Servizi sociali, Pastorino (Linea Condivisa): “Liguria inadempiente sul nuovo piano per garantire accesso e continuità assistenziale”

Gianni Pastorino

Genova | Da oggi in Liguria dovrebbe essere attivo un piano straordinario per i servizi sociali, a partire dall’introduzione dei LivEAS – livelli essenziali di assistenza. Ma, afferma il capogruppo di Linea Condivisa Gianni Pastorino, vicepresidente della commissione regionale sanità, «pare che, per adesso, la regione non abbia fatto quanto previsto dalla legge. Infatti, con l’approvazione dell’emendamento 89.1 al Decreto Rilancio, risalente allo scorso 3 luglio, le regioni avevano 60 giorni di tempo per approntare un piano per garantire l’accesso e la continuità dei servizi socio-assistenziali anche in caso di emergenza». 


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«Stiamo parlando di un diritto riconosciuto dalla Costituzione. Ci saremmo aspettati uno strumento programmatico ed economico. Sembra però che i vertici della Regione stiano ignorando sia la richiesta del Governo sia, soprattutto, le necessità delle persone fragili, lasciate sole durante il lockdown e che non rientrano nei programmi della giunta Toti. Siamo – prosegue Pastorino – al nulla di fatto. Non solo: la norma che nel 2000 istituiva i LivEAS mirava a garantire un livello di uguale godimento dei diritti sociali in tutto il territorio nazionale, demandando alle Regioni la definizione delle modalità di organizzazione dei servizi e la possibilità di prevedere livelli ulteriori di assistenza. Quindi la Regione avrebbe anche questo compito, oltre a quello di dover approntare il piano per emergenza. Eppure anche in questo caso registriamo inadempienze. In sintesi: mentre molte regioni italiane lavorano da tempo per potenziare la rete dei servizi sociali, la Liguria si muove al contrario: il centrodestra utilizza qualsiasi pretesto per abbassare i contributi per i servizi residenziali o semiresidenziali, abbandonando a loro stessi gli enti locali che si trovano a gestire una domanda sociale sempre più pressante».

«Risultato: come in sanità, molti servizi sociali non sono più garantiti per mancanza di fondi. Ma anche per l’assenza di un Piano Regionale capace di assicurare i LivEAS. Questi livelli essenziali garantirebbero un sistema di prestazioni e servizi sociali idonei a garantire un diritto costituzionalmente riconosciuto ai più deboli e ai disabili – sottolinea Pastorino -. Durante il lockdown troppe persone sono state lasciate indietro, in un silenzio che lascia sgomenti: gli ultimi dovrebbero essere essere il primo pensiero di chi governa nelle emergenze. E invece molti servizi assistenziali sono stati sospesi: centri per disabili o per malati cronici, centri d’ascolto o antiviolenza, comunità educative. Famiglie intere messe in ginocchio perché private di servizi essenziali, oltreché garantiti dalla legge Turco».