Sanità Liguria, riunita la Commissione d’inchiesta regionale

Volto corruciato

Genova | Si è riunita in Regione Liguria la la prima seduta della Commissione d’inchiesta sulla sanità chiamata a valutare l’operato delle scelte durante l’emergenza Coronavirus. Pareri divergenti sui primi riscontri. “Oggi abbiamo finalmente iniziato i lavori della commissione d’inchiesta del Consiglio regionale della Liguria sulla gestione dell’emergenza da coronavirus in regione. In questa prima fase sono stati dibattuti alcuni temi, importanti ma certamente ancora non sufficienti per avere un quadro esaustivo” afferma il capogruppo regionale del M5S Fabio Tosi, primo firmatario dell’atto quando se ne chiese l’istituzione.

Fabio Tosi

“Oggi – spiega Tosi – abbiamo posto l’accento sulla gestione dei percorsi sporco/pulito all’interno di ciascun ospedale; chiesto chiarimenti sull’operato dei singoli ospedali adibiti al ricovero delle persone colpite dal virus; e posto alcune doverose domande sui Dpi. Il contributo di tutti gli auditi è stato certamente importante, ma il lavoro non finisce qui. Ci saranno infatti altre sedute di Commissione, vitali per avere contezza piena di quanto è stato fatto per far fronte alla pandemia. Ad oggi, non è plausibile pensare che quanto esposto oggi sia sufficiente a chiarire la gestione regionale”.

“Nonostante ciò, è prontamente uscita la maggioranza, che dovrebbe invece attendere il fine lavori, essendo proprio essa chiamata a rispondere del proprio operato. Ho letto infatti le dichiarazioni del consigliere Ardenti, che già dopo la prima e finora unica seduta di Commissione ha emesso la propria sentenza, lodando l’operato della Giunta senza averne gli strumenti. Ricordo ad Ardenti che la Commissione è nata per capire e avere tutte le informazioni del caso, anche perché troppe volte chi di dovere non solo non ha fornito le risposte che molti consiglieri regionali di minoranza ponevano alla Giunta, ma non ha voluto nemmeno inviare la documentazione richiesta quando la si chiedeva”.

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“Di certo, comunque, vi è che ad oggi la migliore gestione dell’emergenza a livello nazionale va al Veneto, che già a gennaio aveva recepito le prime misure cautelative del Ministero della Salute. La Lega ligure, invece, anziché copiare esempi virtuosi, continua a guardare quello che fanno gli amici lombardi, che hanno clamorosamente fallito l’approccio”, conclude Tosi.

Paolo Ardenti Consigliere Regione Liguria

Secondo il vice capogruppo regionale della Lega e membro della commissione Paolo Ardenti da questa prima riunione “in sostanza, è emerso che nella fase 1 la Liguria si è mobilitata subito compatibilmente all’ondata di contagi e nonostante i ritardi e  l’impreparazione del Governo. In tal senso, non finiremo mai di ringraziare tutti i nostri operatori sanitari”.

“Le Regioni italiane – afferma Ardenti – ora sono in attesa del nuovo Piano pandemico nazionale per poter declinare i Piani regionali. Infatti, l’ultimo Piano nazionale, peraltro realizzato su indicazione dell’Oms, risale al 2009. Affinché Regione Liguria, come altre Regioni, possa aggiornare il suo Piano occorrono però dei fondi che finora, purtroppo, non sono stati messi a disposizione dal Governo (negli ultimi anni il fondo sanitario ha visto una riduzione di 37 miliardi di euro). In commissione regionale è poi emerso che mediamente, in Liguria, durante la fase 1 dell’emergenza coronavirus, il consumo di ‘Dpi’ alla settimana è stato tanto quanto ne era stato consumato nei 12 mesi precedenti. In pratica, il consumo di ‘Dpi’ alla settimana era aumentato fino a 150 volte di più. Inoltre, è stato evidenziato che il 12 febbraio era stata correttamente creata subito la ‘task force’ regionale Covid-19, come da indicazioni ministeriali (a fine gennaio Regione Liguria aveva già programmato momenti di formazione in preparazione a una eventuale crisi epidemica)”.

“Tuttavia – prosegue il consigliere Ardenti –, il 14 febbraio i responsabili del Cdc europeo avevano dichiarato che il rischio era basso/moderato e i vertici di Oms e ministero della Sanità non avevano dato allarmi differenti. Ciò nonostante, la Liguria si era mobilitata in modo tempestivo. In tal senso, vorrei fare un grande plauso all’Evangelico di Genova Voltri, che su indicazioni di Alisa era stato il primo a reagire alla difficile situazione dando un valido supporto anche alle Asl territoriali e facendo così guadagnare tempo prezioso nell’organizzazione della battaglia contro il Covid-19. Un supporto importante, da parte delle nostre Asl, era stato dato anche alle navi ferme in quarantena nei porti di Genova e Savona, che avevano registrato numerosi casi positivi con la necessità di posti letto, anche in terapia intensiva, negli ospedali del nostro territorio” conclude il vice capogruppo regionale della Lega.