“Siede la Terra”: una riuscita piece teatrale dei Maniaci d’Amore

Un divertente spettacolo chiude la rassegna "Zingarate"

di Alfredo Sgarlato – Si conclude la rassegna Zingarate, organizzata da Kronoteatro, con lo spettacolo “Siede la terra”, di e con Maniaci d’Amore. Il duo, presenza abituale sulle scene di Albenga, porta avanti un interessante lavoro sul linguaggio, i ruoli sociali e il contrasto tra modernità (o presunta tale) e tradizioni (o presunte tali). In scena solo due sedie e un muro, dove apparirà una scritta decisiva per lo sviluppo della storia. Protagonisti Francesco d’Amore, en travesti, la madre, e Luciana Maniaci, la figlia.


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La madre si presenta come una pettegola di professione, personaggio cardine di un immaginario paesino di provincia, teatro (è proprio il caso di dirlo) di un’acerrima rivalità col paesino confinante. Ma come fare quando la protagonista di un infangante pettegolezzo potrebbe essere la propria figlia? Da qui un fuoco di fila di dialoghi scoppiettanti e battute fulminanti, fino al lieto fine da favola con tanto di deus ex machina ma senza machina, che il teatro d’avanguardia deve fare i conti con budget limitati.

Lo spettacolo è in apparenza leggero, si ride e anche molto con i brillanti dialoghi che Luciana Maniaci e Francesco d’Amore, non a caso anche insegnanti di scrittura creativa, porgono con un delicato accento del Sud, ma è in realtà molto profondo e complesso. Si passa dal influsso scellerato dei media sul linguaggio, con effetti esilaranti, alla violenza sulle donne e ai ruoli che sono costrette a interpretare nella vita, specie in provincia, dove la realtà e la sua parodia che viene offerta dalla televisione trash e dalla rete sono ormai indistinguibili. Tutto ciò è però trattato con leggerezza, e temi come il razzismo strisciante che permea sempre di più la società attuale (ma forse è sempre esistito ed è solo riapparso in superficie) o il contrasto tra nuove figure – o mode – e i rituali atavici di una società che aveva solo il vicolo come punto di riferimento e oggi è globalizzata, sono spunto di continue risate quanto di riflessione.

Gran divertimento per il pubblico, che ha richiamato più volte sul proscenio i Maniaci d’Amore per ringraziarli. Purtroppo per la concomitanza di eventi ho potuto asssistere a solo questo spettacolo della stagione, ma dopo un lungo periodo di chiusure meglio abbondare, come dicevano i classici. Il teatro fa sempre bene e spettacoli come questo dimostrano che in Italia c’è una scena viva e ben inserita nella contemporaneità, che sa leggere meglio di tanti opinionisti che impestano i media. La scelta di Piazza Tortora si è rivelata valida, ogni tanto il vento interferiva con l’amplificazione, ma i bravi attori sanno improvvisare e anche questo dava spunto a gustose gag. Adesso speriamo che sia possibile anche godere una rassegna invernale, e in una sede consona alla bravura di attori, registi e organizzatori.

*Foto cortesia di Kronoteatro