di Alfredo Sgarlato – Seconda giornata per l’Albenga Jazz Festival: apertura pomeridiana con il chitarrista Manuel Merlo che suona un magnifico strumento color crema costruito dal liutaio ingauno Santo Vruna. Il musicista ci conduce in un viaggio attraverso tutti i possibili stili della chitarra, dal barocco al classico (Paganini), all’impressionismo (Nemerovsky), fino al rock (Fragile, di Sting), passando per l’Argentina (Volver e Por una cabeza, di Gardel), il Brasile (un choro, stile tipico di inizio ‘900, di Do Pernambuco), la contemporanea (Clark), la world music e l’immancabile Estate, di Bruno Martino. Grande suggestione, quella che solo gli strumenti acustici sanno dare.
Alla sera Cinema Italia, con Rosario Giuliani al sax alto e soprano e Luciano Biondini alla fisarmonica. Del secondo Le Rapalline In Jazz aveva già organizzato un indimenticabile concerto nel 2012 a Cisano, in coppia con Fabrizio Bosso. Il duo rappresenta una dimensione ideale per i protagonisti della serata, che si rincorrono in un continuo dialogo dove le voci degli strumenti sembrano ricreare quella umana. Il repertorio è quello dei giganti che hanno prestato la loro penna al cinema, Rota, le cui La Dolce Vita, 8 e ½, La Strada, sono stravolte in maniera quasi irriconoscibile, eppure fedele alle fantasmagorie felliniane; Morricone, di cui accanto a Deborah’s Theme e Nuovo Cinema Paradiso viene eseguita la meno nota Love Affair, da un film del 1994 con Warren Beatty e Annette Bening. Due i temi autografi, Bianco e Nero di Giuliani e What is there what is not di Biondini, la cui limpidezza della composizione non è inferiore a quella dei maestri.
L’interplay dei due musicisti è straordinario, ognuno è leader e spalla, solista e ritmo; l’ironia di Fellini e il romanticismo di Leone e Tornatore sono trasposti in musica con disinvoltura, i due jazzisti si divertono visibilmente a suonare insieme e gli spettatori sono trascinati in un mondo di sogno anche senza le immagini (che comunque sono scolpite nel nostro inconscio). I solo sono sempre melodici, le sonorità dolci, una via italiana al jazz in cui Rimini e New Orleans sono confinanti, due maestri dello strumento che vivono la musica in maniera gioiosa e giocosa. Grandi applausi dal folto pubblico presente, che non si è fatto spaventare da una lieve pioggerella pre concerto.
Oggi gran finale col pianista Andrea Zanzottera alle 18 al Chiostro Ester Siccardi, e quindi dalle 21,30 in Piazza Tortora Vincent Peirani e Helga Plankensteiner presents the music of Jelly Roll Morton
*Foto di Cinzia Vola