Savona: per “Contaminazioni liriche/Festival 20.20” bilancio ampiamente positivo

Solisti veneti al Priamar di Savona

Savona | Dopo due settimane di spettacoli e concerti in cui qualità, cultura e divertimento intelligente hanno marciato uniti dal segno comune della lirica, si è concluso “Contaminazioni liriche/Festival 20.20”, la prima kermesse savonese interamente dedicata alla grande musica realizzata dall’Opera Giocosa di Savona in collaborazione con l’amministrazione comunale. Ampiamente positivo, per risposta del pubblico e rilevanza nazionale data alla manifestazione, il bilancio finale.

L’unico ente lirico di tradizione della Liguria ha mostrato come Savona, trasformando uno spazio privilegiato come la Fortezza del Priamar e riaccendendo pure i riflettori su un ‘tempio’ della cultura come il teatro Chiabrera, abbia in sé le potenzialità per un rilancio che ha saputo sfidare con successo anche le difficoltà legate al corona virus. Un successo che, oltre ad aver rappresentato un segno di speranza e vitalità, ha suggerito una volta di più quanto valori quali solidarietà, unità di intenti e collaborazione nei momenti più difficili costituiscano la via migliore per resistere alle difficoltà del presente costruendo al contempo un domani ricco di opportunità.

Da Matteo Peirone e Linda Campanella ai Solisti Veneti, passando per gli spettacoli del Quartetto di Cremona, dei Pirati dei Caruggi (Enrique Balbontin, Andrea Ceccon, Fabrizio Casalino e Alessandro Bianchi) e Anna Maria Chiuri, lo stupendo match tra i bassi Simone Alberghini e Paolo Bordogna, e il delizioso Tir, Teatro In Rivoluzione, esperimento di teatro camion in collaborazione con il Teatro Nazionale di Genova e la Fondazione Teatro Carlo Felice, è stata una parata di stelle.

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«In questo periodo così complesso per l’Italia siamo felici di aver realizzato un festival estivo che, nel segno della ripresa, ha riposizionato la città nel panorama nazionale dell’offerta musicale sottolinea Giovanni Di Stefano, presidente e direttore artistico dell’Opera Giocosa – È stata una esigenza scaturita dalla chiusura forzata che, dal febbraio scorso, ci ha privato di tutta quella parte che ci rende migliori e che è stata condivisa da tutti i consiglieri e i collaboratori del nostro teatro nonché dall’amministrazione comunale della nostra città. L’alto livello proposto, il gradimento del pubblico e le attestazioni avute da tutta Italia, sono la base di partenza per proseguire in questa direzione. Allargare l’offerta significa costruire un nuovo pubblico perché possa sedimentare un autentico progetto culturale».