Liguria, “Dopo di noi”: supporto alla domiciliarità extra familiare

Il Palazzo di Regione Liguria in Piazza De Ferrari a Genova

Il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità la mozione 26, presentata da Armando Sanna (Pd-Articolo Uno) e sottoscritta dai colleghi del gruppo, che impegna la giunta affinchè A.Li.Sa, in riferimento a persone con gravi disabilità, inserisca programmi sperimentali di intervento per favorire percorsi di supporto alla domiciliarità extra familiare, anche tramite le forme di “Appartamenti Didattici”, in abitazioni che riproducano le condizioni abitative e relazionali della casa familiare e che consentano il raggiungimento del maggior livello di autonomia possibile, anche durante l’esistenza in vita dei relativi genitori. Sanna ha ricordato la legge 112 del 2016 conosciuta come la legge “Dopo di noi” che tutela i disabili gravi, non solo dopo la scomparsa di genitori ma già durante la loro esistenza attraverso una progressiva persa in carico della persona.

Gianni Pastorino (Linea Condivisa) ha annunciato voto a favore auspicando, però, che la giunta trovi le risorse per attuare le misure previste nella mozione. Paolo Ugolini (Mov5Stelle) ha rilevato che l’applicazione legge 112 è ancora più urgente dopo la pandemia, ma che in Italia è attuata a macchia di leopardo. Sergio Rossetti (Pd-Articolo Uno) ha chiesto di conoscere nel dettaglio i livelli di attuazione della legge 112 in Liguria con le risorse, il personale e le strutture attivate. L’assessore alle politiche socio sanitarie Ilaria Cavo ha dato parere favorevole alla mozione in quanto è allineata con gli interventi attuati dall’assessorato e ha illustrato nel dettaglio le misure attivate dalla giunta.

“Soddisfazione per il voto favorevole alla mozione di oggi sull’inserimento del supporto alla domiciliarità extra familiare nelle linee applicative di A.Li.Sa legate della legge ‘Dopo di noi’. Con questa integrazione sarà possibile ora inserire ‘ad experimentum’ programmi di supporto dedicati persone con disabilità grave, per favorire il benessere, l’inclusione sociale e il raggiungimento del maggior livello di autonomia possibile” è stato il commento a margine del Consiglio del primo firmatario della mozione, Armando Sanna. “Mancando l’estensione del supporto alla domiciliarità – prosegue Sanna – non era stata applicata fino in fondo la normativa nazionale. La mozione impegna la giunta ad adottare le iniziative necessarie affinché si inserisca nelle linee di indirizzo programmi per favorire, prima possibile e con la gradualità dovuta, percorsi di supporto anche tramite forme di ‘appartamenti didattici’, in abitazioni idonee che riproducano le condizioni abitative e relazionali della casa familiare”.

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