In Consiglio regionale dibattito sul Recovery Fund (1)

Il Palazzo di Regione Liguria in Piazza De Ferrari a Genova

Consiglio Regione Liguria: il presidente della giunta è intervenuto in apertura di seduta illustrando il Piano elaborato dalla giunta regionale. «Il “Recovery” – ha premesso – è un piano nazionale che pure investe in materie di competenza regionale, molto spesso concorrente, in taluni casi addirittura esclusiva e non è stato ancora stabilito tra i livelli di Governo del Paese quale sarà lo spirito, ma soprattutto la tecnicalità del coinvolgimento per dipanare i Fondi sui grandi assi previsti dal “Recovery»”. A questo proposito Toti ha ricordato che domani ci sarà un incontro ai vertici tra, il Presidente del Consiglio, e la Conferenza delle Regioni, per chiarire alcuni aspetti tecnici proprio circa le competenze sulle materie concorrenti.

Tori ha illustrato l’iter a livello nazionale e regionale del Recovery e ricordato che il 12 gennaio scorso, il Consiglio dei Ministri ha approvato il Piano nazionale di ripresa e resilienza “Next generation Italia”, che costituirà la base di discussione per il confronto con il Parlamento, le Istituzioni regionali e locali, le forze economiche e sociali, il Terzo settore e le reti di cittadinanza ai fini della sua adozione definitiva.

«Nell’ambito del “Next Generation” il più importante strumento economico previsto è il dispositivo per la ripresa e la resilienza, finalizzato al sostegno di investimenti e riforme degli Stati membri che sia di impulso ad una rapida e duratura ripresa delle economie nazionali». In merito al ruolo delle Regioni, il presidente ha spiegato che la Cabina di regia delle Regioni ha più volte condiviso la richiesta al Governo di chiarire la metodologia con cui si sta definendo il Piano nazionale per la ripresa e resilienza. Rispetto alla Liguria il presidente ha aggiunto: «La Cabina di regia dell’Anci ha presentato alla Giunta regionale un documento riassuntivo all’interno del quale sono state raccolte le diverse proposte progettuali, che sono state suddivise sulla base delle sei Missioni nazionali».

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Toti ha proseguito spiegando che dopo la conclusione di questa prima fase, l’attività istruttoria è proseguita catalogando i progetti presentati all’interno di sei Missioni del PNNR ricordando che i fondi vanno utilizzati entro il 2016. «La matrice utilizzata dalle Regioni è esattamente la matrice autorizzata dal Ministero di economia e finanza del Governo, ovvero inserire all’interno del “Recovery” tutti i progetti, anche già finanziati da diverso capitolo di bilancio dello Stato. Questo, evidentemente, perché comporta il fatto che i progetti che abbiano già un capitolo di bilancio consentono di essere realizzati nei tempi previsti dal “Recovery” e, se finanziati dalle risorse del “Recovery,” possono essere definanziati nei precedenti capitoli di bilancio per utilizzare quelle somme, che a quel punto residuano nel bilancio dello Stato, della Regione o degli Enti di spesa per ulteriori iniziative».

Quindi secondo il presidente è possibile che nel dibattito che seguirà, così come nel dibattito tra Governo e Regioni, vi siano argomenti singoli che riguardano soprattutto le grandi infrastrutture o le grandi riforme di sistema già finanziate dal Governo nazionale nel corso degli anni che vengono ritrovati all’interno del Piano del “Recovey”; e fra queste ipotesi ha citato la diga del Porto di Genova, la ferrovia del Levante, la ristrutturazione della rete viaria nazionale come la statale Aurelia. «A seguito della valutazione delle priorità progettuali, il 13 novembre scorso, la Giunta regionale – ha aggiunto – ha approvato il Programma strategico contenente i macro progetti individuati da tutte le Istituzioni e il relativo importo totale suddiviso per Missioni ed è stato trasmesso alla Conferenza Stato-Regioni, un lavoro di raccolta delle priorità progettuali confluite nell’elenco approvato dalla Giunta regionale» al di là delle risorse del “Recovery” che verranno effettivamente assegnate alla Regione Liguria. «Siamo ancora, evidentemente, in una fase di programmazione, ma il Piano non contiene ancora indicazioni precise su quelli che saranno i soggetti attuatori del Piano stesso, se i livelli di Governo subordinati o direttamente i Ministeri attraverso le proprie articolazioni di spesa. L’attività di verifica e di approfondimento, che in questi giorni le strutture stanno conducendo, è dunque finalizzata – sulla base del Programma strategico approvato dalla Giunta lo scorso novembre – ad individuare quali progetti siano più rispondenti al Piano governativo».

A livello regionale «i progetti sono stati selezionati anche sulla base della rispondenza alle esigenze specifiche strategiche per i territori di riferimento, quali il contrasto al “digital divide”, lo sviluppo sostenibile, gli obiettivi ritenuti prioritari per superare le problematiche relative al dissesto idrogeologico, all’efficientamento delle infrastrutture e al superamento dell’isolamento territoriale della Liguria, gli interventi di politica attiva del lavoro per incrementare gli sbocchi occupazionali, l’inclusione sociale e lo sviluppo dell’economia del mare, la valorizzazione delle opportunità di turismo culturale; ovvero il lavoro che si è cercato di fare ovviamente di compatibilizzare con gli indirizzi indicati dalla Commissione europea e di conseguenza dal Governo».

Ferruccio Sansa (Lista Ferruccio Sansa Presidente) ha dichiarato: «Abbiamo davanti a noi una grande occasione e la possibilità di lasciare un segno che cambi il destino della nostra terra. Avremo molte critiche da presentare alla bozza che ci è stata consegnata – ha proseguito – ma saremo costruttivi perché oggi si vince o si perde tutti insieme, e metteremo a disposizione le nostre competenze e la nostra passione». Sansa ha aggiunto: «Se lavoreremo insieme, saremo felici anche se il merito dei risultati andrà a voi (la giunta e la maggioranza, ndr) ma l’importante è che la Liguria non perda questa occasione irripetibile». Il consigliere ha illustrato le conseguenze negative se verrà persa l’occasione del Recovery Fund. «Tuttavia – ha sottolineato – e lo dico, non per accendere il dibattito, ma per poterlo arricchire, la bozza della giunta sembra scritta 20 anni fa, guarda al passato e non al futuro e oltre il 70% delle risorse sono destinate alle infrastrutture, sembra una semplice lista della spesa, mentre i progetti da realizzare devono accrescere il senso di appartenenza al territorio» e ha invitato la giunta ad avviare un confronto non solo con l’opposizione, ma anche con la società civile e, appunto, il territorio. Sansa ha chiesto, fra l’altro, più incentivi abitativi per gli studenti fuori sede, interventi per la protezione ambientale, spazi creativi per i giovani, tutele e garanzie per le madri, progetti per arginare il disagio e la marginalità, nuove offerte turistica legate alla cultura, all’agricoltura e all’enogastronomia.

Luca Garibaldi (Pd-Articolo Uno) ha dichiarato:«Oggi è l’inizio di un percorso e mi pare che da parte della giunta ci sia un atteggiamento di comprensione della difficoltà della fase attuale e della necessità di un ruolo di coinvolgimento attivo e chiedo che questo atteggiamento sia trasformato in azioni concrete». Il consigliere ha sottolineato: «Non si sa ancora come i fondi saranno distribuiti alle Regioni, sappiamo che ci sono alcune opere ritenute importanti dal Governo, e alcune riguardano la Liguria ma, quando avremo queste certezze, occorreranno una gestione partecipata e una programmazione chiara dei fabbisogni dei territori riempiendo i contenitori di contenuti». Secondo Garibaldi è necessario un grande coinvolgimento delle associazioni e della società civile e ha illustrato i tre filoni che devono ispirare il piano: donne, giovani e divari territoriali. Secondo il capogruppo del Pd-Articolo Uno «il Consiglio può funzionare da cabina di regia del confronto fra tutti i soggetti che, a vario titolo, dovranno esseri protagonisti di questo progetto». Il consigliere ha sottolineato l’importanza della sostenibilità e dell’innovazione, il contrasto della disoccupazione giovanile e il sostegno alla gestione dei figli: «Dobbiamo costruire questo percorso tutti insieme con uno spirito di collaborazione perché non possiamo fallire come Ente Regione quando saremo chiamati, fra pochi mesi, a fare scelte che peseranno per i prossimi vent’anni».

Fabio Tosi (M5S) ha dichiarato di avare apprezzato l’intervento del presidente della giunta Giovanni Toti. «Auspico che i tempi dei veti e delle polemiche sia finito, non è più il tempo della propaganda, ma di essere al servizio dei cittadini. Il lavoro è intenso, le idee sono tante – ha detto – esaminiamole tutte con spirito costruttivo, niente liste della spesa e polemiche inutili. Dobbiamo lavorare pancia a terra perché dalle nostre scelte dipende il futuro dei nostri giovani». Secondo il consigliere «dobbiamo investire sul futuro della nostra terra, già colpita duramente dalla pandemia. Ora abbiamo le risorse e mi domando se la maggioranza è disponibile a lavorare con noi, ad ascoltarci dando spazio anche alle istanze di una percentuale importante di cittadini, certamente minoritaria ma a cui occorre pensare anche se nelle elezioni non ha sostenuto la maggioranza attuale. Dobbiamo aiutare le categorie in ginocchio, che ci chiedono un cambio di passo su tanti settori. In questo senso Tosi ha citato la tutela dell’ambiente, la mobilità sostenibile, il riciclo dei rifiuti, la bonifica dellaaree ex Stoppani, ex Acna e Pitelli, il decentramento energetico, il contrasto al dissesto idrogeelogico.

Gianni Pastorino (Linea Condivisa) ha aggiunto: «Abbiamo fatto bene a chiedere questa seduta e non solo per la minoranza, ma per la totalità del Consiglio». Il consigliere ha sottolineato: «Abbiamo avuto un elemento devastante per certi versi (la pandemia, ndr) , ma anche una novità straordinaria e questo ha determinato la necessità di fare un intervento altrettanto straordinario. Io credo che questo strumento sia fondamentale ma io ho trovato che nel documento della giunta non c’è una visione complessiva». Pastorino ha rilevato che molti degli ordini del giorno presentati dalla minoranza sono simili in quanto sono organici e hanno una coerenza fra loro. «Non basta lavorare tanto, ma occorre lavorare in maniera coordinata – ha detto – in cui anche gli elementi che io non condivido della maggioranza siano affrontati, svolgendo un ruolo di controllo, per dare alla politica una visione complessiva. Noi vogliamo, dunque, comprendere bene la visione della giunta e della maggioranza, per confrontarla con quella della minoranza». Il consigliere ha illustrato alcuni degli elementi prioritari per il futuro della Liguria: la lotta ai cambiamenti climatici, la difesa dell’ambiente, piani di sviluppo economico sostenibile, scuole più moderne e dotate di una rete informatica efficiente. Il consigliere, infine, ha quindi illustrato gli ordini del giorno che ha depositato.

Paolo Ugolini (M5S) ha dichiarato: «La pandemia deve essere un’opportunità di rilancio per la regione. Occorre una grande unità di intenti e di progetti, il Recovery, se sarà bene utilizzato, potrebbe permettere di far ripartire dopo il terremoto della pandemia. Dobbiamo pensare alle prossime generazioni perché la Liguria è la Regione dove la disoccupazione giovanile è maggiore e dove hanno chiuso scuole e università. I giovani si trovano disoccupati senza alcuna colpa». Il consigliere ha rilevato, fra le criticità regionali, l’età media elevata. «Abbiano il dovere anche morale di non sprecare questo potenziale – ha detto riferendosi al Recovery – dobbiamo pensare all’ innovazione digitale, la fibra ottica è solo al 30% del territorio italiani. Occorrono anche progetti mirati per inserire i giovani nel mondo del lavoro, come la formazione per dare alle giovani generazioni una prospettiva concreta con progetti mirati finalizzati anche al contrasto della fuga dei cervelli».

Davide Natale (Pd-Articolo Uno) ha dichiarato: «Da oggi proviamo a dare il nostro contributo per migliorare la bozza regionale del Recovery Fund. L’Europa ha dato un grande segnale di cambiamento per creare sviluppo e per il superamento delle differenze territoriali e il piano del Governo si muove in questo solco». Il consigliere ha aggiunto: «Siamo tutti tentati a proporre per il finanziamento progetti che attendono da tanti anni i fondi, con il rischio di elargire risorse a pioggia e dando un contentino a tutti i territori ma, al contrario, – ha sottolineato – dobbiamo fare delle scelte, magari scontentando qualcuno, per rilanciare tutta la regione». Natale ha aggiunto: «Prendiamo un impegno, già assunto dal presidente Toti, cioè utilizzare le risorse liberate dal Recovery per finanziare quelle opere che nel Recovery non ci sono». In particolare il consigliere ha sottolineato la necessità di piani per i giovani, per l’innovazione, le questioni occupazionali. «Come a livello nazionale il confronto sull’applicazione del piano è in Parlamento, così l’applicazione del piano a livello regionale è in questa sede» sottolineando la necessità di un confronto serrato con le associazioni datoriali, il terzo settore, le associazioni ambientaliste: «Dobbiamo costruire un progetto di regione coinvolgendo tutti perché questo è un momento storico e da soli solo non ce la facciamo».

Il presidente della Giunta Giovanni Toti ha replicato ribadendo i «margini stretti» che sono attribuiti alle Regioni in questa manovra, che ha un respiro prevalentemente nazionale ed europeo, e ha proposto al Consiglio di istituire una Commissione speciale sul Recovery Fund per costruire un dialogo costante nei prossimi mesi, «anche sull’adeguamento delle legislazioni regionali al Recovery, che è un tema molto complesso. Il Recovery – ha concluso – è un grande tema che non ha maggioranza e opposizione».