganizzazione del sistema sanitario territoriale ospedaliero della Liguria”, ha dichiarato Toti), è di fatto un declassamento: vuol dire privare la Val Bormida di quel presidio sanitario che attende da tempo e che sarebbe indispensabile in un territorio i cui collegamenti non sono sempre agevoli a causa di un’infrastruttura fragile: frane e maltempo spesso bloccano strade e cittadini rendendo difficile raggiungere anche l’ospedale più vicino, a Savona o a Pietra Ligure”, dice, facendosi portavoce del pensiero di tutto il gruppo Pd in Regione, il consigliere regionale Roberto Arboscello che ha organizzato l’assemblea.
“Se lo stop alla privatizzazione annunciato dal presidente della Regione è una buona notizia, un passo in avanti verso la sanità pubblica, trasformare quel presidio sanitario in una struttura territoriale a gestione prevalentemente infermieristica, significa privare i cittadini di quel pronto soccorso tanto agognato e richiesto, e che per anni la giunta Toti ha promesso – illudendo gli abitanti – per poi dire che non si farà”.
A entrare nel merito della questione è Giorgia Ferrari capogruppo di Cairo Civica e Democratica: “Cairo e la Val Bormida hanno bisogno di un Pronto Soccorso e di un potenziamento del servizio di automedica del 118 e dell’Ospedale San Giuseppe: non bastano un Punto di Primo Intervento aperto solo 12 ore al giorno e un presunto Ospedale di comunità che di Ospedale avrebbe solo il nome. Sempre più spesso noi valbormidesi rimaniamo isolati a causa del maltempo e delle difficoltà di collegamento con gli ospedali di Savona e Pietra Ligure.
Durante la pandemia il nostro ospedale ha già fatto la sua parte. E’ stato chiuso per dare personale a Savona. Come consiglieri comunali di opposizione abbiamo presentato più di venti interrogazioni e mozioni al sindaco e alla giunta (oltre ad esposti al Prefetto a causa dell’isolamento della valle per il maltempo) e ancora oggi non conosciamo quale sarà il futuro dei servizi sanitari della Val Bormida, dopo che la giunta comunale ha difeso per quasi 5 anni la fallimentare scelta della Regione di privatizzare il nostro ospedale”.
Quello che invece è necessario per rilanciare una sanità territoriale che ha già subito profondi tagli nel tempo lo illustra Simone Ziglioli coordinatore Partito Democratico Val Bormida: “Serve una programmazione urgente, non solo sugli ospedali, ma sulla sanità territoriale che viene ogni giorno sempre più depotenziata. Servono azioni immediate per evitare che in diversi comuni valbormidesi vengano a mancare le guardie mediche e i medici di base. Occorre avviare seriamente l’assistenza domiciliare, pensare all’utilizzo della telemedicina e avviare una programmazione per sopperire alle carenze del personale medico e infermieristico. Occorre riprendere in considerazione l’opportunità di far diventare l’Ospedale di Cairo Montenotte Ospedale di area disagiata, in questo modo potrà essere un ospedale degno di tal nome e con un vero Pronto Soccorso per la gestione delle emergenze. Solo così, investendo sui servizi sanitari territoriali e sulla prevenzione, ai cittadini sarà garantita la tutela della salute”.
“Continueremo a dare battaglia sull’Ospedale San Giuseppe di Cairo e più in generale sul diritto alla salute dei cittadini liguri, che non possono subire un continuo depauperamento dei servizi essenziali, per questo organizzeremo altre iniziative come queste negli altri territori della provincia che presentano problemi diversi ma ugualmente importanti. Per quanto riguarda l’Ospedale di Cairo sarà mia cura e del gruppo PD riprendere il tema di Ospedale di Area disagiata che il consiglio regionale aveva già iniziato a trattare nel lontano 2015 e la cui proposta era poi finita nel dimenticatoio e chiedo alle amministrazioni locali di sostenermi in questo. A Toti, che ieri ha detto di voler accelerare il processo di trasformazione dell’ospedale di Cairo in Ospedale di comunità, dico invece di fermarsi perchè è la strada sbagliata. La Val Bormida ha bisogno di una sanità diversa da quella prospettata dalla giunta, ha bisogno di un ospedale vero. Toti inizi invece ad avviare un vero confronto con il territorio per rispondere a quelle che sono le reali esigenze dei valbormidesi”, commenta Arboscello in chiusura dei un’assemblea molto partecipata.