Ristori imprese, ok a percorso condiviso tra Regione Liguria, Camera di commercio e associazioni di categoria

Andrea Benveduti

Genova | Si è tenuto in mattinata, in videoconferenza, l’incontro di aggiornamento tra Regione Liguria, Camera di Commercio di Genova e associazioni di categoria dell’Artigianato e del Commercio, in merito all’assegnazione dei ristori economici previsti dall’art.22 del Decreto Legge n.157/2020.


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Regione Liguria, nella persona dell’assessore allo Sviluppo economico Andrea Benveduti, ha ripercorso le dinamiche dell’elaborazione del provvedimento, improntate a mantenere sul territorio i 7,7 milioni stanziati dal governo, che, per vincoli propri di impegno entro la fine del corrente anno (pena il loro ritiro), hanno dovuto necessariamente essere impiegati non attraverso gli abituali percorsi di selezione e strutturazione di bandi, bensì definendo semplicemente a priori tipologie e codici Ateco di percipienti, identificati poi attraverso i registri delle Camere di Commercio, focalizzando le imprese più colpite dalle restrizioni dei Dpcm governativi, risalenti al mese di novembre.

“Abbiamo con loro condiviso la via migliore – spiega l’assessore regionale allo Sviluppo economico Andrea Benveduti – Sapevamo, vista l’urgenza di impegnare i fondi in pochi giorni, che l’unica strada possibile e utile sarebbe stata quella di affidare a Camera di Commercio l’individuazione, quantomeno teorica, di questi beneficiari. Siamo tutti consapevoli che questa lista di soggetti avrebbe potuto portare all’inclusione di alcuni non pienamente corrispondenti ai criteri necessari, o, di converso, all’esclusione di altri invece da considerare. Questo alla fine del percorso non costituirà però un problema significativo, in quanto, nel momento in cui i soggetti teoricamente beneficiari dovranno confermare la propria titolarità al contributo tramite pec, sarà evidente chi effettivamente ne avrà diritto. Soggetti titolati, che invece fossero stati esclusi, saranno supportati poi, o con residui della stessa natura o con fondi regionali”.

I soggetti beneficiari dei ristori sono stati divisi in due classi, a seconda della sospensione totale o parziale dell’attività. Rientrano nella prima classe categorie economiche di piccola dimensione aventi meno di 50 addetti, come: cinema, teatri, sale da concerto e altre strutture artistiche, biblioteche e archivi, musei, gestione di luoghi e monumenti storici, piscine, palestre, discoteche, sale da ballo, night club, sale giochi, centri benessere e stabilimenti termali.

Rientrano, invece, nella seconda classe quelle micro imprese – soggette a restrizione parziale – aventi un numero massimo di addetti così specificato: ristoranti e attività di ristorazione mobile (fino a 1 addetto), bar e altri servizi simili senza cucina (fino a 1 addetto), alloggio (fino a 9 addetti), agenzie di viaggio e tour operator (fino a 9 addetti), catering per eventi (fino a 9 addetti), organizzazione feste e cerimonie (fino a 9 addetti) e organizzazione convegni e fiere (fino a 9 addetti).

“È evidente che, oltre l’urgenza, anche l’esiguità dei fondi ha costretto a delle scelte, in quanto, se distribuiti a pioggia sulle 150 mila imprese liguri, avrebbero contribuito solo per circa 50 euro a impresa. Ringrazio infine Ascom Confcommercio, Confesercenti, Cna e Confartigianato per aver con noi condiviso queste riflessioni e per l’aiuto fattivo che ci daranno, in sede di erogazione per concedere nella maniera più corretta ed efficace possibile il contributo alle imprese realmente da beneficiare e Camera di Commercio, che redigerà tramite i propri uffici una guida procedurale precisa, per la competente collaborazione da subito prestata” sottolinea Benveduti.

“Abbiamo cercato – chiude il segretario generale delle Camere di Commercio liguri Maurizio Caviglia – di semplificare il più possibile le modalità di erogazione del ristoro alle imprese che ne hanno diritto. Al momento l’unico strumento certo per identificare un’impresa è la PEC, e le due Camere invieranno via PEC ai beneficiari un modulo estremamente semplice, redatto per l’occasione, con i dati essenziali e l’IBAN, che dovrà essere restituito entro 30 giorni. Raccomando quindi a tutte le imprese di controllare la propria casella di posta certificata e ricordo a chi non l’avesse ancora fatto che comunicare la propria PEC alla Camera di Commercio è obbligatorio, oltre che estremamente utile in momenti come questo. Agli esclusi dico che siamo consapevoli del fatto che tutte le imprese sono state danneggiate dalla seconda ondata e che i fondi erogati accontenteranno, e solo parzialmente, solo una minima parte di loro (il 5%) ma che sarebbe stato sicuramente molto peggio lasciare che questi fondi tornassero a Roma”.