Regione Liguria, approvate nuove norme per referendum e istituzione Comuni

Martelletto

Genova | Nella seduta di oggi il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità la proposta di legge (Piana, Muzio, De Vincenzi) “Norme per l’attuazione dello Statuto in materia di iniziativa popolare e referendum e procedure per l’istituzione di nuovi Comuni e per la modificazione delle circoscrizioni e delle denominazioni comunali”.


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La legge adegua la normativa regionale vigente in materia di iniziativa popolare (presentazione di proposte di legge in articoli) e referendaria alle novità introdotte nel 2005 dagli articoli 7, 8, 9, 10 dello Statuto e la riunisce in un unico testo che ricomprende anche le procedure per l’esercizio dell’iniziativa in materia di riordino territoriale. In questo ambito rientra il referendum obbligatorio delle popolazioni interessate per procedere all’istituzione di nuovi Comuni o alla modificazione di circoscrizioni e denominazioni comunali.

Viene, inoltre, disciplinata la procedura per la fusione per incorporazione di uno o più Comuni in un Comune contiguo e viene assorbita la disciplina del referendum confermativo sullo Statuto e sulle leggi di modificazione statutaria. L’iniziativa per la formazione delle leggi referendaria viene assunta da un terzo dei componenti dell’Assemblea legislativa, da almeno 5 mila elettori iscritti nelle liste elettorali dei Comuni della Regione, da almeno dieci Comuni, uno più comuni che rappresentino complessivamente 50 mila abitanti; una o più Province, dalla Città Metropolitana. In particolare la richiesta del referendum consultivo facoltativo relativa a progetti di legge o provvedimenti di competenza consiliare va presentata da un terzo dei componenti dell’Assemblea legislativa o dalla Commissione competente e va approvata a maggioranza assoluta.

Durante il dibattito è stato approvato, con una modifica proposta da Claudio Muzio, un primo emendamento, presentato da Alice Salvatore (IlBuonsenso), che consente anche a 15 mila cittadini iscritti nelle liste elettorali di poter presentare la proposta di referendum consultivo. Claudio Muzio (FI), per trovare una mediazione rispetto alla versione iniziale dell’emendamento di Salvatore (che prevedeva un numero minimo di soli 5 mila cittadini