Agricoltura: col “pegno rotativo” nuovo credito alle produzioni di qualità

Non mancano gli istituti bancari che hanno già siglato i primi accordi con le imprese agricole, con una stima iniziale di oltre cento milioni di euro.

Giuseppe L'Abbate

Con il 2021 entra pienamente in attività un nuovo prodotto di finanziamento a disposizione delle imprese agricole. Si sono concluse, infatti, le operazioni sul SIAN, il portale informatico del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, per permettere alle imprese di attivare il cosiddetto “pegno rotativo” ma anche agli istituti bancari di visionare direttamente le produzioni certificate di qualità delle singole aziende loro clienti. Lo strumento, introdotto per norma da un emendamento al Cura Italia promosso dal deputato Alberto Manca (M5S), permette alle imprese agricole di ottenere da un istituto di credito le risorse finanziarie di cui necessitano ad un tasso inferiore, mettendo a pegno la propria produzione ma mantenendo il bene nelle proprie disponibilità per le successive fasi di maturazione e affinamento. Una volta posto in vendita, il bene vincolato verrà sostituito con un altro bene della stessa qualità che inizierà il processo a sua volta. Quindi, il pegno “ruota”, cioè si sposta di volta in volta sul nuovo bene prodotto quando quello precedentemente dato a garanzia viene venduto.

Una operazione interamente gestita in remoto dalle imprese e dagli istituti finanziari i quali possono controllare direttamente attraverso un proprio account le produzioni certificati presenti sul portale informatico del Mipaafdichiara il Sottosegretario alle Politiche Agricole, Giuseppe L’Abbate. Questa misura, che abbiamo fortemente voluto, interesserà tutti i prodotti di qualità certificati, inclusi il vino, l’olio e le bevande spiritose come liquori, acquaviti, distillati. L’istituto finanziariospiega L’Abbate avrà il vantaggio di fornire il credito con la garanzia reale rappresentata dal bene che, nel corso del tempo, acquisirà valore; il prestito, quindi, sarà gestito dall’impresa che potrà dedicarsi, con tutte le sue energie, alla valorizzazione della sua produzione, avendo la custodia del bene prodotto”.

Non mancano gli istituti bancari che hanno già siglato i primi accordi con le imprese agricole, con una stima iniziale di oltre cento milioni di euro. Molto attivo soprattutto il comparto vitivinicolo dove l’affinamento è direttamente collegato ad un aumento del valore del bene. Lo strumento finanziario permetterà di garantire maggiore liquidità agli imprenditori agroalimentari ma anche maggiore tranquillità dal punto di vista finanziario per consentire loro di impegnarsi nel lungo periodo di affinamento dei prodotti che remunerano gli investimenti solo dopo la loro definitiva maturazione.

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Questo prodotto non ha richiesto ulteriori risorse ma solo un “tavolo di lavoro” e il mettere a sistema le potenzialità già esistenti. Infatti, si utilizzano le registrazioni delle produzioni che le imprese effettuano sul SIAN, gestito dal Mipaaf e perciò avente caratteristiche di Registro Pubblico. Le annotazioni sono utilizzate dalle banche per farne un finanziamento garantito, in grado di diminuire l’assorbimento patrimoniale dovuto alla concessione del credito e quindi il tasso applicato.

L’impresa a sua volta ottiene un finanziamento a tasso inferiore, in grado di sfruttare gli adempimenti che è già tenuta ad effettuare, ma anche innovativo poiché può far “ruotare” la propria produzione di qualità senza avere l’assillo di dover rimborsare il credito ricevuto. Tutto il sistema ne beneficiaconclude il Sottosegretario Giuseppe L’Abbatedopo che ciascuna parte ha dialogato con l’altra su questioni tecniche di comune interesse. È questo il metodo di lavoro che vogliamo portare avanti per la crescita dell’agricoltura di qualità”.